La sindrome del tunnel carpale è una patologia estremamente frequente nella popolazione adulta, con una prevalenza nelle donne.
La sindrome del tunnel carpale è facile da diagnosticare ed è dovuta al fatto che al livello del polso il nervo mediano, i vasi e i tendini decorrono in un tunnel ovvero uno spazio chiuso formato da un semicerchio di piccole ossa, chiuso da un legamento piuttosto robusto e poco elastico detto legamento palmare.
Questo spazio normalmente costituito per proteggere le strutture interne dai microtraumi delle mani, diventa troppo piccolo e augusto nel momento in cui si vengono a creare particolari stati infiammatori o degenerativi.
Nelle forme infiammatorie le guaine dei tendini si possono ingrossare e nei casi degenerativi le ossa tendono a deformarsi rimpicciolendo lo spazio del tunnel. Ecco che il nervo mediano si ritrova compresso dando manifestazioni dolorose o fastidiose alle prime tre dita della mano, fino ad arrivare alla totale perdita di sensibilità delle stesse.
Questa è solo una delle tante possibili patologie che frequentemente colpiscono le mani. In successione di frequenza e di età di insorgenza troviamo le dita a scatto; si tratta di alterazioni di tipo infiammatorio della guaina dei tendini flessori che si ispessiscono e non scorrono più normalmente determinando appunto uno scatto durante il movimento di flesso-estensione.
Spostandoci verso la popolazione più anziana fra le patologie più comuni troviamo in primis i quadri evoluti di rizartrosi ovvero di artrosi delle piccole articolazioni delle mani, caratterizzati da rigidità e frequentemente deformazione delle dita. In questo caso si parla di artrosi deformante delle mani e la tendenza a questo problema evidenzia spesso una famigliarità positiva. Le dita gradualmente si ingrossano nelle piccole articolazioni e si deformano per la presenza di noduli periarticolari o tendinei.
Si dice che le mani rivelano maggiormente l’età delle persone che non l’aspetto del volto. Adesso che poi esiste il botox, le varie punturine e lifting la cosa è ancora più evidente. Le mani, come mi diceva il mio primo insegnante di Tai chi, sono le prime articolazioni ad invecchiare “dovete curarle sin da giovani”.
Ritengo sia un’osservazione importante e spesso trascurata che potrebbe limitare di molto l’insorgenza di queste patologie soprattutto in precoce età. Una volta a 50 anni ci si considerava ormai anziani e senza aspettative di vita, oggi è l’alba di una nuova possibilità espressiva. Non fare invecchiare le mani anzitempo è di fondamentale importanza per il nostro benessere e per la nostra autonomia.
La prima cosa da fare è avere la consapevolezza della forza inutile e spesso incontrollata presente nelle nostre mani durante qualunque attività. E’ necessario accorgersi di quanta tensione si scarica sul polso e quindi sulle dita in modo del tutto inconsapevole. Se poi il nostro lavoro ci porta a usarle molto, è possibile che i problemi insorgano anche precocemente.
L’eccessiva tensione scaricata nelle mani, è presente durante molteplici atti come ad esempio quando siamo alla guida di una macchina o quando puliamo un oggetto con uno straccio. Qualunque azione richiede infatti sempre una manualità che a sua volta necessita di una chiusura o semi chiusura di una o più dita. Ecco che queste strutture tendinee e muscolari a lungo andare in assenza di esercizi di allungamento e di una corretta compensazione in estensione si irrigidiscono e iniziano un lento processo talora infiammatorio, talora degenerativo.
La tensione protratta intesa come l’accorciamento tendineo e la formazione di zone di addensamento tessutale, produce rigidità progressiva e talora algie come segno di ristagno di mediatori chimici dell’infiammazione. Che predomini l’infiammazione oppure la rigidità, uno stato peggiora l’altro, la rigidità infatti aumenta l’infiammazione e l’infiammazione aumenta la rigidità.
Le guaine dei tendini flessori possono ingrossarsi generando il fenomeno delle dita a scatto oppure restringendo il tunnel carpale, il tendine abduttore del pollice accorciarsi a tal punto da determinare la deformazione a becco d’uccello, così come tutte le dita possono irrigidirsi e gradualmente essere sempre meno elastiche all’estensione attiva e passiva fino ad arrivare ad una posizione fissa in semi flessione con deformazioni varie e multiple.
