L’ agopuntura è una tecnica medica che necessita della conoscenza dei numerosi agopunti (solo quelli ufficiali sono 642 , poi ci sono tutti i punti extra e i punti dell’orecchio che vi posso assicurare sono tantissimi). Si tratta quindi di conoscere la loro posizione e il loro effetto ma soprattutto di costruire un trattamento che lavori sui sintomi ma anche sulla loro radice e soprattutto che sia in grado di mettere l’organismo intero in una condizione di maggior armonia.
La scelta dell’insieme dei punti e non dei singoli punti è ovviamente fondamentale, per costruire un trattamento efficace ed armonizzante, della tecnica del Balance Method e dell’Agopuntura Stagionale ho già parlato in due precedenti post, forse un po’ troppo tecnici. In questo post invece vorrei porre l’attenzione su quello che in medicina cinese è considerato un ingrediente fondamentale all’efficacia dell’agopuntura: l’intenzione del terapeuta.
Qualche giorno fa mi rispondevano su facebook con un’affermazione di questo tipo “è l’azione che conta non l’intenzione”. Direi che la frase giusta sarebbe l’azione caricata con la nostra intenzione è la vera azione efficace. Non basta fare meccanicamente e svogliatamente oppure per motivi che non sappiamo neanche quali siano. Il fare con un progetto interno preciso e ben focalizzato è più potente ancora.
L’intenzione e l’attenzione vigile di chi tratta con gli aghi non deve mai essere data per scontata. Intanto quando si tratta si deve essere bene ancorati al presente e quindi ascoltare bene il punto da dove si parte, che non è assolutamente sempre lo stesso anche sullo stesso paziente e quindi l’azione non può diventare meccanicamente la medesima ad ogni seduta, perché ci incaponiamo sul risultato e basta ! E’ necessario adattarsi a quel preciso istante e a quella precisa persona che non seguono necessariamente il nostro obiettivo finale. Nella mente di chi opera la scelta dei punti, ci deve ovviamente essere un’intenzione molto precisa e strutturata ma non va confusa con una nostra rigidità e schematizzazione del trattamento.
Per la mia esperienza personale è utile condividere quando possibile con il paziente quello che percepiamo nel presente, stando attenti a non colpevolizzarlo in nessun modo (un fenomeno molto usato dai terapeuti e dai medici che si sentono inadeguati e frustrati nel vedere che le cose non vanno come avevano sperato). Infatti senza giudizio da parte nostra, il paziente si sentirà accolto e a quel punto potremo condividere la nostra intenzione terapeutica con estrema semplicità.
“Oggi vediamo di pacificare il suo fegato armonizzandolo con la stagione affinché aggredisca meno il suo stomaco” piuttosto che “facciamo scendere la sua energia che è decisamente troppo spinta verso l’alto“. Il paziente intanto si sente ascoltato e non un maledetto numero, come purtroppo capita ormai in diverse terapie a causa degli indiscussi protocolli, che spesso non vedono più il paziente nel suo insieme corpo-mente-emozioni ma solo il lavoro da fare. Il paziente in questo modo viene reso partecipe del trattamento e dell’obiettivo della seduta. La sua energia mentale potrà andare nella direzione del trattamento.
Le risorse del paziente possono esser sfruttate non solo con gli esercizi idonei a casa ma anche suggerendo pensieri idonei durante la seduta. Acquistando fiducia e capacità di rilassarsi profondamente durante le sedute diventerà sempre più facile indirizzare la mente del nostro paziente nella direzione giusta. Possiamo farlo partendo da un organo preciso oppure da un’area corporea, immaginandola più leggera e ben nutrita di sangue ossigenato per poi spaziare su argomenti più complessi come: cosa ci manca e cosa desideriamo diventare nella nostra vita.
Ecco che si apre un mondo di possibilità in più che possono diventare fondamentali per sciogliere dei nodi anche molto vecchi e avviare una guarigione non solo fisica ed energetica ma anche emotiva, mentale e nel migliore dei casi anche spirituale. Un percorso profondissimo che porterà alla creazione di un progetto di vita e non solo di salute. Quando questo miracolo avviene il paziente non è solamente guarito ma diventa l’artefice della sua guarigione, perché riconosce esattamente la sua forza e il suo potenziale di salute e ne prende coscienza fino in fondo. Un’esperienza meravigliosa che mi commuove moltissimo; vedere il paziente prendere il volo come una farfalla che esce dal suo bozzolo è meraviglioso, e no non serve che il terapeuta sia un illuminato e neanche che abbia risolto tutti i suoi problemi emotivi e spirituali, serve un insieme di fattori che si potenziano l’uno con l’altro, generando la possibilità di questa apertura sul nuovo.
Ecco che certamente l’essere in contatto con il paziente in maniera attenta e non meccanica consente a chi opera di suggerire le note giuste per fare in modo che la persona intrappolata nella sua mente e nei suoi pensieri si metta a vibrare in quanto si riconosce nelle nostre parole. Usare adeguatamente le parole è opera del vero mago si diceva una volta. La lingua anche nella medicina cinese è considerata un’estroflessione del cuore e quindi può accedere al cuore dell’altro e metterlo in risonanza. No non stiamo entrando nel regno indiscusso della psicologia per il quale è necessaria una laurea in psicologia ma stiamo entrando nel regno del cuore un luogo dove l’ego si dissolve spontaneamente senza alcuna azione bellica e dove la creazione del possibile è semplicemente possibile e talora anche dell’impossibile.
Per anni ho combattuto l’idea che l’agopuntura funzionasse per il solo effetto placebo ovvero l’esclusiva suggestione del paziente, spiegando invece le leggi fisiche e materiali legate indissolubilmente a vere e proprie leggi energetiche che si esprimono nei meridiani. Oggi dopo quasi 20 anni di pratica posso affermare che esiste anche questa strada, ” una cosa è vera quando è vero il suo contrario” diceva il mio maestro di meditazione. In una condizione di apertura emotiva e di fiducia, le giuste parole risuonano completamente in maniera differente. Dire “Cerca di calmarti ” in un momento sbagliato produce l’esatto opposto invece suggerire “cerca la calma dentro di te e le risposte che cerchi arriveranno” al momento giusto può aprire una strada nuova e la sua possibilità di camminare nella direzione giusta. L’energia mentale ed emotiva del nostro paziente diventerà un alleato prezioso alla sua guarigione senza rinnegare e nulla togliere alla tecnica energetico-fisica millenaria di agopuntura.
Una non esclude l’altra è sempre solo la nostra mente che separa ciò che è unito; invece l’accesso alla nostra mente superiore può creare il nuovo.