In questi tempi moderni la parola libertà sembra scontata, ma mai come in questo periodo storico la mente delle persone è stata più prigioniera nel proprio pensare. Solo che non si vede, la prigione nella quale siamo costretti a pensare è invisibile e ben nascosta.
Il tessuto sociale è invaso da queste invisibili catene: dai valori nei quali crediamo vi sia del giusto e del profondo a un infinità di modi di fare che ogni giorni ci vengono propinati come le scelte moralmente, scientificamente ed economicamente più corrette da compiere, fino ad arrivare ai colori e vestiti di cui ci vestiamo e alla moda in genere.
Crediamo di essere molto più liberi di pensare rispetto al 1600 ma non è proprio così vero! Certamente non si viene più arrestati per il proprio pensiero e magari bruciati vivi come Giordano Bruno, ma questo non significa che siamo liberi di pensare. Crediamo di esserlo anzi: ce lo fanno credere!
Oggi regna l’omologazione, tutti fanno e dicono le stesse cose. I dogmi della chiesa sono stati sostituiti da regole economiche, politiche, scientifiche, estetiche, salutistiche, morali ecc.. Chi esce dal coro è out..anzi non esiste proprio. Non esiste più il pensiero creativo, oggi chi parla deve documentare ciò che afferma con testi di altri che lo hanno preceduto ovvero fare il copia-incolla e non può esso stesso sviluppare il proprio pensiero e creare il nuovo: è vietato.
Nessuno vuole fare da cavia! Ma siamo tutte piccole cavie da laboratorio, tutte ugualmente disponibili per esperimenti di cui neanche veniamo a conoscenza. Anche gli artisti di oggi fanno fatica a creare come se solo il passato fosse stato capace di creare l’arte. Il passato non da studiare e conoscere ma solo da venerare come insuperabile.
E’ anche il tema dell’ultimo film di Woody Allen, “Midnigth in Paris” . Il passato non è migliore del presente, è solo passato e non deve impedire al presente e al futuro di svilupparsi nello stesso modo in cui un padre di successo rischia di comportarsi nei confronti del figlio rendendolo ingiustificatamente insicuro di sè.
Molte cose sono ancora da scoprire e da sviluppare attraverso il pensiero di uomini e donne liberi e questo vale in qualsiasi campo esso si trovino. Purtroppo anche molti gruppi religiosi o filosofici o sportivi o di ricerca interiore rischiano con il passar del tempo pur uscendo dai comuni dogmi di creare dei nuovi modelli di omologazione e di condizionamento mentale. Si generano ambienti e microambienti di cui anche la famiglia ne è a volte un esempio, dove essere se stessi non è così facile come si potrebbe pensare e dove ciò che è estraneo è sempre da temere e da rifiutare a priori.
In un certo senso è come se si temesse sempre la concorrenza, a qualunque livello ci si pone, dal più basso puramente economico al più alto a sfondo etico e morale.
“Non amerai altro Dio al fuori di me” partiamo da questa frase che sembra così profondamente sana, pensiamo al periodo storico in cui si veneravano diverse divinità come il sole per esempio, ma se ci fossero altri dei perchè non dovrei amarli tutti? oppure se ci fosse qualcosa da amare quanto Dio non sarebbe alla fine parte di Dio che tutto contiene? E poi l’amore alla fine non è già comunione con Dio?
Ma pensandoci bene perchè mai Dio dovrebbe imporci di amarlo al di sopra di tutto visto che lui è al di sopra di tutto? Non possiamo pensare che anche lui tema la concorrenza! Questa frase è già di suo ricca di contraddizioni ovvero salta al naso che si tratta di un pensiero profondamente umano. Come direbbe Steiner questa è per eccellenza una frase che fa capo al mondo animico ovvero dei sentimenti e non al mondo spirituale. Si tratta però dell’indiscusso primo comandamento.
Ragionando in questo modo è possibile cogliere come anche molti anzi moltissimi concetti considerati ad altissimo valore morale, come la fede e la fedeltà siano in realtà a volte dei modi per limitare la libertà di pensare, sviluppare , amare e creare. Azioni che prese nella loro forma pura sono senza limiti e rappresentano il potenziale umano di crescere ed di elevarsi verso qualcosa di superiore.
In termini riabilitativi in questo periodo storico il nostro potenziale umano è come se fosse rarefatto oppure diluito e sembra che nessuno se accorga. Ma come per tutti i potenziali si tratta in verità di una forza che ogni essere umano comunque contiene nel momento in cui si rivolge al proprio interiore.
Inoltre se dalla filosofia cinese dopo le ore più buie arriva la luce, ovvero dal massimo dello yin sorge il seme dello yang, credo sia giusto sperare che in un prossimo futuro il potenziale umano possa iniziare a camminare verso una società più evoluta dove la libertà di pensare regnerà sovrana, la violenza assente anche sul piano mentale e il vero tradimento sarà solamente non aver permesso a se stessi di vivere ciò in cui si crede.
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1 Comment
Sono d’accordo con te, e credo anch’io che i condizionamenti mentali, le prigioni e le gabbie interiori siano tanto presenti quanto invisibili.
Così come credo che la più grande rivoluzione la può compiere solo colui o colei che cercano, davvero, se stessi. Ed è quel “davvero” che, secondo me, fa la differenza. Grazie del bel post!