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La maternità e la pressione psicologica crescente

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Termini e Condizioni

Mi capita spesso di trattare con l’agopuntura donne in dolce attesa per limitare disturbi quali iperemesi, lombalgia, cefalea e insonnia oppure per potenziare la fertilità e il successo di un inseminazione assistita.

L’ agopuntura è infatti molto utile sia per favorire una gravidanza desiderata che per trattare i disturbi fisici durante la gravidanza senza utilizzare farmaci o quanto meno riducendoli al minimo.  E la consiglio caldamente anche in assenza di disturbi per arrivare a un travaglio veloce e naturale.

Le neo mamme in difficoltà che giungono in studio per ora sono pochissime invece sarebbe grandemente utile sostenerle anche dopo il parto. Per questo motivo volevo dedicare questo post ai problemi che una donna affronta, spesso da sola, dopo il parto.

Si certo si parla di depressione post parto ma l’argomento è delicato e complesso e la stigmate depressione forse non aiuta molte donne a dichiarare le proprie difficoltà senza timore dei giudizi e di questa pesante etichetta. Le donne sono nel contesto sociale e spesso anche famigliare molto spesso sottoposte a giudizi pressanti e talora anche pesanti da parte del regno della ” santa maternità” che tutto vede e tutto sa. Da cosa devi mangiare e quanti chili ingrassare, passiamo velocemente a quante ore di travaglio, con o senza epidurale a quante ore prima della montata lattea e quanto latte dal seno sia bene avere. Fin qui  tutto normale direte voi ma poi quando riprendi a lavorare? Non è  presto? Oppure non è tardi? E a chi lasci il nuovo arrivato?

Ed ecco gli inevitabili sensi di colpa a palate che si devono digerire. Non si considera mai abbastanza la stanchezza fisica e la perdita di sangue e di energia vitale che la gravidanza e l’allattamento comportano e che raramente sono compensati dai noti integratori alimentari. Non si considera mai che il neonato irrompe in un equilibrio con aggressività e enormi richieste di attenzioni. Mancano alle donne il supporto di altre donne, dalle nonne in carne ed ossa non sempre vicine di casa e presenti, personale che si occupi delle varie fatiche, dalla spesa all’ordine e pulizia alla cucina; non sempre è possibile permetterselo oppure non ci sembra giusto prenderci questi lussi, figuriamoci per regalarci un vero tempo di riposo completo e rigenerante, un tempo per la coppia e per la delicatissima ripresa dell’attività sessuale e amorosa in genere. E che dire di quel totalitarismo energetico, psicologico e fisico indirizzato esclusivamente al neonato che oggi  va per la maggiore e porta con facilità a sentirsi inadeguati e in un certo senso a dover competere con altre mamme che vediamo come perfette.

I figli non dovrebbero riempire totalmente la nostra vita eppure questo sembra essere l’incipit; guai a pensarla diversamente… sei una madre sbagliata! Guai ad avere pensieri di libertà; a ricordare come era prima, a temere che il corpo si trasformi e possa non piacerci più oppure non darci lo stesso piacere sessuale di prima. Tutti pensieri peccaminosi e che non confessiamo talora neanche alle persone a noi più vicine. Non è facile in questo periodo storico fare le mamme, le pressioni sono davvero tante, le donne devono restare attraenti, le donne devono restare indipendenti, le donne devono essere mamme al 100%.

In questo senso le donne come spesso accade in altri ambiti non si spalleggiano tra di loro, anzi proprio per niente: semmai calcano la mano del giudizio,  competono per essere le migliori.  Chi potrebbe darci una mano non lo fa perché non viene loro richiesto e chi dovrebbe chiedere aiuto non lo chiede per paura di essere giudicata e come sempre, quando è solo l’ego a guidare la nostra vita, tutto si complica, come se non fosse abbastanza complicata la vita di una donna che dopo una gravidanza torna a lavorare.

Sono convinta che lo stato dovrebbe aiutare maggiormente i lavoratori genitori senza che le spese ricadano principalmente sulle spalle del datore di lavoro oppure del lavoratore indipendente. Giorni adeguati di permesso sia alla mamma che al papà senza differenza alcuna di sesso per potersi alternare nei compiti genitoriali senza aver paura di una riduzione di salario oppure di una perdita di ruolo e di carriera. In caso di genitori single un aiuto in più dovrebbe essere da considerare d’ufficio. Il diritto al lavoro e il diritto a una famiglia dovrebbero coesistere in maniera concreta  e non solo per il lavoratore dipendente ma anche per il lavoratore indipendente  con un equo aiuto statale ad entrambe le categorie.

E noi dobbiamo stare attenti a non perdere la nostra umanità e solidarietà partendo dalle persone che abbiamo maggiormente vicino.

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