La pigrizia la conosciamo tutti, non ha niente a che vedere con la vera stanchezza e neanche con il riposo; è uno stato della mente. Per l’esattezza è una stasi della mente che impedisce di fare qualunque cosa. Per questo stato mentale, che potremmo considerare alterato, fare qualsivoglia azione diventa lavoro ovvero fatica. Un’equazione di parte e di gran lunga fasulla.
La pigrizia purtroppo non è quello stato di dolce far niente dove il non fare acquista un suo significato creativo interno e di introspezione, una condizione solo apparentemente passiva ma molto costruttiva e ricca.
La pigrizia è noia, è il classico “vorrei” o meglio “dovrei fare un sacco di cose ma sono stanco.. non ho voglia!” chi non la conosce? E’ una sorta di protesta della mente che però si comporta come il capriccio di un bambino che pesta i piedi perchè non vuole lavarsi i denti.
La mente in questa condizione è irrequieta perché in verità vorrebbe fare un sacco di cose che le stanno a cuore. Quello che emerge è un’inconcludenza e insoddisfazione su tutti i piani, non abbiamo fatto o concluso nulla, la giornata finisce e ci sentiamo frustrati e pure stanchi.
Questa stasi della mente è uno stato patologico di mancata chiarezza interiore e soprattutto mancata energia focalizzata e indirizzata ma solo consumata a fare chiacchiera e generare malcontento. Si tratta di un disagio che va combattutto con forza e grinta affinché meccanicamente non prenda sempre più piede.
La pigrizia trova infatti valide scuse e consensi dati dal fatto che ci sentiamo in dovere di riposare ma in realtà non riposiamo veramente e nello stesso tempo non riusciamo a fare neanche quello che ci piace fare. E’ una condizione tipica del tempo libero e per eccellenza della domenica.
Sistemare con calma le nostre cose affinché siano come noi le desideriamo, fare una passeggiata, andare in palestra oppure dedicarsi allo sport che ci piace, organizzare una gita fuori porta, uscire a trovare un amico, preparare da mangiare con amore oppure studiare e preparare un progetto. Sono tutte attività che ci arricchiscono e anche se lavoriamo sodo, a tutti gli effetti non ci stanchiamo ma siamo contenti di aver portato avanti le cose alle quali teniamo sul serio.
La pigrizia poi non è solo grandemente vittoriosa e imperatrice del nostro tempo libero ma anche nelle piccole cose della vita quotidiana. Ci fa mangiare, comprare e cucinare sempre le stesse cose senza un minimo di fantasia. Ci fa vestire sempre con gli stessi vestiti anche se l’armadio è pieno per non dover pensare a come sistemarci o fare gli abbinamenti e poi chissà dove sono quelle scarpe o quella camicia, mediamente in fondo all’armadio..se siamo fortunati! oppure boh!
Insomma viviamo e ci accontentiamo del minimo necessario, tiriamo a campare con il risparmio energetico inserito per default e così anche la vita e le esperienze vengono vissute in modo tiepido perdendo la loro vivacità e la loro forza di risvegliare in noi collegamenti, pensieri, trasformazioni e cambiamenti. Siamo fermi! capite?
Questa è la perniciosa forza della pigrizia che è a tutti gli effetti simile al concetto del ristagno. In termini di medicina cinese un ristagno produce sempre una disfunzione sul sistema corpo. L’acqua che ristagna imputridisce lo stesso vale per molte altre cose. Un ristagno dell’energia mentale può anche essere fonte di disturbi del pensiero, ansia, agitazione, aggressività, insoddisfazione e chi più ne ha più ne metta. A maggior ragione attenti ai giorni di festa e… occhio alla pigrizia!