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L’utilizzo di ipnotici ovvero di farmaci per facilitare l’addormentamento e indurre il sonno è una pratica largamente in uso nella popolazione femminile occidentale over 50.

L’insonnia nelle donne, in particolare dopo la menopausa, è un problema estremamente diffuso e purtroppo trattato forse un pò troppo superficialmente con il semplice uso di benzodiazepine.

Con questi farmaci l’insonnia e i disturbi del sonno classici si controllano infatti brillantemente nella maggior parte dei casi,  ma una volta iniziata la terapia difficilmente  le pazienti riescono a sospenderne l’utilizzo continuativo.

Con il passare degli anni sembra naturale iniziare una lenta e progressiva dipendenza dall’assunzione protratta di una lista sempre più lunga di farmaci considerati in un certo modo indispensabili.

Quello che non si pensa è che l’insieme di queste sostanze  si sommano nel loro aspetto metabolico soprattutto quando l’assunzione è quotidiana e protratta negli anni.

Le benzodiazepine come molti sanno sono un categoria di farmaci nota per dare una dipendenza  sia fisica che psichica. Cosa significa? Significa che dopo un periodo più o meno lungo di assunzione il corpo non può più farne a meno, ovvero non è più possibile dormire o riposare tranquillamente  senza assumerne. Ecco perché i medici di solito non le tolgono più, così avviene che più dell’80% delle donne ultrasettantacinquenni le assumono e le contengono nel loro elenco di farmaci.

Un vero guaio per chi ne fa uso, un vero affare per le industrie che le producono. Il ragionamento è il seguente: piuttosto che non dormire e stare male per la mancanza di sonno è meglio prendere un farmaco. Quello che non si considera è che il ragionamento fatto in questo modo è piuttosto incompleto e semplicistico.

Il fatto che la popolazione femminile over 50 sia la  maggior consumatrice di questi farmaci, non può non farci pensare alla possibile correlazione tra menopausa e insonnia. E’ noto a tutti che le famose vampate nella maggior parte dei casi peggiorano la notte causando risvegli frequenti e difficoltà a riaddormentarsi. Inoltre fra i diversi disturbi della menopausa vi sono frequenti alterazioni del tono dell’umore, ansia e spesso anche solo disturbi di insonnia o della qualità del sonno.

Molte donne pensano che le vampate si debbano tenere perchè fanno parte della menopausa e quindi ci si debba convivere. Altre, spinte dal loro ginecologo, assumono farmaci estroprogestinici di sostegno ultimamente rilanciati sul mercato come salvagiovinezza e salute, e infine altre pensano che l’ansia e l’insonnia siano problemi  a se stanti da trattare separatamente e distintamente.

E’ raro che il problema venga considerato nel suo insieme. Durante la menopausa non tutte le persone hanno gli stessi problemi alcune avranno più vampate, altre più insonnia e ansia, altre ancora più dolori, vertigini o cefalea o malessere generico. Il deficit di yin  nella medicina cinese, produce quello che si chiama calore vuoto, responsabile delle vampate ma anche di numerosi altri disturbi come l’ansia, l’insonnia, un aumento della pressione arteriosa  diastolica (la minima per capirci) e della frequenza cardiaca, vertigini e cefalea per fare un esempio o disturbi gastrici per farne un altro.

In realtà curando  le vampate  o altri disturbi insorti per l’appunto non proprio casualmente durante la menopausa attraverso la fitoterapia cinese, si lavora non sul sintomo e basta ma sul calore vuoto, ovvero si nutre la componente yin, di liquidi e sangue.

La diagnosi si farà con la valutazione dei sintomi, con l’ascolto dei polsi oltre che la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca che daranno informazioni  preziose. Una volta individuato il quadro di calore vuoto il trattamento fitoterapico della medicina cinese  lavorerà indirettamente sui diversi disturbi fisici e quindi anche sull’ insonnia, oltre che sugli altri disturbi correlati senza dover ricorrere all’uso di estroprogestinici ne di benzodiazepine.

La fitoterapia cinese, una volta ristabilito l’equilibrio alla base dei sintomi, andrà gradualmente sospesa senza diventare essa stessa un’altra forma di  terapia a vita. Un miglioramento della qualità di vita senza appesantire  a tempo indeterminato il nostro fegato.

In caso di assuefazione alle benzodiazepine ormai ben consolidato, è possibile sfruttare l’effetto dell’agopuntura usato non solo per smettere di assumere sostanze quali la nicotina ma efficace nel disintossicare il corpo da qualunque tipo di droga ivi compresi i farmaci. Il trattamento di agopuntura andrà eseguito con regolarità e tempo variabile a seconda del caso e del tempo di assunzione del farmaco, riducendo molto lentamente il dosaggio delle benzodiazepine  fino alla loro completa eliminazione.

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