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Termini e Condizioni
Nella seconda trilogia di Guerre Stellari viene costruito un esercito costituito da individui clonati a partire da un unico soggetto originale. Quando si parla di questo tipo di tecnologia, la domanda che tutti si pongono è ovviamente se tutto questo rimarrà nella fantascienza oppure un giorno farà parte della scienza, ordinaria oppure no.
A che punto siamo con la clonazione in termini pratici? La clonazione di animali a partire da una cellula di un esemplare selezionato è stata realizzata in diverse occasioni sia come esperimento scientifico che con l’obiettivo di selezionare e ovviamente duplicare un soggetto animale con caratteristiche magari specifiche di eccellenza, che potrebbe essere un cavallo da corsa, una mucca con elevata possibilità di dare latte o carne particolarmente buona.
Ebbene economicamente sarebbe un grande vantaggio alla stregua della modificazione genetica sui vegetali. Inoltre i cloni crescono molto più rapidamente che un embrione naturale il che sarebbe doppiamente vantaggioso sempre in termini economici. Ma per ora possiamo stare tranquilli: non mangeremo cloni animali per almeno un bel po’.
Ma questo purtroppo solamente perché gli animali clonati, mucche, pecore, polli diventano estremamente fragili e vulnerabili e si ammalano facilmente. Quindi in termini economici i cloni animali sono molto costosi da ottenere e poco redditizi. Si rischia di compromettere un animale sano ingravidandolo con un embrione clone, questo perché la gravidanza di un organismo clonato è più pericolosa e infine si otterrebbe un individuo che rischia di ammalarsi alla prima occasione.
Esistono poi diverse regolamentazioni sulla clonazione animale che variano da paese a paese: bisogna chiedere molti permessi e motivare la richiesta a centri di sorveglianza sanitaria ed etica.
Un processo quindi costoso non solo tecnologicamente ma anche burocraticamente e soprattutto materialmente. Ipotizzando di clonare una stupenda mucca, si preleverebbe una cellula, la si clonerebbe in laboratorio e poi la si impianterebbe nel ventre di un animale che potrebbe non sopravvivere alla gravidanza generando oltretutto un clone poco resistente. Per ora l’operazione è indiscutibilmente non redditizia.
E curioso sapere però che a tutt’oggi i risultati di questa pratica sarebbero ritenuti a rischio zero per l’introduzione nella catena alimentare. Ascoltando fior fior di scienziati, nutrirsi di questi animali sarebbe a parere medico scientifico del tutto innocuo e senza alcun rischio per la nostra salute.
Chiunque abbia un minimo di sale in zucca avrebbe un idea diversa, ci nutriamo non solo di un sapore che sarà magari analogo ma anche dell’energia di un essere animale, più questo animale è sano e allevato in armonia con la natura e più il cibo in questione sarà qualitativamente elevato.
Come ai giorni nostri non ci si ponga la domanda sul danno che causiamo agli umani (e agli stessi animali) con allevamenti a base di cibi completamente innaturali, farmaci come se piovesse, di cui antibiotici e ormoni quotidiani, ritmi circardiani assenti e movimento fisico spontaneo nullo, è davvero assurdo!
Non solo eticamente ci si dovrebbe sconvolgere ma anche considerare come sia possibile pensare che questo cibo sia sano non posso proprio capirlo. Non possiamo calcolare solo le calorie e le proteine per valutare un cibo. Non dovremmo accettare articoli scientifici che concludono che la carne rossa è nociva e quella bianca invece no. Non è il colore della carne a renderla nociva ma la qualità di quest’ultima. L’accento su cui ci dovremmo soffermare è come viene allevato l’animale e come viene preparata la sua carne trattata industrialmente. Sono queste le domande sulle quali i medici dovrebbero ragionare.
La carne dal punto di vista della medicina cinese possiede inoltre delle specifiche qualità intrinseche non adatte a tutti i soggetti e soprattutto non adatte in qualsiasi momento. La dietetica cinese su questo è molto precisa, sono molti i fattori che dobbiamo tenere in considerazione: la costituzione individuale, l’età, la condizione climatica, lo stile di vita, la condizione di salute del momento e infine la frequenza con la quale si assume l’alimento. Sono tutti questi dati a rendere la carne un alimento più o meno sano o nocivo alla nostra salute.
Il mio consiglio personale è quello di mangiare meno carne possibile preparata industrialmente e proveniente dagli allevamenti intensivi. Mangiamone meno e mangiamola di qualità: una mucca che abbia pascolato, un pollo che abbia visto la luce del sole: forse se facessimo tutti così gli stabilimenti da allevamento intensivo chiuderebbero i battenti. Facciamo qualche domanda al nostro macellaio e scopriremo che alla fine è la domanda a creare il mercato.
Lavoriamo troppo e ci resta pochissimo tempo per occuparci anche di questo, cerchiamo su internet magari scopriamo che vicino a casa nostra ci sono piccoli allevatori magari anche onesti e attenti alla qualità, e togliamo denaro alla grande distribuzione. Ne guadagneremo tutti, sia noi che gli animali che verrebbero ad essere sempre meno allevati industrialmente con i metodi barbari che ormai tutti conosciamo.