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Agopuntura: i casi dei pazienti difficili

agopuntura pazienti difficiliIn questi ultimi anni di studio e di utilizzo quotidiano dell’agopuntura ho scritto moltissimo su di essa, sul suo funzionamento e sui diversi metodi di applicazione oltre che sull’effetto riabilitativo di questo trattamento che, a differenza della maggioranza dei farmaci, non genera dipendenza ma una progressiva stimolazione del potenziale di salute residuo dell’individuo.

Ho scritto che l’agopuntura non causa effetti collaterali nel senso classico del termine, dove l’effetto collaterale di un farmaco tende a protrarsi per tutta la durata del trattamento fino alla sua sospensione e talora quando passa è solo perché si è generato un effetto di assuefazione che di solito si accompagna con un effetto collaterale più profondo e nascosto. Per esempio un farmaco che genera prurito cutaneo può generare in seconda istanza un appesantimento della funzionalità epatica o renale con scomparsa del prurito.

Gli effetti “collaterali” a lungo termine dell’agopuntura sono sempre effetti non voluti ma graditi; un miglioramento del sonno, della funzionalità digestiva e intestinale oppure della possibilità di stare bene, inteso come benessere in senso lato. Questi effetti spesso non sono il motivo per il quale il paziente si rivolge a noi ecco perché li definisco collaterali positivi o contro-collaterali. Questo succede perché l’agopuntura gradualmente spinge il corpo verso il suo equilibrio fisiologico naturale, mentre il farmaco molto spesso crea un equilibrio artificiale spostandosi progressivamente da quello naturale.

Tuttavia è giusto e doveroso chiarire che nei pazienti delicati e complessi l’inizio può essere talora difficile; possono comparire una forte stanchezza, ma anche disagi di varia natura come febbre, malessere generale. Oltre al possibile peggioramento del disturbo doloroso, possono emergere anche altri punti dolenti e aspetti ansiosi.

Di solito si tratta di pazienti la cui patologia è profonda e stratificata, con disturbi di vecchia data non trattati o mal trattati, con disturbi profondi e multipli, oppure molto debilitati o che utilizzano molti farmaci ma anche particolarmente sensibili.

Per alcuni l’inizio è quindi difficile e talora violento. Ricordo ancora il mio primo trattamento come paziente in realtà facevo da esempio in una lezione di agopuntura.  Sono tornata a casa litigando con i mie parenti e piangendo calde lacrime, reazione assolutamente non consueta per me che di solito sono sempre contenta; ho avuto febbre e mal di gola, di nuovo strano in quanto ero uno di quei soggetti che non si ammala mai. Insomma in apparenza un disastro ma sentivo che qualcosa dall’interno era uscito, qualcosa di cui mi ero liberata.

Ero giovane e piuttosto sensibile, non saprei dire se la reazione potente fu data dalla mia particolare sensibilità oppure dal fatto che con la mia attenzione seguissi il percorso degli aghi e il collegamento tra di essi in modo attivo e quindi mentalmente riuscissi a potenziarne l’effetto, non saprei proprio, quello che so è che questo può accadere: è raro, ma può accadere.

L’idea è quella di una casa disordinata, quando iniziamo a pulirla e sistemarla possiamo aumentare il disordine e lo sporco e renderla per il periodo dei lavori in corso assolutamente poco piacevole. Questo in agopuntura significa lavorare sulla radice ovvero in profondità  e non solo sul sintomo.

E importante peró che vi sia nella mente di chi legge una chiara distinzione tra effetti collaterali classici e questi effetti anch’essi collaterali; sono esattamente uno l’opposto dell’altro. Il primo si genera perché un equilibrio biochimico è stato alterato o squilibrato e il secondo perché un nuovo equilibrio vuole essere ripristinato.

Quello che ci proponiamo di fare è sempre quello di lavorare prima sul ramo ovvero sui sintomi che portano il paziente dal medico e solo gradualmente e con calma intervenire sulla radice del disturbo. Ecco che di fronte a una reazione individuale così forte, dobbiamo lavorare riducendo non la frequenza ma l’intensità del trattamento, meno aghi e sopratutto meno tempo. Poco ma spesso, è un concetto di diluizione del tutto individuale e da calibrare sul paziente.

E’ come se dovessimo mettere un freno e rallentare il percorso di guarigione che il corpo in modo spontaneo accelera in modo esagerato. Purtroppo non possiamo saperlo a priori e questa spiegazione potrebbe anche scoraggiare molti pazienti o sembrare il classico bugiardino scarica barile dei farmaci. Oggi si vuole stare bene subito e possibilmente senza fatica.

Si stratta di un percorso di guarigione che appunto può scavare anche sulla radice ovvero sulla causa di un disturbo ma non sempre il paziente è in grado di accettare un seppur transitorio peggioramento del suo stato. E’ facile che si spaventi e si possa allontanare definitivamente da questo tipo di cura pensando che possa nuocergli oppure di essere incappato in un incompetente.

Un vero peccato perché una risposta violenta è sempre una grande consigliera di informazioni preziose sul paziente e indica invece una ricettività del soggetto. Una volta informato il medico agopunturista dei disturbi con fiducia e curiosità, aggiustare il tiro diventa facilissimo.

Non è affatto richiesto di soffrire ad oltranza, sappiate che per ogni persona è sufficiente calibrare il trattamento alla sua risposta del tutto individuale.  

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