Avete mai notato che i bambini non si siederebbero mai a tavola, salterebbero a piedi uniti l’ora del pranzo e della cena sostituendola con altro? La vita è per loro nutrimento, ogni azione è nuova e racchiude la bellezza della sua scoperta, ogni nuova esperienza diventa cibo per il loro sviluppo individuale.
Diventando grandi si perde interesse per quasi tutto, ovvero tutto è considerato già noto e addititura fonte di pensieri costantemente al negativo. Così facendo molti piaceri si perdono strada facendo. Restano salvi il piacere della tavola, quelli del sesso e quello dei soldi.
Il problema di questo secolo non è tanto il sesso e il denaro facile, ma il cibo facile. Non c’è niente di più sfruttato del cibo. Quando non si sa come passare il tempo ci si siede a tavola o si mangia anche se non si ha veramente fame. Quando il tempo invece non c’è, ci si ciba di qualunque cosa a portata di mano. Il cibo di cui ci nutriamo poi ha sempre meno valore, non è fresco, non è coltivato o allevato in modo sano, non è preparato con arte e ovviamente non è nutrizionalmente ne emotivamente sano. Ma a noi basta mangiare.
Pensate anche a quanta pubblicità viene fatta sul cibo più sconsigliato: merendine, cioccolato, dolci, gelati, patatine… uno sproposito.
La verità è che dovremmo tornare a ragionare come quando eravamo piccoli. Se non mi piace non mangio, non è quello che vorrei mangiare oppure non è fresco lo lascio da parte, se ho troppa fretta salto o mi mangio un frutto, se sono troppo stanco rinuncio a mangiare faccio uno spuntino e mi riposo. Non moriremo mica di fame vero?
La nostra preoccupazione dovrebbe volare non solo su cosa mangio oggi! Ma verso altro.. verso altri piaceri , verso altro nutrimento. Al corpo dovremmo dare movimento fisico, movimento emotivo e mentale e dovremmo farlo tutti i giorni. E preoccuparci davvero di nutrirlo a sufficienza e non solo di riempire la nostra pancia.
Dovremmo preoccuparci di più trascorrere del tempo con le persone che davvero ci sono care e che ci nutrono di emozioni piacevoli. E trovare il modo di provare a fare cose che davvero ci piacciono e perchè no cercare il modo per inserire nel nostro mondo lavorativo i nostri gusti.
Ma di tutto questo ci dimentichiamo, pensiamo sia una favola per i più fortunati, smettiamo di sognare e di fare progetti e tristemente ci allontaniamo dal corpo fisico e emotivo. Non sentiamo più il bisogno di urlare , di correre, di tuffarci nell’acqua, di volare via. Blocchiamo questi sani istinti di libertà e di altro nutrimento, soffocando la nostra mente. I pensieri finiscono in un circuito chiuso sempre più stretto come un animale in gabbia e….non c’è più niente di nuovo.
Non moriremo di fame ma così moriamo lentamente dentro!