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Influenza suina: vaccino in gravidanza?

In Italia sono sempre di piu i ginecologi che non consigliano la vaccinazione o quelli che semplicemente non si oppongono direttamente e dicono: “Signora, la facciamo se la vuole fare lei”.  Resta il sano principio secondo cui una donna in gravidanza meno si tocca e meglio è, e  questo vale per farmaci,  parafarmaci o sostanze naturali e vale anche per le vaccinazioni.

Il fatto che questa influenza A oggi come oggi, non sia più pericolosa di una normale influenza è quello che emerge da diversi sondaggi, mentre l’innocuità del vaccino  tanto decantato come ben tollerato non sembra poter aver avuto grande sperimentazione e soprattutto la presenza ormai certa dei cosiddetti aduivanti come lo squalene sui quali è stato scritto e documentata la possibile alterazione del sistema immunitario, certamente non lo rende affatto scevro da rischi.

La gravidanza è considerata un paradosso immunologico, ovvero a tutt’oggi  ancora non è stato del tutto compreso come possa essere modulata la risposta immunitaria nei confronti del tessuto embrionale al fine di evitare il rigetto del feto; si dice che il sistema immunitario “è consapevole” che feto e placenta esistono.

Il sistema immunitario crea un complicato e delicatissimo equilibrio “tollerogenico” che però, a differenza di quanto si possa pensare,  non abbassa la sua capacità di difendere la donna nei confronti delle infezioni o delle neoplasie. Anzi al livello uterino durante la gravidanza sono notevolmente aumentate le cellule Natural Killer (uNK)  e anche se in minor misura le cellulle T.

Le Natural Killer sono per l’organismo una fonte di protezione naturale innata, esse sorvegliano ed eliminano le cellule self che possono trasformarsi e mutare in neoplastiche e le cellule infettate da virus o batteri, la loro azione di sorveglianza e difesa è complessa e non ancora del tutto chiarita.  In campo oncologico e immunologico le NK sono le cellule che maggiormente vengono studiate e che ancora pongono numerosi interrogativi sul loro misterioso funzionamento.

La loro alterazione sembra essere alla base delle patologie autoimmuni in cui vengono attaccate le cellule self  e una loro insufficiente sorveglianza sembra essere alla base delle patologie tumorali. Il fatto che durante la gravidanza aumenti la presenza di queste cellule è fonte di studio e di interesse scientifico.

Ritenere che in gravidanza la donna sia più sensibile alle infezioni in genere e alle infezioni virali non sembra affatto sostenuto dall’evidenza scientifica. Il sistema inmmunitario muta ma non è per niente indebolito. Questo non significa che in gravidanza  non si possa andare incontro a patologie tumorali o infettive ovviamente, ma queste in particolari, le patologie tumorali, sono comunque evenienze considerabili come rare.

Inoltre la presenza di ricorrenti cistiti e vaginiti è da considerarsi in primo luogo come l’espressione  di un  ristagno di urine in vescica e  di una scarsa funzionalità intestinale, entrambe conseguenti alla compressione dovuta alle crescenti dimensioni dell’utero e non di una scarsa risposta immunitaria. Per questo è indispensabile una corretta alimentazione in grado di non alterare la flora batterica intestinale già messa a dura prova e potenziandone  la sua naturale azione antimicotica e antidisbiotica.

Insomma la gravidanza non è una patologia, medicalizzarla troppo puo diventare un rischio che può allontanarci sempre di più dalla naturale capacità dell’uomo di proteggersi e combattere le patologie, diventando una razza sempre piu debole.

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1 Comment

  1. […] Approfondimento fonte:  Uno Due Tre » Influenza suina: vaccino in gravidanza? – Il Blog di … […]

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