Ricette ghiotte per celiaci: Schiacciata di mais by Gabriella
7 Novembre, 2013
Il falso mito dell’eterna giovinezza e della super efficienza
18 Novembre, 2013

Quali esercizi o terapie in caso di dolore?

Questa è una delle domande che ricevo più frequentemente per posta elettronica ed è giusto fare un discorso preciso. Mi è difficile rispondere a distanza senza vedervi, non esiste un esercizio utile a tutti e neanche una terapia fisica utile a tutti. Prescrivere a tutte le lombalgie la tecar oppure a tutte le discopatie l’ozono non è a mio parere un modo astuto di trattare questi disturbi che sono estremamente diffusi e talora estremamente debilitanti. Il rischio è che il trattamento così prescritto non sia efficace

Non è la terapia in sé ad essere inutile, è la mancanza di prescrizione adeguata che la rende inefficace. La ginnastica, la fisioterapia sono la stessa cosa soprattutto se non sono eseguite ad personam. Ma in questi casi fortunatamente molti fisioterapisti sanno per esperienza professionale a chi proporre alcuni esercizi e a chi no oppure con quale intensità applicarli, il risultato dipenderà dalla persona e non dalla prescrizione medica.

La diagnosi è importante e non va fatta solo sulla base della risonanza magnetica oppure delle lastre e dell’ecografia ma sulla base dei sintomi specifici. Qualità, durata, frequenza del dolore, movimenti scatenanti, ricorrenza, patologie o disturbi associati, farmaci assunti.  Il dolore potrà assumere una caratteristica e origine totalmente diversa da caso a caso e una diversa localizzazione: articolare, capsulare, legamentoso, tendineo, muscolare o polimuscolare oppure nevralgico.

Questi casi andrebbero considerati in modo diverso soprattutto quando si applicano terapie fisiche che usano  il calore endogeno oppure il movimento fisico.  Non c’è piltates o yoga o nuoto che fanno oppure non fanno bene! E’ troppo individuale e variabile anche sulla medesima persona. Un bel pasticcio e quindi capite che dirvi cosa fare è piuttosto complesso.

Ma quello che posso fare è mettervi in guardia su quello che può nuocere oppure non essere efficace:

In caso di dolore non traumatico ovvero in assenza di un trauma che abbia rilevato una lesione ossea, tendinea, muscolare il movimento non andrebbe mai completamente bloccato anche se genera dolore; l’immobilità completa peggiora il dolore e rallenta il percorso di guarigione. Lo stesso discorso vale per l’applicazione del ghiaccio: è utile nelle immediate fasi post traumatiche o post chirurgiche ma limita e contrae la circolazione del sangue e può peggiorare la stasi e quindi il dolore e il recupero anche se contrastare l’infiammazione è importante.

L’ozono terapia è molto utile quando esiste un frammento erniario espulso in quanto agisce asciugando ovvero disidratando il tessuto erniario; in questo modo se ne limiteranno le dimensioni e quindi il dolore secondario. In caso di discopatie multiple ovvero di un tessuto ancora vivo con localizzazioni su più livelli discali è molto più utile una terapia di correzione posturale che sia in grado di riportare i dischi intervetebrali ancora mobili nella posizione corretta e non asciugarli rendendoli meno elastici.

L’infiltrazione di cortisone direttamente in regione tendinea è spesso un sollievo immediato e veloce ma non privo di rischi; da un lato quello di rompere il tendine (è raro ma può succedere) dall’altro di renderlo più fragile e sottile e quindi a lungo andare a più alto rischio di lesione e infiammazione e quindi di recidiva. L’infiltrazione con acido ialuronico è utile ma va sempre considerata come invasiva e quindi va fatta in ambiente altamente sterile per limitare al minimo il rischio infettivo soprattutto nei pazienti immunodepressi e fatta con molta cautela nei pazienti scoagulati per l’elevato rischio emorragico.

La terapia con calore endogeno come ultrasuono o tecar terapia sono molto utili quando il disturbo infiammatorio  è lieve come nei dolori cronicizzati o ricorrenti oppure post acuti perchè favoriscono la circolazione di sangue nell’area coinvolta e un’accelerazione del percorso di guarigione dei tessuti coinvolti. In fase iperacuta invece queste terapie possono aumentare il dolore  soprattutto se applicate solo localmente e per tempi lunghi come si fa in Italia

I movimenti in caso di dolore articolare non vanno mai fatti con velocità ne con violenza e preferibilmente devono essere eseguiti su un singolo piano di movimento. Per esempio: in un collo doloroso la rotazione destra-alto-sinistra basso chiamata circonduzione e classicamente consigliata è da evitare soprattutto in caso di rigidità  severa. Esiste poi per ogni singolo problema meccanico un esercizio più favorevole di altri e talora anche esercizi francamente da evitare ma qui entriamo nello specifico e la cosa si fa complessa. E’ però giusto sapere che il lavoro spesso più utile è quello che potremmo chiamare posizione compensatoria ovvero che compensa la posizione scorretta normalmente assunta dal corpo. In questo caso vi consiglio di rivolgervi a un fisiatra oppure un fisioterapista esperto se possibile con formazione avanzata in metodi di terapia manuale come Mc Kenzie e Mulligan.

L’agopuntura per il dolore è molto utile sia in fase acuta post chirurgica o traumatica, come in quella cronica e degenerativa così come nelle difficili forme nevralgiche, magari poco sensibili alle terapie farmacologiche. L’agopuntura infatti può essere usata localmente come una terapia fisica oppure a distanza generando una sorta di movimento interno che favorisce il miglioramento della circolazione del sangue esattamente nella sede desiderata. Con questa metodica è possibile agire contemporaneamente sul dolore e sull’infiammazione con più efficacia di un cortisonico.  Inoltre se usata a lungo a differenza di quest’ultimo, l’agopuntura favorisce la guarigione dei tessuti lesi e il miglior nutrimento di quelli in via di degenerazione o invecchiamento cellulare

Il problema è che non sono molti gli agopuntori esperti in questo specifico settore e potrà capitarvi di trovarne alcuni che vi diranno che l’agopuntura non serve nel vostro caso perchè siete troppo acuti oppure troppo cronici. Il problema in questo caso non sono i possibili effetti collaterali o indicazioni ma piuttosto la scarsa esperienza dell’agopuntore. In questo caso potete usare questi sistemi: verificare che ci sia una reale specializzazione e scuola di agopuntura di formazione e accertatevi che l’agopuntura non rappresenti una pratica occasionale ma piuttosto uno  studio continuo e se possibile un’esperienza clinica quotidiana.

 

Condividi

Lascia un commento

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.
Inserendo un commento acconsenti al trattamento dei tuoi dati. Per maggiori informazioni consulta la nostra Informativa
I campi seguiti da "*" sono obbligatori

Per pubblicare il tuo commento devi confermare di aver letto la avvertenza di rischio.