Avete mai fatto una foto dal fotografo? Non solo scelgono la posizione e l’inquadratura migliore, ma poi ritoccano la foto togliendo le piccole imperfezioni qua e là, una ruga in meno di lì, alla fine il risultato è esaltante…avete 20 anni di meno!
La tentazione di fare lo stesso andando al medico estetico esiste. Un filler su quella ruga lì, un pò di botox su quelle altre e il gioco è fatto!
Il rischio, a parte il possibile anche se raro effetto nocivo delle sostanze iniettate, è che poi una ruga tira l’altra, si finisce per modificare e sconvolgere la nostra espressione come hanno fatto molte donne dello spettacolo e non. Il risultato alla fine è tutt’altro che armonico.
Quello che si vede tristemente in giro è la perdita del naturale, i volti assumono un aspetto finto e irreale, come si sente dire in giro si rischia di indossare volontariamente il “burqa di plastica“. Pensiamoci bene prima di fare iniziare con qualche ritocco, potremmo non saperci più fermare e indietro è difficile tornare. In un certo senso è una sorta di compulsione esattamente come nell’uso di droghe, si inizia pensando di fermarsi e poi ci si casca dentro.
L’attrice Giuliette Binoch afferma che il botox è una cosa per le donne insicure, come darle torto?
Siamo tutti d’accordo il nostro viso quando eravamo giovani era più bello e liscio. Ma tra un fiore non più fresco e un fiore finto, onestamente cosa preferite? Togliere i petali sgualciti e le foglie secche, cambiare l’acqua e magari ravvivare la composizione aggiungendo qualcosa di adatto mantenendola naturale è ben diverso che sostituirlo con un fiore di plastica, assolutamente perfetto non credete?.
Invecchiando poi la cosa peggiora, i visi troppo ritoccati assumo espressioni veramente senza senso e ridicole. Le mani il collo e gli occhi parlano della loro età anagrafica e fanno a cozze con la parte ritoccata.
E’ vero che il corpo dei giovani sprigiona armonia e bellezza da tutti i pori e che spesso questa armonia si perde gradualmente negli anni. Infatti il corpo memorizza tutti i traumi e tutte le sofferenze e molto spesso nel trascorrere degli anni il rischio è diventare più pesanti non solo dai kili di troppo ma dal peso della vita. Ma la leggerezza della giovinezza non si riacquista togliendo le rughe!
Accettare le rughe di espressione significa accettare il cambiamento e non restare attaccati al passato all’immagine che abbiamo di noi riferita al passato.
L’attaccamento di cui tanto si parla nella religione Buddhista è in fin dei conti la nostra maggior fonte di sofferenza.
Dovremmo piangere ad ogni calar del sole e ratristarci ad ogni fine estate! Qualcuno lo fa. Ma anche se la primavera è bellissima e spinge le persone all’estroversione, è pur vero che ogni stagione ha la sua bellezza intrinseca. Sono energie diverse, la primavera si sviluppa verso l’esterno e l’autunno si sviluppa verso l’interno.
La vita è in continuo mutamento, la legge dello yin e dello yang e dei cinque elementi confermano il continuo passaggio da una elemento all’altro. Non possiamo fare nulla per fermare il tempo. L’invecchiamento che purtroppo biologicamente inizia dopo i 30 anni, come la sera e come l’autunno sono inevitabili passaggi, che la medicina cinese considera sotto il segno dell’ elemento metallo.
La caratteristica dell’elemento metallo è quella di essere rigido ed è proprio la rigidità che dobbiamo combattere perché non diventi un eccesso potenzialmente dannoso e patologico. La rigidità è in assoluto il miglior alleato dell’invecchiamento e va combattuto sia dal punto di vista fisico che mentale.
Cosa significa combattere la rigidità? Significa non pensare sempre allo stesso modo e per fare questo dobbiamo confrontare il nostro pensiero con altri pensieri, la lettura e l’arte possono molto in questa direzione ma non basta ancora. Studiare e farlo con l’aiuto di maestri è la cosa più importante. Lo studio apre la mente e non deve cessare quando si è raggiunta una posizione sociale e lavorativa soddisfacente ma proseguire per tutta la vita.
Con il corpo dobbiamo fare lo stesso lavoro disciplinandolo con esercizi specifici, in questo campo l’ antica scienza dello yoga non ha pari in possibilità di conservare nel tempo l’elasticità osteoarticolare di tutto il corpo ma potete scegliere l’attività fisica più adatta alla vostra indole.
E’ infine davvero interessante sapere che nella medicina cinese il metallo yang è paragonato a uno strumento di lavoro, come un aratro o una sega, e il metallo yin a un gioiello. Possiamo intuire quanto sia importante durante questa delicata fase della vita, iniziare a coltivare le nostre qualità yin, ovvero nutrire il nostro interiore e non solo l’esteriore, cercando per quanto possibile di raffinarci, eliminando tutto quello che non ci serve e non ci appartiene, come in una sorta di pulizia e purificazione alchemica. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di diventare noi stessi dei gioielli e la nostra presenza preziosa per gli altri.
Ricordando inoltre che un gioiello non arruginisce e mantiene la sua bellezza negli anni, una sega no!