La coppettazione è nota a molti fisioterapisti e osteopati ma rispetto all’agopuntura gode di una popolarità molto inferiore tra i pazienti. il suo nome in cinese è Baguanzi preso dalle coppette in vetro che tradizionalmente si usavano per eseguire il trattamento. In inglese il termine è cupping therapy e anche se alcuni vorrebbero identificare la metodica con il proprio nome o come una tecnica da loro inventata e non riproducibile, questa metodica è millenaria come l’agopuntura e ad essa veniva spesso accompagnata.
Oggi come gli aghi anche le coppette sono di diverso tipo, vetro applicate con il fuoco ma anche di silicone applicate attraverso una pressione capace di attivare l’effetto ventosa oppure in acrilico con pompa a mano e talora anche barometro incorporato. Molta offerta ma alla fine un effetto e applicazione similari.
Fra le diverse patologie che beneficiano dell’applicazione delle coppette una delle più eclatanti in termini di risultati tangibili anche se non permanenti sono le scoliosi e le cifoscoliosi.
-Impossibile! – direte voi – una deformazione del rachide come una scoliosi o cifosi non si può modificare come per incanto – invece il paziente che si alza dal lettino riferisce una sensazione completamente diversa rispetto a prima del trattamento.
Il trattamento produce un allineamento della colonna sorprendente che il paziente osserva immediatamente come una scioltezza e libertà di movimento che prima del trattamento non percepiva. Suggestione direte voi, e per evitare questa reazione abbiamo documentato alcune sedute fotografando la colonna prima e dopo l’applicazione delle coppette. I cambiamenti sono visibili ad occhio nudo come potrete osservare voi stessi. In particolare possiamo vedere come tracciando una linea retta passante in tangente sul tratto dorsale questa si trovi distante di alcuni centimetri dai glutei prima del trattamento e si allinei ai glutei dopo di esso.
La paziente che ho selezionato per questo lavoro soffre di una grave cifoscoliosi da quando era piccola ed è stata trattata in maniera conservativa con diversi corsetti quando era in età di sviluppo e ad oggi prosegue diligentemente con dei trattamenti settimanali di mantenimento ed esercizi a domicilio. La percezione di tensione muscolare, rigidità e facile affaticamento sono insieme al dolore dorsale i sintomi con i quali convive da anni e che riconosce molto bene e con estrema lucidità.
E’ stata proprio la sua attenzione ai cambiamenti a suggerirmi questo post; prima del trattamento, nonostante i massaggi e la fisioterapia accadeva che non riuscisse in nessun modo ad appoggiare il tratto lombare al suolo da supina neanche con le ginocchia flesse, situazione che si modifica invece totalmente dopo il trattamento. Anche la sensazione di posizione eretta in piedi che la paziente si sforza di mantenere durante la giornata diventa tutto ad un tratto più facile ed efficace.
Queste modificazioni non sono ovviamente permanenti ma questo accade con ogni farmaco e trattamento fisioterapico conosciuto. Il bello di questo trattamento è che non solo migliora l’assetto della colonna vertebrale ma lavora su punti chiamati Shu del dorso, ognuno dei quali si collega con organi interni e i visceri; il polmone all’altezza della 3° vertebra toracica, il cuore all’altezza della 5° vertebra toracica, il diaframma all’altezza della 7° vertebra toracica, il fegato all’altezza della 9° vertebra toracica, la vescica biliare all’altezza della 10° vertebra toracica, la milza all’altezza della 11° vertebra toracica, lo stomaco all’altezza della 12° vertebra toracica, il rene all’altezza della 2° vertebra lombare, gli intestini crasso e tenue rispettivamente all’altezza della 4° vertebra lombare e della 1° sacrale e infine la vescica urinaria all’altezza della 2° sacrale.
I punti si localizzano bilateralmente a circa 4 cm dall’apofisi spinosa e decorrono sui muscoli delle docce paravertebrali dove si trovano a diverse profondità i muscoli estensori della colonna vertebrale, dal punto di vista muscolare quindi vi è una logica sulla stimolazione di questi muscoli, ma non è tutto: il lavoro che si produce con la coppettazione permette alla colonna intera di far circolare meglio l’energia in tutta la sua estensione e di attingere anche all’energia più interna appunto collegata con gli organi e visceri.
Certamente non possiamo misurare in termini energetici cosa accade internamente ma è rassicurante sapere che il lavoro tende comunque sempre a armonizzare ed equilibrare oltre che energizzare tutti gli organi tra di loro. Il sistema energetico del corpo è naturalmente costruito per tendere verso l’equilibrio come quando mettete in comunicazione diversi recipienti alcuni pieni e altri vuoti, alla fine saranno tutti mezzi pieni.
Per concludere si tratta di una tecnica che, se usata correttamente e con sapienza, offre alla colonna vertebrale affetta da importanti deformazioni una sorta di respiro e tregua ben percepite dal paziente e direi visibili dalla modificazione della sua postura. Una possibilità che andrebbe ulteriormente studiata e documentata su larga scala inserendo magari questa potente metodica terapeutica negli studi e quindi negli strumenti fisioterapici classici.