Per quello che riguarda l‘allergia all’ambrosia che potremmo considerare una pollinosi autunnale, come per le pollinosi primaverili è giusto iniziare con un’adeguata prevenzione almeno dalla prima settimana di febbraio e in alcuni casi già da gennaio. Sarebbe corretto iniziare con la prevenzione già dal mese di luglio e perlomeno per tutto il mese di agosto.
Molti pazienti se ne dimenticano completamente fino a quando iniziano i primi sintomi allergici che a seconda del clima possono iniziare già dopo la metà di agosto più facilmente ai primi di settembre e prolungarsi fino a tutto il mese di ottobre. Cerchiamo di insegnare al paziente già in cura da noi, il concetto della prevenzione mediata da sedute di agopuntura che possono essere fatte regolarmente tra un episodio di pollinosi e l’altro con una cadenza che può andare da una volta ogni quattro settimane a una volta ogni due.
Quando esistono casi importanti di allergia e nei periodi di chiusura dello studio come per l’appunto in agosto consigliamo di acquistare in anticipo i fitoterapici ad azione sintomatica ma soprattutto di assumere per i due mesi precedenti fitoterapici capaci di moderare la risposta istaminica e l’attivazione dei linfociti T.
Sotto il periodo di pollinazione i trattamenti possono aumentare di intensità e di frequenza per far fronte ai disturbi in modo più efficace riducendo al minimo l’assunzione di antistaminici o cortisonici.
Ci stiamo organizzando per avere una sorta di calendario con il quale richiamare all’ordine i nostri pazienti distratti e poco attenti alla prevenzione ma ancora non ci siamo riusciti, un po’ perché siete tanti, un po’ perché sono già tantissime le cose alle quali facciamo fatica a stare dietro. E forse anche perché ci sembra di togliere in una certa maniera la libertà ai nostri pazienti trattandoli da bambini.
Pensarci a ferragosto quando quasi tutti gli studi medici sono in chiusura estiva, cercando una soluzione alla rinite o all’asma allergica magari nell’ambulatorio sanitario di guardia medica più vicino alla zona in cui siete ancora in vacanza oppure dietro casa vostra non dovrebbe essere la soluzione di prima scelta.
Sperate che quest’anno il disturbo non si faccia vivo? Oppure sperate che l’ambrosia sia stata distrutta da una strana malattia che colpisce le piante selvatiche, oppure ancora che sia avvenuta una mutazione benigna di questa pianta? Direi che non basta sperare, la dieta costante e l’attenzione ai cibi che sappiamo esserci nocivi (anche quelli che ci piacciono tanto), una cura regolare per tutto il corso dell’anno e una maggior attenzione nei due mesi che precedono la pollinazione mi sembra siano una cosa molto utile.
Purtroppo una volta iniziato il periodo acuto diventa difficile poi scegliere di non assumere farmaci sintomatici, così come venire in studio ogni giorno o ogni due. I disturbi legati all’allergia all’ambrosia possono essere lievi e sopportabili ma sono spesso molto fastidiosi sia per la ripresa del lavoro che della vita scolastica. Nei casi molto gravi di asma dei bambini la scelta di prolungare la vacanza in un luogo di villeggiatura lontano dall’ambrosia è senza dubbio la cosa più sensata ma purtroppo non sempre fattibile per i nostri impegni.
Il mio consiglio è sempre: pensiamoci prima e prepariamoci in tempo utile.