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Di tempo non ce n’è: prendiamocelo

Ad agosto si inizia a pensare che manca poco ormai alla fine della stagione estiva, la maggior parte degli Svizzeri sarà già di rientro dalle ferie e gran parte degli Italiani si prepara alla partenza nelle due settimane a cavallo di Ferragosto.

Le giornate si accorciano sempre più anche se non ce ne accorgiamo ancora grazie all’ora legale, le date degli impegni lavorativi di Settembre si avvicinano. Qualcuno su Facebook ironizza su quante settimane mancano a Natale, una ventina circa, da non credere! E per il calendario cinese con il 8/9 di Agosto inizia a germogliare la stagione autunnale in cinese Li Qiò, che arriverà a maturazione con il 22 settembre giorno dell’equinozio.

A quel punto anche se il clima sarà mite e meravigliosamente dolce, l’estate sarà solo un nostalgico ricordo. Le occasione di prendere aria e sole in libertà, di stare nudi e scalzi senza problemi, di fare il bagno nel mare, nel lago, nel fiume e di stare fuori e con finestre spalancate fino a tardi sulla via del tramonto.

A molti capiterà di vivere come una sensazione di non goduto a sufficienza, non sfruttato a pieno, chi per senso di dovere nei confronti del proprio lavoro o stipendio, della propria casa o famiglia impegnative o per semplice fedeltà alle idee alle quali ci siamo fissati. In tanti riconoscono di non averla vissuta quest’estate come molti, prima di morire, la vita stessa. Non ci siamo sentiti liberi di prendercelo il tempo per andare qualche ora nel bosco, in riva al fiume, al mare oppure al lago. Non ci siamo concessi il lusso di godercela la nostra natura e con essa la nostra libertà di fare quello che ci piace.

Senza pensare ai figli, ai mariti, alle mogli, ai genitori, ai colleghi, al lavoro oppure ai nostri problemi, alle nostre ferite o sofferenze. Non ci siamo permessi di sperimentare l’assoluto egoismo; quello sanissimo che ti vuole bene e non ti lascia in fondo alla lista delle cose da fare ma invece si ricorda di te ad ogni piccola occasione, rubando il tempo per farti stare bene. Quel sano egoismo che sa riconoscere quello che non serve veramente ne a te ne agli altri che senza di te non sono perduti ma si ritrovano anche loro.

Quel sano egoismo che ci rende capaci di saltare fuori dalla nostra gabbia mentale fatta di doveri, ma anche di paure, di ansie, di frustrazioni e di cordoglio di noi stessi. Quel saperlo fare veramente ora e in ogni momento possibile, che non significa credere di poterlo fare quando si vuole, come fa il tossicodipendente che crede di poter smettere quando vuole lui.

Uscire dalla gabbia anche una sola volta ti da la possibilità di ripeterlo e di vedere tutto sotto un’altra prospettiva se non ti riaddormenti subito ovviamente. Non è necessario decidere di partire per un Ashram in India, può essere sufficiente una pausa di 2-3 ore, la lucidità di prepararsi uno zainetto con le cose necessarie a stare bene come si farebbe pensando a una gita con un bambino piccolo. Qualcosa da bere e da mangiare,  occhiali, cappellino, crema e occhiali solari e scarpe comode mi raccomando, e pronti, partenza… via.

Per fare questo è necessario scegliere, non si può andare a destra e sinistra insieme, non si può leggere la mail e guidare, nuotare e telefonare. Nella consapevolezza di avere poco tempo da sfruttare è indispensabile operare una scelta non solo per cosa mettere nello zainetto che non ci ingombri troppo ma anche cosa riuscire a fare; in quel qui e ora. Magari non sarà l’Everest ma una valle raggiungibile, non sarà l’oceano ma un bellissimo fiume. Credere di avercelo il tempo per fare tutto quello che si vuole con calma al momento giusto è un falso, è il piú comune dei falsi che nasconde la scusa per non fare niente.

Il tempo di oggi non tornerà mai indietro, usiamolo avidamente perché è prezioso. Possiamo scegliere di non fare niente oppure di fare quello che meno ci aggrada fare,  riconoscendo questa atto come una nostra scelta. Oppure possiamo rubarlo il tempo per regalarcelo. Ricordiamoci bene che sia l’ipercinetico che l’apatico non scelgono di fare tutto per gli altri fino allo stremo delle forze o di non fare assolutamente nulla anche se necessario ma lo subiscono, non hanno scelto loro. Senza arrivare a questi estremismi patologici dobbiamo imparare a  riconoscere i meccanismi emotivi e mentali che ci legano mani e piedi  a questi comportamenti autodistruttivi. Trovare l’energia e la forza per saltare fuori dalla nostra gabbia significa cogliere quell’attimo perfetto; è necessario essere attenti e non addormentarci “sul non posso”. Dobbiamo imparare a riconoscerci in ogni situazione come liberi viaggiatori capaci di regalarci in ogni occasione piccoli momenti perfetti di un’estate che ricorderemo sempre.

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