Da quando ero ragazza le farfalle hanno sempre rappresentato una sorta di dimensione magica e fantastica: ovunque andassi, facilmente me le trovavo intorno a danzarmi vicino quasi ad invitarmi alla loro leggerezza e alla loro essenza di pura bellezza e perfezione.
Rimanevo non solo incantata a guardarle ma mi sentivo quasi protetta dalla loro presenza come avvolta in un invisibile mantello che mi donava forza, ricaricandomi di quel candore di cui spesso mi vergognavo ma che poi nel corso degli anni ho capito essere una benedizione.
Solo dopo molti anni di questo strano rapporto con le farfalle mi viene regalato il bellissimo libro di Herman Hesse appunto intitolato “Farfalle” di cui vorrei ricordare un passaggio; “Bisogna essere ciechi o estremamente aridi se alla vista delle farfalle non si prova una gioia, un frammento di fanciullesco stupore goethiano” e ancora “ogni volta che riesco a vivere in sintonia con un frammento di natura grazie all’occhio o a un altro senso , ogni volta che sono da essa attirato e incantato aprendomi per un attimo alla sua esistenza e alla sua rivelazione allora dimentico, in quello stesso istante, tutto l’avido cieco mondo delle umane ristrettezze “
Come non essere d’accordo con queste parole? Eppure delle farfalle ci occupiamo troppo poco come se la vita ci avesse infilato dopo i primi 12 anni di vita un cappuccio sulla testa o dei paraocchi. Molte volte non le vediamo neanche e invece loro sono sempre con noi alcune volte anche in piena città, nell’abitacolo della nostra automobile e nella strette mura della nostra casa. Non le vediamo e non badiamo a loro perchè abbiamo altro da fare, altre priorità, e crediamo di non avere il tempo per stupirci ogni singola volta come fosse la prima.
Si perchè non esiste una farfalla uguale all’altra e se vi prendete il tempo per guardare bene lo potrete constatare con i vostri occhi: sono un’infinità di disegni, forme e geometrie che un architetto o un designer non potrebbe inventarne di più belle. Gli accostamenti dei colori sembrano fatti al tavolino da uno stilista, marroni con puntini arancioni e azzuri ma anche le più semplici e monocromatiche sono affascinanti e sembrano invitarci a partecipare alla danza della vita con la loro stessa leggerezza.
Credo che questo stupore come lo definiscono prima Goethe e poi Hesse, non possa essere relegato all’infanzia ma dovrebbe essere nuovamente insegnato come strumento di vita. Ecco che soffermarsi a guardare i dettagli delle ali di una farfalla e non solo dell’ultimo modello di telefonino potrebbe regalarci attimi di un piacere che non ha confini e di un sentire che trasforma e riconduce tutto all’Uno.
Un battito d’ali, un momento anche brevissimo ma che lascia una traccia e una ricchezza molto più profonde e durature di quanto non si possa immaginare. Si tratta di un nutrimento indispensabile di cui spesso ci dimentichiamo, altro che selenio, zinco e magnesio: questo è l’integratore più ecologico ed economico che io conosca e di cui non dovremmo mai rimanere sprovvisti per troppo tempo.
Gioielli di cui spesso dimentichiamo anche l’esistenza.
2 Comments
…il suo articolo…è come la farfalla stessa…semplice ,se cosi posso definire il cuore dell’anima dove viene racchiuso quel senso di stupore…che è l’essenza dell’ essere…perche,cosa o chi siamo?se siamo nell nulla?!come prenderemo la coscienza che esistiamo se non possiamo stupirci?!come non ammettere che si!!!noi viviamo!!!nel mezzo delle rovine della vita attuale…come si puo sopravvivere le tragedie che ,esattamente come le farfalle ,fanno spesso parte della propria vita….si!lo stupore…alla vista di una farfalla;di uno sguardo caldo e particolare, da parte di una persona del tutto sconosciuta;lo stupore…che invade di fronte del sorriso di un bambino…lo stupore …nel notare un unico papavero in bel mezzo della discarica urbana…grazie,Cathe…di avercelo rammentato…è lo stupore che è l’essenza dell’Anima che Vive!La prova che a volte si cerca per rispondere a se stessi che… siamo!Noi …siamo…”semplicemente”…siamo…e null’altro conta piu questo…Grazie…
Condivido in pieno la tua descrizione delle farfalle.
E’ impossibile per me trattenere il sorriso quando ne vedo una.
🙂