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19/12/21Ascoltarsi: il bene più prezioso

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Termini e Condizioni
Credo sempre più con il passare del tempo che sapersi ascoltare sia in assoluto il bene più prezioso di cui l’uomo possa disporre. Infatti capita con grandissima frequenza che si ecceda nell’interpretare vuoi segni insignificanti e aspecifici attribuendo loro una gravità non reale, vuoi segni utili e preziosi ignorandoli totalmente oppure descrivendoli e quindi interpretandoli come altro.
In teoria sembra tutto facile ma poi nella pratica le difficoltà sono tantissime e alla fine sono riconducibili ad una incapacità di ascoltarsi; se si resta in superficie nel brusio della mente, il “pericolo autodiagnostico”, cosi potremmo considerarlo, é quello di interpretare i segnali chiari che il corpo ci manda vuoi con il super ego del “Io ce la faccio comunque” e “A me non ferma nessuno” senza ricorrere a una valutazione specialistica necessaria per inquadrare la situazione, vuoi con eterni pensieri negativi basati sulla paura che ci fanno correre dal medico per ogni minimo disagio.
Nella diagnosi medica si insegna che la valutazione deve essere fatta nella sua totalità; si ascoltano i sintomi del paziente, la sua intera storia clinica, nella quale le domande giuste da fargli sono fondamentali, in quanto il paziente tende a portarci con il suo racconto alla sua personale interpretazione talora totalmente distorta. Ecco che nel suo racconto eluderà alcuni fondamentali dettagli. “E’ già capitato prima?” è per esempio una domanda utilissima anche se assolutamente non determinante.
Porre le giuste domande è un’abilità che si apprende sul campo e che nessun libro di semeiotica medica potrà mai insegnare. Alcuni parleranno troppo e mischieranno il passato con il presente e le emozioni con il sentire fisico e saranno incapaci di rispondere veramente alla domanda e andranno riportati al presente: “quanto male oggi e dove adesso?” Altri non parleranno affatto e andranno indagati con altrettante domande mirate e precise. Il concetto di “normale” e “bene” infatti come risposta non hanno alcun valore quando si indaga sul ciclo mestruale, sulla regolarità intestinale e sulle abitudini alimentari ma anche sul dolore e su qualunque disturbo fisico.
Il paziente che si sa davvero ascoltare invece dipinge, anche in modo sintetico, un quadro esistente e di solito ti da in mano una chiave terapeutica praticamente già pronta, alla quale a te basta solo dare un po’ di energia propulsiva. I miglioramenti in questi rari casi di solito sono veloci e rapidi, l’intenzione del paziente e quella della cura sono già allineati.
Questa capacità di ascoltarsi é fondamentale in qualsiasi situazione a rischio. I brividi, ma anche l’incapacità di riscaldarsi oppure di riposare, alcuni dolori fisici e senso di stanchezza sono un monito, un appello del nostro corpo che molto spesso ignoriamo totalmente. Mi capitava spesso quando non si indossava la mascherina di intercettare persone con carica virale in corso che riconoscevo dalla sola sensazione di prurito e fastidio che avvertivo nel naso. A volte anche l’ odore che il paziente lasciava nella stanza dopo esserci stato per un ‘ora circa mi indicava molto del suo stato di salute emotiva e mentale, non saprei descriverlo con parole precise ma l’insight è specifico.
Quello di saper cogliere la situazione in tempo utile é un argomento di cui si parla poco. Se guido sull’autostrada a grande velocità e non mi accorgo dei cartelli non farò in tempo a uscire dove volevo andare; se poi capisco di essermi perso e continuo ad andare avanti dando la colpa alle ruote e al motore che non si fermano, oppure senza fermarmi guardo indietro anziché in avanti; credo sia una immagine di quello che spesso accade alle persone. Il concetto di timing espresso dal Dr Richard Tan è, a mio parere, un aspetto fondamentale; il tempo giusto esiste sempre per fermarsi e cambiare rotta. Bisogna restare in ascolto, diversamente saremo sempre fuori tempo, ci fermeremo prima di arrivare, oppure andremo oltre. Non capiremo quando non mangiare affatto e quando invece é utile farlo e lo stesso con gli sforzi fisici e con il riposo.
E incredibilmente faremo esattamente l’opposto: mangeremo troppo e berremo alcol alla sera dopo una giornata pesante e faticosa ( per rilassarci) e saremo incapaci di digerire con conseguente sonno disturbato, digiuneremo totalmente, ci alimenteremo troppo in fretta oppure faremo ricorso a cibo preconfezionato e scadente durante la nostra giornata impegnativa (per la fretta e mancanza di tempo). Presi dalla alta velocità del mondo del lavoro correremo senza ascoltarci e andremo fuori misura, non ci accorgeremo di non respirare bene ( con la mascherina la cosa si fa ovviamente ancora più grave), non ci accorgeremo che non stiamo idratando il corpo a sufficienza, non ci accorgeremo che la postura che abbiamo é scorretta e va sostenuta da dentro attraverso il controllo addominale e della muscolatura profonda. E infine non ci accorgeremo di quando é il momento esatto di fermarci. E questo vale anche per le cose che apparentemente sembrano sane, come fare attività sportiva, un digiuno o una dieta specifica come la keto per fare un esempio.
In sintesi in assenza di una buona capacità di collegamento interno ogni consiglio terapeutico o igienico-sanitario potrebbe diventare controproducente in quanto fatto senza un corretto timing interno ed esterno, ecco perché si dice che gli esercizi e la dieta devono essere finemente personalizzati da un serio professionista; figuriamoci i medicamenti. Ecco perché alla fine siamo veramente noi i medici di noi stessi. Paracelso diceva: “Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.” e aggiungerei la modalità e la tempistica con la quale somministriamo la suddetta dose adattandola alle specifiche esigenze individuali la renderà perfetta.