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Sabato 28 Settembre I° Convegno internazionale di miofibrolisi integrata

Mentre i ministri del PDL come marionette rassegnavano le loro dimissioni distruggendo in men che non si dica l’intero lavoro del governo di questi ultimi mesi (magari anche discutibili ma pur sempre un impegno), un gruppo di uomini di buona volontà si riuniva a Monza per confrontare le proprie esperienze professionali in campo riabilitativo e nel trattamento delle patologie muscoloscheletriche all’insegna del desiderio di saperne di più, da un lato, e dall’altro di condividere novità e scoperte ottenute sul campo di battaglia.

Non già per dare aria a denti come in molti convegni medici dove emerge spesso l’autocompiacimento delle proprie parole più che il desiderio reale di comunicare qualcosa al pubblico, e dove frequentemente la retorica si sostituisce alla possibilità di sviluppare un pensiero creativo e di stimolo per l’intera classe medica.

Un convegno non istituzionalizzato ne promosso da alcuna casa farmaceutica ma fortemente voluto  dai suoi inventori che non cessano di essere tali: inventori. Professionisti di alto livello che si mettono alla sera e nel loro tempo libero a pensare a come fare per migliorare gli strumenti dell’attuale metodica della miofibrolisi integrata.

Un impegno questo che costa loro non solo tempo ma anche denaro nell’ ideazione di sempre nuovi e raffinati strumenti. Segno della  vitalità e della continua creatività di questa arte medica che come indica il nome integra numerose metodiche e varianti di applicazione pratica.

Un lavoro di ricerca e studio continuo non già guidato  da interessi economici ma dalla propria passione professionale e  forse dal desiderio di lasciare ai posteri qualcosa di loro. Esistono ancora persone così vi chiederete voi?

Si esistono le conosco da più di 10 anni e il loro fervore non muta con il tempo, non si spegne con le difficoltà che di volta in volta possono trovare nella burocrazia della brevettazione degli strumenti piuttosto che nella creazione dei prototipi che spesso devono essere rifatti da capo più e più volte prima di arrivare al risultato definitivo.

Il pensiero creativo resta la forma più elevata di possibilità di crescita e di evoluzione umana soprattutto se associata alla volontà di condividerla con altri con semplicità e umiltà per un arricchimento reciproco e senza settarismi, senza un evidente e dominante calcolo economico o  desiderio di autocelebrazione.

Questa è stata l’atmosfera del convegno di sabato  che spero sia il primo di una lunga serie di sempre più importanti appuntamenti. Un gruppo piccolo di medici, fisioterapisti e terapisti che sapeva ascoltarsi  e integrarsi pur provenendo da esperienze professionali anche molto diverse tra di loro.

E’ una spinta che nasce da dentro e che  il mondo di oggi tende a spegnere nel nome della omologazione e certificazione di idoneità che sembrano tutelarci ma che rischiano di soffocare le menti di uomini che tanto hanno da dare a chi sa ascoltare.

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