Che fare ? evitare di arrivare a questo punto è certamente la prima raccomandazione ma come?
Essere educati al controllo e all’attenzione delle tensioni muscolari è di fondamentale importanza e necessita di un training e di un allenamento all’ascolto del corpo nelle sue diverse parti. Imparare a rilassarsi e a respirare sono cose del tutto dimentiche nella nostra società, si pensa sia facile come bere un bicchiere d’acqua ma non è così richiedono un lavoro di consapevolezza lungo e attento che solo antiche tradizioni e discipline sono in grado di conferire.
Sono molti i gesti presenti in specifici allenamenti di arti marziali, tecniche di massaggio o di danza orientale che richiedono proprio una leggerezza e morbidezza del polso. Questi movimenti sono quasi sempre considerati di difficile esecuzione per noi occidentali completamente disabituati a questa particolare gestualità.
La seconda raccomandazione è evitare il più possibile sforzi inutili, la borsa pesante si sostituisce con un trolley. Per aprire una busta di plastica, una bottiglia o una conserva non sforzate le mani inutilmente, usate qualche astuzia in più, apriscatole, pichiettate sul bordo, forate la confezione, usate le forbici (non i denti!). Insomma anche se riuscite a usare le mani senza difficoltà usate consapevolmente tutti i possibili ausili per risparmiarele. Quando trovate bottiglie o scatole che si aprono con difficoltà, fate un reclamo alla ditta produttrice, farete un favore a tutte quelle persone che hanno difficoltà motorie alle mani anziani compresi.
Proteggete le vostre mani per lavorare, e usate i guanti appena possibile, la fretta e la pigrizia non sono buone consigliere e tanto meno l’abnegazione al lavoro e al sacrificio. L’obiettivo è ridurre nel limite al minimo i possibili microtraumi ripetuti e l’ entrata di freddo-umidità. Portare sei piatti insieme o sei bottiglie per fare prima non vi fa risparmiare niente ma solo consumare uno dei strumenti più preziosi le vostre mani. Lavorare al freddo e all’umido senza guanti è un altra forma di mancanza di tutela delle vostre mani.
La terza raccomandazione è l’esecuzione quotidiana di esercizi mirati alle dita e alle mani; sono un grande e potente punto di forza e di prevenzione delle patologie delle mani. Aprire e estendere le dita e i polsi significa aprire attivamente il tunnel carpale allungare i tendini flessori e le loro rispettive guaine. Se il vostro pollice aperto (addotto) non forma più un angolo di 90° rispetto alle altre dita e se le restanti quattro dita estese passivamente non raggiungono neanche lontanamente un angolo di 90° con il carpo avete già un inizio di rigidità.
Infine se avete già dei dolori e delle limitazioni o deformazioni alle mani sono utilissimi oltre all’esecuzione dei movimenti, anche la applicazione di massaggi trasversi profondi sulle piccole articolazioni, sul palmo delle mani lavorando bene sui tendini e sulle guaine dei muscoli flessori delle dita e sull’ addutore del pollice. Il massaggio potrà essere più efficace se eseguito con specifici gel fitoterapici ad azione antidolorifica e capaci di muovere il sangue.
Infine l’utilizzo mirato della moxibustione sui punti dolorosi previo training da parte di personale specializzato sono un metodo estremamente efficace per limitare il freddo e l’accumulo di umidità all’interno delle piccole articolazioni delle mani oltre che favorire la circolazione del sangue e quindi ridurre il ristagno locale di mediatori dell’infiammazione.
Se ancora tutto questo non basta e il disturbo doloroso è importante l’agopuntura e la tecnica della miofibrolisi sono ottimi strumenti terapeutici. In particolare la miofibrolisi con i ganci consente non solo di lavorare sui muscoli flessori rilassandoli ma anche di eseguire una sorta di intervento diretto, quasi chirurgico sui tendini senza però alcun bisogno del bisturi. La recente messa a punto di strumenti a vibrazione e a percussione consente inoltre una sorta di interventi di apertura e liberazione del tunnel carpale molto efficaci talora anche già dalla prima seduta.
Questi trattamenti se eseguiti correttamente e in condizioni non troppo avanzate possono sostituire efficacemente gli interventi chirurgici sul tunnel carpale e sulle guaine tenosinovitiche ingrossate talora proposti in prima istanza. In questi casi i risultati ottenuti sorprendentemente si mantengono per lungo tempo anche a trattamento sospeso.