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Le informazioni contenute in questo sito non possono ASSOLUTAMENTE sostituire una visita o il parere forniti dal proprio medico o specialista, ne sostituire, modificare o affiancare eventuali terapie o cure in corso.
Termini e Condizioni
Le ginocchia sono le articolazioni più delicate e nello stesso tempo le più complesse del corpo umano. A differenza delle altre articolazioni hanno oltre alla cartilagine che ricopre i capi ossei, due cuscinetti antiurto chiamati menischi che si muovono all’unisono con i legamenti e i movimenti del ginocchio. Le cosiddette lesioni legamentose e meniscali sono all’ordine del giorno in tutti i soggetti che fanno sport agonistico e sollecitano meccanicamente le ginocchia soprattutto in velocità e urti meccanici esterni. Il ginocchio possiede anche una sorta di invaginazione sinoviale che funge da serbatoio di scorta per il liquido quando ne circola una quantità maggiore. Essa è quasi sempre ben nascosta nella parte posteriore del cavo popliteo e prende il nome di cisti di Baker quando è eccessivamente distesa e gonfia di liquido in maniera costante. (vedi articolo)
Oltre a queste patologie microtraumatiche oppure traumatiche franche che possiamo definire da esterno, il ginocchio soffre più delle altre articolazioni di disturbi da vuoto interno. Cosa vuole dire? In medicina cinese sono note le gonalgie da vuoto di yang di rene come vengono descritte nei testi classici. Sono delle gonalgie spesso bilaterali ma che possono essere più gravi da un lato, legate a uno stato interno di deficit. Si dice che i soggetti con questo deficit specifico, sono particolarmente sensibili al freddo in quanto il vuoto appunto di yang di rene favorisce un freddo interno. Nei testi classici si associa questo quadro a quegli anziani che si mettono le calze di lana sempre e che sentono freddo anche sulla regione lombare. Un tempo questo quadro era presente in soggetti anche giovani con lavori logoranti e iponutriti per anni.
Oggi quadri così franchi non ne vediamo più ma è possibile vedere quadri ibridi dove il vuoto interno favorisce i disturbi delle ginocchia anche nei giovani. Mi ricordo con precisione un caso di gonalgia in una giovane donna di 33 anni dopo un allattamento prolungato oltre i 5 anni. Il latte è considerato sostanza preziosa come il sangue e il suo consumo eccessivo può, a lungo andare, creare un vuoto importante. Ricordo inoltre un altro caso di gonalgia da entrata di freddo nel meridiano di Rene dopo una camminata a piedi scalzi di oltre 8 ore. Questi casi di gonalgia da vuoto beneficiano grandemente di trattamenti di agopuntura in grado di portare energia e calore esattamente nelle ginocchia e contemporaneamente di togliere il freddo interno e l’umidità.
Anche se al collega ortopedico potrebbe sembrare assurdo il beneficio di questi trattamenti di agopuntura sulle gonalgia è efficace anche su disturbi esterni ovvero traumatici e microtraumatici iniziali come le meniscopatie di grado lieve non ancora idonee all’intervento chirurgico. Come è possibile? Il tessuto meniscale lesionato oppure non perfettamente aderente al contesto articolare può dare fastidio proprio per la poca aderenza e consensualità al movimento del ginocchio. Con i trattamenti mirati nel ginocchio è possibile migliorare la circolazione energetica localmente; ricordo che molti tessuti come quelli cartilaginei e legamentosi non ricevono direttamente sangue ma il nutrimento avviene per imbibizione nella sinovia. Migliorando la circolazione energetica localmente è più facile migliorare il tropismo di questi particolari tessuti e quindi la loro aderenza e resistenza elastica.
L’agopuntura è ottima come ho scritto in un articolo a lui dedicato nelle cisti di Baker e consente di evitare la loro rimozione mediante intervento chirurgico e riducendo il fastidioso ingombro dovuto all’eccessivo gonfiore della cisti poplitea. Ovviamente l’artrosi del ginocchio spesso coesistente non sarà scomparsa e nel tempo un ginocchio molto compromesso in tal senso potrebbe veramente giovare un intervento chirurgico di sostituzione protesica.
Ebbene anche in questo ultimo caso il trattamento di agopuntura sia prima che dopo l’intervento è un autentico sostegno non solo psichico come molti pensano. Migliorando la circolazione di energie e quindi di sangue, si riduce nettamente il sanguinamento in fase chirurgica e anche in fase post chirurgica la riparazione tessutale è migliore e il gonfiore si riduce molto più velocemente, migliorando la performance riabilitativa e impedendo il generarsi di fastidiose e temibili reazioni fibrotiche.
Ovviamente l’agopuntura in nessun modo sostituisce la fisioterapia e i movimenti corretti e mirati da fare più che abitualmente per sostenere con un ottimo tono muscolare questa articolazione. Si tratta in effetti di un ottimizzazione dei risultati. Non ho portato all’intervento molti pazienti ma le poche volte che mi è capitato e nelle quali il paziente ha mantenuto i trattamenti prima e dopo l’intervento chirurgico, il risultato nonostante si trattasse di casi decisamente complessi e difficili, è stato davvero eccezionale nel senso che ho sempre assistito a un recupero che definirei più che ottimale; sia del potenziale funzionale come del recupero e risposta tessutale, ovvero della cicatrice, del gonfiore e soprattutto dell’assenza totale di dolore.
Ho pochi numeri su cui potermi confrontare, è verissimo, questo perché chiunque chieda a un ortopedico se l’agopuntura aiuta non avrà la risposta giusta. Invece come con la riabilitazione che oggi è considerata fondamentale alleato della chirurgia, si dovrebbe considerare anche l’aspetto energetico e vascolare, così come riconoscere che la componente dolorosa, il rilassamento mentale, la qualità del sonno, la funzionalità intestinale e la capacità di smaltire velocemente i farmaci, sono tutti fattori che favoriscono il benessere in senso lato. Si tratta ne più ne meno di una facilitazione della collaborazione e della presa in carico da parte del paziente di sé stesso, passaggio indispensabile per il recupero completo a 360° e non solo in ambito ospedaliero ma nella vita tutta.