Influenza suina: vaccino in gravidanza?
06/11/09
L’arrivo dell’inverno
11/11/09

Gastrite: evitiamo di farci venire un’ulcera!

Le informazioni contenute in questo sito non possono ASSOLUTAMENTE sostituire una visita o il parere forniti dal proprio medico o specialista, ne sostituire, modificare o affiancare eventuali terapie o cure in corso.
Termini e Condizioni

I disturbi gastrici sono al giorno d’oggi fra quelli più comuni; digestione lenta, bruciore, rigurgito, eruttazione insistente, gonfiore  e senso di pesantezza sono solo i più frequenti sintomi gastrici indicativi di un problema che riguarda il viscere stomaco  e la sua funzione.

Possono essere semplici eventi occasionali a remissione spontanea, disturbi ricorrenti, oppure disturbi che possono diventare cronici, segno di una patologia che da disfunzionale diventa organica e potenzialmente severa.

Quello che sorprende è la terapia; si va dalla frequente e consueta indicazione e prescrizione, da parte del medico generico o specialista, di farmaci anti H2 o farmaci inibitori della pompa protonica per tutte le forme di iperacidità e gastriti conclamate.

Fin qui tutto normale; sono farmaci potentissimi in grado di ridurre le secrezione acida e normalizzare in pochi giorni una mucosa anche seriamente danneggiata, il cui utilizzo ha ormai eliminato la gastroresezione dalle indicazioni per ulcera gastrica.

Ma l’uso a lungo termine degli inibitori della pompa protonica è stato correlato da un recente lavoro scientifico (The Canadian Medical Association Journal, August 2008 ) con un notevole aumento dell’osteoporosi e delle fratture da osteoporosi.

Non solo; i classici antiacidi da banco, come il comune carbonato di calcio, oltre che non curare affatto la gastrite perchè dopo la prima momentanea e apparente riduzione dell’acidità  segue una risposta caratterizzata da una ipersecrezione acida, possono, se assunti senza criterio, causare squilibri biochimici severi anche potenzialmente letali.

In questo articolo è riportato il caso  di una donna in gravidanza che, assumendo antiacidi da banco in dosi massiccie, associati ad abbondanti dosi di latte,  è arrivata  in pronto soccorso in condizioni gravi, con un quadro di ipercalcemia con pancreatite acuta secondaria e una diagnosi chiamata sindrome  latte-alcali .

Tutto questo per dire che un’autoprescrizione, anche banale come in questo caso fatta da antiacidi da banco, può causare danni che possono, se non curati in emergenza, causare anche morte.

Infine la riduzione dell’acidità gastrica, indipendentemente dal farmaco usato, è stata correlata dalla dottoressa Erika Jensen-Jarolim dell’Università di Vienna adun aumento delle allergie e delle intolleranze alimentari e altri studi sembrano evidenziare anche una ridotta difesa naturale contro le più comuni infezioni sia batteriche che virali.

L’acidità gastrica è fisiologica e la sua presenza non è certamente casuale; ridurla drasticamente per lunghi periodi, protegge la mucosa gastrica dagli eccessi acidi ma modifica in modo sostanziale l’ambiente dell’intero apparato digestivo.

Il frequente uso di farmaci antinfiammatori, associato ad una cattiva alimentazione e allo stress emotivo, è la causa del sempre più frequente uso di farmaci antiacidi.  Questi farmaci, indipendetemente dal tipo sono  infatti fra i più venduti e usati in assoluto, a loro volta,  sembrano essere tra i responsabili di una aumentata incidenza di altre patologie come oseoporosi, fratture da osteoporosi,  intolleranze alimentari,  allergie e, per finire forse anche rendere l’organismo più sucettibile alle infezioni.

In poche parole l’assunzione regolare a tempo indeterminato di questi farmaci porta inesorabilmente all’assunzione di altri farmaci anche solo preventivi. Si instaura così una sempre maggior dipendenza dall’assunzione di preparati chimici e una sorta di catena di successivi e progressivi squilibri iatrogenici o farmacoindotti da non sottovalutare.

Non curarsi e resistere è un notevole rischio, perchè si può andare incontro alla temuta perforazione gastrica, autocurarsi con farmaci da banco non è come abbiamo già detto privo di rischi, assumere farmaci specifici e prescritti da uno specialista come gli inibitori della pompa protonica  a vita conduce comunque ad alterazioni degne di nota.  Infine affidarsi solo e unicamente ad una dieta sana e al comune buon consiglio “ma dai, non prendertela” può non bastare.

Ma allora, perchè non pensare a curarsi diversamente? Agopuntura, fitoterapia, omeopatia, sono tutte terapie che, se prescritte da specialisti seri ed esperti e magari associate ad un corretto regime alimentare e di vita, risolvono definitivamente i diversi disturbi dispeptici andando alla radice del disturbo e non alterando unicamente  il microambiente gastrico. Non solo: possono anche evitare l’assunzione regolare di farmaci antinfiammatori

E’ certamente richiesta più attenzione e tempo per curarsi in questo modo ma credo valga la pena fermarsi e pensarci.

Inoltre se consideriamo lo stomaco come il centro della facoltà di assimilare sostanze nutritive , come possiamo pensare che la sua normale funzione e il mantenimento del suo microclima naturale non costituiscano un capo saldo della nostra intera salute e del nostro stesso sangue?

Condividi