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Possiamo essere uno

Recentemente un documentario televisivo sul comportamento di uno sciame di formiche rosse mi ha fatto molto pensare.

Il nido delle formiche veniva spazzato via dal fiume in piena e le formiche per salvarsi e per salvare le uova formavano, unendosi le une alle altre con le zampe, una unica formazione, come una zattera e raggiungevano la riva mettendosi tutte in salvo.

Le tante formiche diventavano uno… uno strumento gallegiante! Ogni formica pur rimanendo ben compatta con le altre  faceva il suo dovere e si rendeva utile in modo individuale, vuoi per remare ai bordi vuoi per spostare le uova al centro e poi sulla terra ferma.

Insomma, animali  piccolissimi ci danno una lezione di vita, insieme compatti di fronte al pericolo e all’avversità, possiamo farcela, senza che nessuno  decida per gli altri, la decisione è una sola e univoca, salvarsi tutti, il metodo è approvato da tutti.

Uno si chiede, avranno fatto le prove prima? Seguono l’istinto,  il buon istinto, quello che abbiamo tutti. Fanno tutti la cosa più sensata da fare, senza stare su a pensarci troppo, nessuno escluso.

“Uno per tutti, tutti per uno” dei quattro moschettieri non è forse quello che desideriamo, dare un significato altruistico al nostro lavoro o operato “per tutti gli altri” e nello stesso tempo essere protetto, sostenuto e difeso da tutti gli altri indipendenetemente da quello che si fa?

Avere diverse alternative di come realizzare un obiettivo comune, anche se molto nobile,  complica la faccenda, perchè non saremo mai tutti con la stessa idea e allora ci faremo la guerra e ci metteremo i bastoni tra le ruote per dimostrare che la nostra idea e solo la nostra è la migliore.

Si parla spesso di dinamiche di branco evidenziando come all’interno di un gruppo formato da persone che non possiedo una individualità formata sia possibile compiere azioni disumane e orrende nel nome del gruppo, come se il gruppo potesse giustificare tutto quello che si fa.

Si dice che la dinamica del branco solleva gli individui dal dover scegliere tra il giusto e il non giusto e purtroppo è proprio così.

Cosa cambia tra il modello delle formiche e il modello del branco di ragazzini che abusa di un altro essere umano?

Cosa cambia tra un gruppo compatto modello tutti per uno e un branco? Nel branco tutti sono simili gli uni agli altri e si comportano nello stesso modo non per utilità ma per  idea, quella di dimostrare qualcosa a se stessi, agli altri membri del branco e sicuramente al capo branco!

L’unione fa la forza, e noi usiamo questa forza per obiettivi più o meno nobili, per salvare la razza e la specie e la famiglia e altri esseri oppure per dimostrare che siamo diversi che siamo migliori che siamo forti.

Allora si giustificano le Jihad e tutte le mostruosità create dai diversi branchi umani; gli uomini in gruppo fino ad ora hanno creato solo casini! Ed è per questo che si teme tanto e si vigila attentamente sui gruppi e a maggior ragione i gruppi politici o religiosi, in quanto possono sempre trasformarsi in branchi perdendo totalmente di vista la realtà.

All’interno di questi gruppi è possibile perdere e non costruire la propria individualità e  rischiare di mettere in pensione anticipata  il proprio cervello e muovendosi non come individuo senziente ma  solo esclusivamente come  un membro, ovvero come… autentiche e inesorabili… teste di cazzo!

 

Ma possiamo fare di meglio, l’importante non è fare un gruppo compatto in tutto solo per dimostrare che lo siamo! L’importante è  sentirlo, ovvero sapere di essere uno con gli altri, per i religiosi di essere tutti figli dello stesso Dio comunque esso si chiami. Non serve a questo punto avere lo stesso modo di vestire, di parlare, di pensare e tanto meno di fare.  Insomma la zattera è virtualmente presente ma lascia  che ognuno possa crescere individualmente.

Per semplificare, la zattera di formiche in assenza dell’acqua non solo non serve ma è dannosa per l’economia e la salvaguardia della specie oltre che per ogni singola formica  del formicaio.  La formica in formazione a zattera non potrebbe procurarse il cibo e costruire il formicaio. La formazione della zattera acquista senso solo e soltanto con la presenza dell’acqua. Banale vero? La forza della zattera è nella sua potenzialità.

Il sentire  che ogni posto è casa, che ogni essere è davvero molto simile a noi più di quanto non si possa immaginare anche se dice, si comporta e appare totalmente diverso da noi. E’ sapere che non siamo davvero mai soli e che in caso di necessità possiamo compattarci e diventare una zattera superando le varie e moltepici  tempeste. Niente poco di meno che la perfezione e la semplicità dell’uno è già dentro di noi, basta solo  riconoscerlo e ricordarselo.

Buona Pasqua a tutti dunque a quelli che mangiano l’agnello e a quelli che si scandalizzano perchè lo hanno mangiato a quelli che aspettano ancora il Messia e a quelli che festeggiano la sua resurrezione, e che ognuno festeggi come gli pare e piace.

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2 Comments

  1. valeriamilano ha detto:

    Superando i piccoli screzi tra esseri umani sentiremmo quest’uno e…un profooondo amore per tuuutto il mondo come lo sento io oggi!! Stato di grazia, davvero!!

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