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Lo sperone calcaneare una debolezza non solo di Achille!

Lo sperone calcaneare è incriminato come colpevole in diverse situazioni dolorose a carico di svariati dolori localizzati in regione calcaneare ovvero ai talloni. Punto debole non solo di Achille… ma anche di numerose altre persone senza pedigree!

Lo sperone, così chiamato per la suo posizione che richiama appunto lo sperone degli stivali da cavallerizzo, è una calcificazione ossea che si trova esattamente nell’inserzione del tendine di Achille con l’osso calcaneare. I numerosi dolori ad esso collegati sono il più delle volte dovuti a infiammazioni dei tessuti molli localizzati in queste sedi.

Si tratta per lo più di borsiti, tendiniti, cisti tendinee visibili. Ad eccezione della cisti tendinea che corrisponde a una neoformazione infiammatoria localizzata sui tendini, di solito a contenuto liquido o gelatinoso, le altre sono tutte normalissime strutture fisiologiche del piede che vanno incontro a un processo di infiammazione con secondario dolore localizzato.

Ecco perché la terapia attualmente più in voga è l’infiltrazione cortisonica e non più il bombardamento dello sperone con raggi X (vedi Roetgen terapia, grazie a Dio ormai obsoleta). Si, perché per anni questi speroni sono stati aggrediti con raggi X per ridurli di dimensioni niente po’ po’ di meno che una bella dose di raggi  che tutti sappiamo essere grandemente nociva all’intero organismo.

E’ per questo, presumo, che si continuano a prescrivere lastre ad ogni sospetto e peggio ancora per confermare spesso quello che è già ovvio ad occhio nudo oppure con una buona visita medica! Si vede che le radiazioni ci piacciono molto oppure le sottovalutiamo grandemente, visto che per lunghi anni anche il pianeta che abitiamo è stato irradiato durante gli esperimenti sulle bombe atomiche.

Ma torniamo allo sperone; oggi dopo un bell’Rx, giusto per vederlo meglio, lo si elimina con bombardamenti ad ultrasuoni oppure con una limatina chirurgica. Nessuno pensa che se queste strutture si sono formate, magari esiste una spina irritativa in grado di riformarle e tanto meno che modificandola possiamo eliminare il disturbo alla sua radice.

E’ possibile che nel 2013 osserviamo uno sperone calcaneare e pensiamo solo a toglierlo ovvero solo ad agire localmente senza andare a guardare alla fonte? Eppure di nozioni su come il corpo sia un sistema complesso e articolato fatto di microcircuiti e di un network ormonale e neurotrasmettitoriale è ormai noto e non ci sono più dubbi. L’osso poi si maneggia e rimaneggia in continuo e può modificarsi in pochissimo tempo. Inoltre numerosi speroni ben visibili ad occhio nudo da una netta protuberanza calcaneare, sono assolutamente non dolorosi e non infiammati.

Ma probabilmente di questa stregua arriveremo a togliere anche quelli come prevenzione e come semplice fatto estetico. Il boom della chirurgia è evidente anche senza guardare ai numeri. E la chirurgia resta ed è ormai la medicina più redditizia.

Eppure questi disturbi dolorosi e talora anche lo sperone stesso si riducono notevolmente lavorando sull’intero schema motorio.

Il semplice cambiamento dei plantari è in molti casi un grande aiuto, usando per esempio dei plantari su misura oppure magnetici, oppure ancora meglio lavorando sui piedi nell’area che corrisponde al reset posturale.

Un trattamento manuale che non si limita alla sede del dolore ma all’intero sistema miofasciale e posturale. Alcune volte è sufficiente una semplice correzione dell’andatura magari aggiungendo un piccolo tacco e una lieve perdita di peso, soprattutto nei pazienti con ventre prominent,e per ottenere un risultato duraturo nel tempo.

E ancora è utile e grandemente efficace lavorare sui meridiani coinvolti e su quelli ad esso collegati facendo scorrere l’energia in modo armonico in tutto il corpo, rimuovendo non solo il dolore localizzato ma eliminando la regione di infiammazione e di ingorgo energetico.

Un lavoro più complesso certo.. nel quale si rischia di migliorare anche qualche altro disturbo oppure di mettersi un po’ più in forma già che ci siamo e ancora acquistare una maggior consapevolezza della propria andatura.

Una visione decisamente più ampia e a 360 gradi che mette il paziente al centro del suo disturbo, che definirei solo apparentemente localizzato ai piedi ma piuttosto in relazione con l’intero corpo.

Una terapia che niente a  che fare con un infiltrazione cortisonica, un bombardamento ultrasonico localizzato e tanto meno una limatina chirurgica dell’osso

E che diamine… non siamo mica dei tavoli!

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