Le pose sono tutte le posizioni che il nostro corpo assume per apparire o sentirsi in una determinata maniera. In realtà molte posizioni sono anche delle pose e molte pose si assumono per abitudine. Diventa quindi difficile poi discernere come una posa si costituisca e si mantenga al di là del voler apparire o percepirsi in un modo piuttosto che in un altro.
Non ci crederete ma le pose sono uno dei nemici numero uno della postura corretta.
Le gambe incrociate da seduti per fare un esempio sono un tipico gesto a valenza sia maschile che femminile, sicuramente nocivo al rachide lombare quando protratto e ripetuto. Questo perchè l’incrocio favorisce il cedimento in cifosi del tratto lombare. Questa posa credetemi è davvero difficile da togliere in quanto la posizione a gambe incrociate è sexy per la donna e trasmette anche in un ambito lavorativo un senso di disinvoltura e di amicizia talora indispensabili.
Nei pazienti con note discopatie lombari o cervicali e ricorrenti algie, oltre a eseguire sedute di agopuntura che hanno una grande possibilità di togliere l’infiammazione senza dover ricorrere al corstisonico, insisto molto sulla correzione posturale soprattutto quando riconosco il ripetersi di alcune pose nocive al rachide.
Le raccomandazioni sono ben conosciute agli addetti ai lavori e non: non sollevare pesi, chinarsi piegando le gambe, sedersi tenendo i piedi appoggiati a terra e la regione lombare sostenuta. Pertanto la correzione delle gambe incrociate è spesso la più difficile e sfugge sistematicamente al controllo anche dei pazienti più attenti. E’ frequente che in una singola seduta la mia correzione di questa posa si ripeta più e più volte beccando il paziente “sul fatto” come con le dita nella marmellata!
Ci sono poi pose meno comuni ma altretanto deleterie, anzi forse molto più pericolose; fra queste citiamo quella di tenere la testa leggermente inclinata da un lato in segno di ascolto o di condivisione, tipica del personaggio Orazio della serie televisiva CSI Miami tanto per fare un esempio concreto. Questa semplice e apparentemente innocua posa, quando protratta e ripetuta sistematicamente nel tempo, può generare una scoliosi funzionale capace di stabilizzarsi. Ne possono seguire algie cervicali e cervicobrachiali, talora sostenute da quadri di discopatie cervicali più o meno marcate.
Correggere questo tipo di posa è ancora più difficile; è necessario attivare un sistema di vigilanza e di consapevolezza posturale continuativa per cogliere la posa e correggerla sul nascere. A peggiorare la situazione succede che il paziente non si accorge della sua posa se non attraverso uno specchio o una foto. L’unico modo è quello di scattarsi mentalmente delle foto e osservarsi meticolosamente.
Allo stesso modo è utile osservare quale emozione si collega alla posa per individuarla più facilmente. Un lavoro molto complesso, spesso poco accetto dal paziente ma in alcuni casi indispensabile per ottenere la risoluzione completa del dolore.
Attenti quindi quando vedete nascere una posa; ricordatevi che poi non è facile rimediare ai danni che si possono causare al rachide, almeno non con la stessa facilità con cui si può togliere una ruga dal volto!