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Il contagio del pessimismo

Il pessimismo al pari di un virus ha la possibilità di contagiare masse anche molto estese alla stregua di una pandemia. Ascoltando i telegiornali, leggendo articoli scritti da persone autorevoli  nel settore economico, politico o religioso come da giornalisti e opinionisti, il risultato è lo stesso.

Il messaggio di fondo è sempre accompagnato da un importante dose di pessimismo quasi fosse un ingrediente di moda oppure ancora peggio un fattore indispensabile per essere credibili.

Ogni evento ha una lettura che ne calca inesorabilmente e prevalentemente il lato negativo ed oscuro e l’assenza di un possibile risvolto positivo. Anche la comicità è diventata quasi esclusivamente satira politica che aumenta il peso e il senso di impotenza e di disagio.

Pure le previsioni del tempo sembrano essere se possibili peggiori della realtà, freddo e neve  in arrivo, primavera assente fino a Maggio, e così via!

Tutti ma dico tutti grandi e piccini sono gentilmente invitati a pensare male del futuro.

Ma se il  mondo esterno come ben spiega Salvatore Brizzi è l’immagine del mondo interno ovvero di ognuno di noi ne consegue per logica matematica che  il miglioramento e la speranza di questo cambiamento devono necessariamente  nascere da dentro di noi e quindi vanno urgentemente alimentati da pensieri capaci di nutrirli e consolidarli.

Ieri incontravo una mia collega che mi diceva l’Italia è la pattumiera dell’Europa! Ma se non fosse così mi sono detta? Se fosse che è proprio in Italia che le menti sono più sofisticate ed  è proprio qui che l’attrito è maggiore per la evidente  difficoltà di trovare la strada e la crescente consapevolezza e volontà di non accettare più il vecchio?

La storia ci insegna che  la nascita di qualcosa di nuovo è sempre passata da un conflitto, un attrito se vogliamo. Nel film Lincoln bellissima ricostruzione storica, ci viene ricordato oltre che evidenziato che fu proprio la guerra di secessione a consentire quello che oggi sembra accettato da tutti, ovvero che ogni essere umano indipendentemente dal colore della sua pelle possiede gli stessi diritti di fronta alla legge.

La guerra civile è stata consapevolmente usata da Lincoln per ottenere il voto che abolì la schiavitù, una svolta che allora sembrava improponibile e irragiungibile e che vista oggi sembra ovvia e normale.

Non solo quindi il conteggio dei morti, il pianto ela disperazione per la perdita di vite e la violenza assurda che  la guerra in genere rappresentano per una qualunque nazione e per l’umanità in genere ma da parte di questo grande uomo che fu Lincoln una longimiranza, una consapevole visione del futuro e un desiderio fermo e risoluto di cambiare la storia definitivamente.

Riusciamo a capire la differenza?

Ci vogliono uomini e donne con una chiara visione positiva di quello che sono le nostre potenzialità  e non con la cenere sul capo. Non gesti fanatici ne continue lamentele ne egocentriche quanto insignificanti dimostrazioni di potere e di superiorità ma un’equilibrata, saggia e dotta visione del futuro che deve per forza passare da compromessi e difficoltà iniziali senza soccombere ad essi.

Il pacchetto omaggio che  i media ci inoculano tutti i giorni prevede una totale mancanza di fiducia nel futuro; e perchè mai dovremmo stupirci se i paesi esteri non danno fiducia al nostro potenziale economico e ancora del fatto che nessun partito possiede la fiducia in parlamento.

Iniziamo noi ad averla questa fiducia, fiducia nel nostro potenziale umano e sovraumano, iniziamo con l’accettare la legge della dualità come parte della materia e non opponendoci alle parti oscure ricordando sempre che muovendoci verso la legge di unità che tutto sovrasta perchè è la più elevata, il duale perde semplicemente di importanza, svanisce inglobato dal principio Uno che tutto include.

Questa non è new age spicciola, non dobbiamo tapparci le orecchie e fingere che tutto vada a meraviglia, no di certo ma neanche lamentarci come dei bambini piccoli. L’atteggiamento del lamento come passività al negativo non funziona dovremmo averlo capito dalle piccole cose.

Mi ricordo ancora quando ero dipendente ospedaliera e non andavo d’accordo con le idee del mio primario, pensando che non era possibile cambiare, dove lo trovavo un lavoro di dipendente  altretanto sicuro, in un momento in cui la sanità pubblica non assumeva da tempo? E ancora come facevo ad uscire dal sistema sanitario che mi impediva di dedicare il tempo che desideravo ai miei pazienti senza dover rispettare tabelle orari e protocolli incapaci di adattarsi alle esigenze del singolo?

Se non avessi cambiato modo di pensare sarei ancora lì forse con un’acidità di stomaco e l’insonnia presumibilmente,  ma sicuramente in compagnia della mia amata lamentela.

Serve coraggio per avere fiducia e non incoscienza.

Ognuno di noi può fare qualcosa iniziando dal proprio pensiero e dalla cura del proprio personale pessimismo difendendosi da esso come facciamo con i virus influenzali. Questo produce un’onda nuova e la possibilità che gli uomini e le donne che possono fare la differenza perché introdotti più nel sistema politico ed economico possano trovare accordi e idee utili a crescere verso un futuro che dovrà necessariamente cambiare alla radice affinché  i rami che vogliamo far crescere possano essere  rigogliosi e sani.

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