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L’insufficienza venosa. Come evitare i famigerati “capillari”

Sono in arrivo le stagioni più calde e quindi per le persone che soffrono di insufficienza venosa iniziano i primi disagi e problemi.  Pesantezza e gonfiore agli arti inferiori sono il primo sintomo, la comparsa di telangectasie (capillari visibili sulla cute), ectasie venose e infine la formazione di varici sono il risultato finale. L’insufficienza venosa non trova nella medicina occidentale, ne farmacologica ne chirurgica, una vera cura risolutiva.

Potremmo definire l’insufficienza venosa come l’incapacità del sistema venoso di drenare la componente  liquida dai tessuti e di trasportarla efficacemente  alla pompa centrale, il cuore, che a sua volta  veicola il sangue ai polmoni dove si arricchisce di ossigeno, da cui poi ritorna al cuore per essere distribuito nei diversi distretti corporei.

Per la fisiologia classica si parla di piccola e grande circolazione sanguigna nel cui meccanismo entrano prevalentemente come organi il polmone, il cuore e i vasi sanguigni.

Per la medicina cinese parliamo del  metabolismo delle acque; in questo complesso sistema si considerano come organi funzionali  il polmone, la milza, i reni e gli intestini. Il polmone distribuisce e diffonde le acque a tutto il corpo, la milza scalda e costituisce la forza del sistema e i reni e gli intestini sono deputati all’eliminazione degli eccessi e dell’impuro.

 

Quando esiste un’insufficienza venosa il sistema venoso risulta ingolfato e sovraccarico, a lungo andare i capillari e poi le vene tendono a dilatarsi e perdere elasticità e tono e questo avviene di solito nella parte bassa  del corpo dove per l’appunto tende a ristagnare maggiormente la componente liquida proprio in considerazione del suo peso.

Questo non significa che i reni non funzionano, infatti la funzionalità renale nella insufficienza venosa è assolutamente nella norma; purtroppo però una delle terapie più usate è proprio l’utilizzo di diuretici. Di per se il concetto sembra non fare una piega, troppi liquidi quindi stimolo maggiormente la funzione della diuresi.

Peccato che l’utilizzo continuativo dei farmaci diuretici chimici utilizzati normalmente produca, a lungo andare, una sorta di indebolimento della funzionalità renale e non già una sua stimolazione e tonificazione. E’ un pò come l’utilizzo dei lassativi o dei busti nella lombalgia; da un lato riduce i movimenti scorretti e stabilizza il rachide ma dall’altro ne indebolisce la muscolatura  e quindi indirettamente la postura corretta. Purtroppo più diuretici prendiamo e più pigri diventeranno i reni senza diuretico.

La medicina cinese affronta il problema in modo diverso, stimolando e tonificando la funzione di eliminazione dell’acqua in eccesso da parte dei reni, ma soprattutto si occupa di tonificare e sostenere la milza non come organo ma nella sua funzione complessa di produzione e nutrimento del sangue  e gestione dell’umidità.

Si tenga inoltre conto che di solito il metabolismo delle acque è collegato anche ad un aspetto  ormonale ed è per questo che normalmente è più presente nella popolazione femminile e deve essere trattato attraverso riequilibrio interno.  Ricordiamo a questo proposito come anche l’asse neuroendocrino ipotalamo-ipofisario sia difficile da sostenere farmacologicamente senza rischiare di andare a rompere un equilibrio che di per sè è semplicemente delicatissimo.

L’agopuntura, la fitoterapia  e le indicazioni dietetiche, se eseguite corretamente e per un  tempo sufficientemente prolungato, possono  lavorare sulla costituzione e sul disequilibrio interno e quindi sulla causa ovvero la radice dell’ insufficienza venosa.

L’attività motoria è un ottimo modo di fare prevenzione. L’attivazione della muscolatura è il motore principale per favorire lo svuotamento dell’intero sistema venoso  e stimolare la circolazione. Possiamo dire che  il tessuto muscolare è la vera pompa delle vene .

Tutti avrete osservato che gli sportivi in genere soffrono molto raramente di questo disturbo mentre  di solito i pazienti affetti da  insufficienza venosa hanno un tessuto muscolare ipotrofico e scarsamente rappresentato.  Inoltre è risaputo che l’attività fisica stimola e regola anche l’attività ormonale. Al di là della costituzione individuale, l’educazione sin da piccoli ad una regolare attività motoria è sicuramente  la prima vera prevenzione soprattutto per le donne.

A questo proposito  possiamo considerare il nuoto come l’attività motoria più consigliabile a chi soffre di questo problema in modo già consolidato, proprio perchè in assenza di gravità il movimento muscolare e l’azione dell’acqua favoriscono al meglio il drenaggio dei liquidi in eccesso. Uno sport molto utile anche durante il periodo della gravidanza quando, a causa della compressione fetale e della condizione ormonalem è molto facile avere questo problema.

In questi casi consiglio il linfodrenaggio come la tecnica di massaggio più efficace per svuotare e drenare i liquidi dai tessuti;  corrisponde a un massaggio estremamente dolce e piacevole effettuabile tranquillamente   durante tutta la gravidanza, sempre che la massaggiatrice non si improvvisi e abbia realmente effettuato il corso di specializzazione in linfodrenaggio secondo Vodder.

Molto utile anche non avere l’abitudine di accavallare le gambe da sedute e  utilizzare calze o autoreggenti con elastico  molto morbido oltre che far uso di scarpe comode e adatte soprattutto in caso di permamenza prolungata in piedi.

Infine camminare a piedi nudi nell’acqua fredda di mare o di ruscello, come insegna il Dott Kneipp, è un autentico toccasana ma, in assenza di queste, possiamo ricorrere alle docce fredde e alle frizioni con acqua fredda, utili soprattutto in estate ma praticabili tutto l’anno se siete volenterosi, meglio se dopo un bagno o una doccia calda. Si pensa che il corpo passando dal caldo al freddo produca una sorta di ginnastica vascolare. dando vigore e tono alla muscolatura liscia delle pareti dei vasi.

Una cosa è certa; in questa patologia il percorso è lungo  prima di arrivare a dover ricorrere alla chirurgia, che purtroppo risolve il problema estetico ma ingolfa ulteriormente il sistema venoso.

E’ quindi consigliabile ricordarsi  delle  nostre gambe prevenendo, prima di dover curare.

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