I vù cumprà o venditori ambulanti delle spiaggie sono una istituzione, ogni spiaggia ne ha dei diversi ma ultimamente sono sempre più specializzati e industriati.
Fra i classici da spiaggia citiamo in primis il famoso venditore di cocco tipicamente in canottiera bianca stile anni 40 con il suo “cocco bellooooo! ” urlato a squarciagola tanto da farti sobbalzare dall’asciugamano o lettino che sia quando avevi già la bolla al naso in procinto di dormire della grassa, e che ucciderersti volentieri finché non si allontana dai tuoi padiglioni auricolari purtroppo non dotati di palpebre.
In seconda posizione per fama troviamo i marocchini sepolti da tonnelate di tappeti e asciugamani e i classici delle borse di solito anche molto belle per lo più imitazione di marche famose; alcuni sono abitueés e ogni anno vendono alle stesse signore una o più nuove borse da aggiungere alla loro collezione annuale.
Troviamo poi donne africane arrotolate in tessuti variopinti che dondolano magistralmente il loro fondo schiena camminando sulla spiaggia con eleganza e portando sulla testa una cesta di circa due quintali e mezzo, ricolma di vestiti in vendita senza batter ciglio come fosse un berretto .
Poi ci sono gli indiani nei loro guru di solito bianchi o color crema che, con lo zaino pieno di gioielli d’argento e pietre dure, si aggirano con indiferenza sulla spiaggia cercando il modo di tirar fuori le varie collane, orecchini, braccialetti e anelli che sembrerebbe che il loro zaino sia senza fondo come quello di Ermione in Harry Potter.
Ma affianco a questi classici oggi troviamo i nuovi marocchini della nuova era super organizzati per mettere in mostra la merce in vendita con minor fatica nel trasporto. Per questo motivo si ingegnano nel vero senso della parola, alcuni sono dotati di ombrello sul quale appendono la bigiotteria, alcuni portano in giro due bastoni da scopa dai quali pendono a distanza regolare dei lacci ad cui ciondolano fazzoletti, copricapi, occhiali, nastri per cappelli e oggetti vari, altri si portano a spalla tutto l’espositore su rotelle e infine dulcis in foundo alcuni si portano al collo il tavolino con l’esposizione in bella vista e un seggiolino per fermarsi all’occorrenza e vendere con la calma serafica di un negoziante.
Insomma di tutto un pò, tutta gente che deve sbarcare il lunario e che lo fa alla luce del sole, nel vero senso della parola, nel più completo assenso e dissenso tipico della nostra nazione. Un caleidoscopio di persone e oggetti che sfilano per chilometri sull’intero demanio puntando sulle spiaggie più frequentate e attrezzate.
Ormai un’istituzione che forse meriterebbe di essere regolarizzata senza abbattere eccessivamente e irragionevolmente il loro incasso come purtroppo il fisco è abituato a fare: o troppo o niente.
Ma la buona vecchia via di mezzo… no?