Il peperoncino secondo la dietetica cinese
3 Luglio, 2017
Il finocchio è il miglior alleato delle donne
24 Luglio, 2017

C’è CIN e CIN

Vorrebbe essere un titolo spiritoso ma ad essere sincere c’è poco da ridere.

Con il termine CIN intendiamo la sigla di neoplasia intraepiteleliale cervicale, il termine già fa accapponare la pelle e ovviamente su queste classificazioni esistono molte incomprensioni e malintesi.

Neoplastico è un tessuto che tende a svilupparsi in modo eccessivo ma che non ha necessariamente un’accezione di malignità. Ma oggi come oggi sia tumorale che neoplasia sono termini che spaventano moltissimo. Resta il fatto che una volta si usava il termine displasia per alludere a una alterazione cellulare che poteva in casi rari o elevati evolvere in una neoplasia maligna e per questo si parlava anche di lesioni precancerose.

Potremmo già chiederci: ma perchè chiamare neoplasia qualcosa che ancora non è tale? Ma proseguiamo con ordine.

Un pap test è quell’esame assolutamente innocuo che consiste nel prelevare con una spatolina e una specie di scovolino, cellule esfoliate naturalmente (ovvero già in fase di ricambio o cellule superficiali in via di esfoliazione spontanea),  in sede vaginale e sul collo dell’utero della paziente. Il materiale raccolto viene strisciato su un vetrino, fissato con un conservante ed esaminato al microscopio a tempo breve. Questo esame è chiamato esame citologico ginecologico ovvero si esaminano le singole cellule raccolte presenti in un ambiente vaginale e uterino e serve come screening di massa ovvero come esame preventivo di scrematura tra paziente sana e paziente “sospetta non sana”.

Si tratta perciò di un prelievo di cellule superficiali e non di un prelievo bioptico e quindi le cellule prelevate  possono al momento del prelievo essere ancora vitali  ma anche  già francamente in via di decomposizione. La miglior salute della mucosa è ovviamente data dalla presenza di una minima patina di cellule morte o esfoliate.

Immaginate una lingua bella rosa e brillante e una lingua con una patina appicicosa che contiene muco e in esso cellule esfoliate intrappolate. La prima indica una salute dello stomaco e dell’individuo la seconda un disturbo da individuare con precisione e, se possibile, trattare. Ricordo inoltre che una cellula in via di decomposizione va incontro a ovvi meccanismi di alterazione cellulare.

La classificazione dello striscio vaginale una volta era basata esclusivamente su 5 classi ben precise. La prima era quella degli strisci perfettamente normali, la seconda quelle delle alterazioni legate a infiammazioni e infezioni, la terza quelle delle alterazioni cellulari a carattere francamente pretumorale, (la cosiddetta displasia a sua volta divisibile in lieve, moderata e grave a secondo dal tipo di alterazione e dal numero di queste alterazioni), la quarta quella della neoplasia ancora limitata allo strato superficiale della mucosa, (il carcinoma “in situ“), la quinta quella del carcinoma invasivo che ha quindi superato l’epitelio di rivestimento superficiale.

I CIN in realtà sono 3 gradi di lesioni cellulari riscontrati su un esame istologico ovvero si tratta di una biopsia fatta su un tessuto ancora vivo. Non si esaminano le singole cellule ma l’insieme del tessuto. Oggi la tendenza è quella di associare una determinata lesione citologica (rilevata con pap test) a un CIN ( risultato di una biopsia) ma si tratta di una estrapolazione (Vedi tabella in fondo a questo articolo). In realtà le sigle CIN 1, Cin 2 e Cin 3 dovrebbero sempre essere usate a seguito di un esame bioptico mirato (cosa difficile senza una lesione visibile precisa) oppure una conizzazione, ovvero il prelievo di una ampia area di tessuto uterino.

Ne consegue  la ovvia e logica tendenza degli ultimi tempi ad attribuire i CIN più in eccesso che in difetto. Ecco che le pazienti con CIN 1 e CIN 2 quasi mai evolvono in neoplasie conclamate ma regolarmente si spaventano terribilmente cosa che non giova di certo al sistema immunitario. Mentre esiste una netta diversità di gravità sostanziale tra il riscontro di una forte displasia cellulare e il riscontro di cellule a carattere francamente cancerogeno presenti nel pap test entrambi associati a CIN 3.

Raramente vengono forniti suggerimenti concreti,  a partire da una maggior attenzione alimentare che favorisca frutta e verdura, un attenzione a non stancarsi troppo e prendersi momenti di riposo, all’utilizzo di sostanze fitoterapiche ad azione antineoplastica e antiapoptosica note come il Ganoderma Lucidum oppure l’agopuntura che invece agisce potenziando il sistema immunitario e sulla persona nel suo insieme, favorendo la circolazione sanguigna e la riduzione della condizione di infiammazione dell’apparato genitale.

Quando il tessuto è costantemente infiammato e il sistema immunitario poco attivo, aumentano le possibilità di sviluppare lesioni cancerose, questo è ormai ben riconosciuto da tutto il mondo scientifico. Il riscontro di displasie cellulari, indipendentemente dalla loro entità, dovrebbe spingerci, parallelamente all’aspetto squisitamente diagnostico, verso una terapia preventiva nella sua accezione di insieme più di qualsiasi altra patologia.

Moltissime mie pazienti  sono passate da un referto di CIN 1 o CIN 2 estrapolato con il pap test a un esame citologico completamente nella norma dopo meno di 3 mesi di agopuntura e fitoterapia mirate e il risultato è stato mantenuto nel tempo. Quello che osservo non senza un dispiacere è che sono  sempre le pazienti in prima persona a decidere di seguire questa strada; l’iniziativa non viene appoggiata ne tanto meno suggerita dai colleghi e credo che, soprattutto in questi casi, sia un vero peccato.

Resta sempre un incomprensibile atteggiamento di indifferenza totale o di negazione dell’effetto benefico dei trattamenti a favore di un pensiero di incondizionato scetticismo di fondo con il quale quale si considera che quando il CIN sparisce, allora questo significa che la paziente sarebbe comunque guarita spontaneamente.

Condividi

1 Comment

  1. Franz ha detto:

    Wow! Preciso!