Agopuntura nel trattamento delle cisti di Baker
28 Maggio, 2021
Esercizi per le mani: video tutorial
30 Luglio, 2021

Agopuntura in gravidanza e rispettare i tempi

Nel decorso di una qualunque gravidanza esistono oggi specifiche tabelle dove ad ogni settimana è prevista una determinata serie di controlli ecografici, ematici, ginecologici e ostetrici per il verificare la corretta evoluzione e sviluppo fetale. Tutto questo è ormai schematizzato in procedure standard accettate e confermate da specialisti del settore e validate in tutto il mondo e dalla maggioranza della comunità scientifica.

Entro la 32/34 esima settimana il feto dovrebbe spontaneamente girarsi a testa in giù, per prepararsi al parto. Tendenzialmente ai giorni d’oggi se entro la 37 esima settimana il feto appare ancora podalico si tende a programmare sistematicamente un parto cesareo per evitare manovre a rischio e possibili incidenti durante il parto. Nella stessa maniera allo scadere della 40 esima settimana, se il travaglio non inizia spontaneamente si interviene con controlli ravvicinati,  parto pilotato o cesareo a seconda dei casi per evitare per quanto possibile una temuta sofferenza fetale. Si tratta di tempi magari un po’ rigidi che però sono importanti per garantire la sicurezza di mamma e feto.

Quello che di buono può fare l’agopuntura su una donna in gravidanza è proprio di consentire al corpo di rispettare i corretti tempi in maniera naturale evitando di superarli e quindi di dover subire anche se non necessario un ritmo accelerato e predefinito.  Avviene infatti in molte donne soprattutto nelle ultime settimane, di vivere una sorta di ipermedicalizzazione e disumanizzazione di un evento che di patologico non dovrebbe avere nulla, anche se purtroppo accade ancora ai giorni nostri che non tutto proceda come dovrebbe con conseguenze talora molto gravi. Riuscire quindi ad essere “in tempo” e a seguire le giuste tabelle ci consente di vivere questa esperienza con più tranquillità e serenità apprezzandola per il dono che essa rappresenta.

Ricordo sempre alle mie mamme che il rispetto del tempo è innanzitutto un aspetto che dobbiamo imparare a conquistare, il rispetto del nostro tempo. Ci abituiamo a vivere costantemente nella fretta e con il dover fare tutto e bene. Le donne moderne ormai lavorano quasi fino al termine della gravidanza, quasi a voler dimostrare che sono comunque produttive, magari occupandosi di casa, altri figli, genitori e chi più ne ha più ne metta. Non c’é più alcun rispetto per il tempo che si sta vivendo, e per il significato profondo di questo tempo. Questa è una conseguenza dei tempi moderni alla quale dovremo pensare di porre rimedio.

Perché dovremmo stupirci se il feto é ritardo sui tempi del calendario? E’ come se tutto intorno a lui urlasse: non ho ancora tempo per dedicarmi a te, prima devo sistemare tale e tale altra faccenda. La parola d’ordine invece dovrebbe essere “rallentare”; almeno dalla 32 esima settimana in poi si dovrebbe poter rallentare e magari anche prima, prendersi il tempo per ascoltarsi, per comunicare con il sangue del nostro sangue, con il nostro ventre abitato da un essere che dobbiamo prepararci ad accogliere nel miglior modo possibile. Tutto il resto può aspettare.

Ricordarsi che quello che stiamo facendo, mettere al mondo una creatura, è un evento magico e irripetibile a prescindere dal nostro credo. Fermarsi e ascoltarsi significa mettersi in contatto con la nostra potente energia creatrice e con una forza che non ha veramente limiti. E’ assolutamente normale avere ansia e paura del momento del parto, ma evitare di pensare a quello che stiamo vivendo impegnandoci in mille altre fatiche e lavori non ci aiuterà. Bisogna focalizzare le nostre energie proprio sul parto come evento atteso, un desiderato incontro per toccarci e incrociare i nostri sguardi.

Questi sono i primi consigli che dò alle mie mamme. Il potere dell’intenzione ha senso di esistere in un percorso di guarigione e a maggior ragione  deve sostenere il percorso delle ultime settimane di una gravidanza consapevole. Contatto mentale, emotivo, ascolto, attenzioni a se stesse e piccole coccole non possono e non devono mancare. Accarezzare la pancia invitando il bambino a compiere la rotazione a testa in giù e se già avvenuta affermandone la corretta posizione e rassicurandolo sul vicino e desiderato percorso di uscita.

Gli aghi  faranno il resto come la moxa; nella mia piccola realtà dove vedo pazienti di ogni tipo, devo ammettere che il numero di mamme desiderose di fare girare il feto dopo la 34 esima settimana e di mamme che fanno il percorso preparto dalla 36 fino alla 40 esima, è purtroppo assolutamente insignificante per fare casistica. Sono ad oggi grandemente entusiasta per la sorprendente efficacia del trattamento anche se la comunità scientifica resta scettica e prende le distanze su tutto quello che non è in grado di calcolare e soprattutto di spiegare; fino ad ora tutte le mie mamme sono riuscite a rispettare il tempo richiesto dalle tabelle riducendo di molto la tensione psichica ad essa collegata.

Condividi

Comments are closed.