La prima volta ero davvero giovanissimo, appena tredici anni.
Ero con mio cugino e lui ne aveva soltanto undici.
“Guarda” mi disse “Le ho fregate dalla borsa di mia madre!”
Anche se più giovane di me di due anni, è stato lui a invitarmi a fumare la mia prima sigaretta. Solo undici e tredici anni, è pazzesco se ci ripenso.
Ci siamo rinchiusi nei bagni, abbiamo aperto la finestra e… via con la siga.
Non sapevamo neanche inghiottire il fumo ma ci sentivamo grandi; era il nostro primo gesto di emancipazione, di affermazione e di ribellione.
Il gusto, me lo ricordo benissimo, era infame ma fu piuttosto il senso di trasgressione del vietato ad incidersi nella mia memoria.
La seconda volta fu ancora più eccitante; ero in vacanza in Marocco, con mia sorella e Anna, una sua amica. Io avevo quattordici anni e loro diciasette. Anna era davvero una bella ragazza ed io non ero che un piccolo moccioso; ai miei occhi, lei era già una donna fatta e finita e per me del tutto inacessibile.
Alla sera si divertiva a prendermi in giro:
“Allora piccoletto, quand’ è che vieni nel mio letto? ti aspetto! Potremmo fare follie insieme!”
Mi ballava intorno in camicia da notte, ridendo di gusto. Ero timidissimo, arrossivo come un pomodoro ed ero assolutamente incapace di profferire parola.
Mia sorella all’epoca doveva studiare per gli esami di recupero di settembre; ebbi quindi il privilegio e l’onore di accompagnare Anna al mare.
Il lungo mare era pericoloso e noi eravamo praticamente soli, su questa immensa spiaggia di sabbia dell’Oceano Atlantico.
In assenza di mia sorella, Anna si faceva più sensuale, misteriosa, meno esuberante e più calda nei miei confronti. Un giorno aveva disposto il suo asciugamano fianco fianco al mio, era sdraiata sul ventre con un libro in mano, i suoi lunghi capelli rossi e ricci e gli occhiali da sole sul naso. Confesso che mi faceva letteralmente impazzire.
Ad un tratto girandosi verso di me, abbassò gli occhiali e si tuffò letteralmente nei miei occhi. Era così vicina che potevo sentire la sua pelle sfiorare la mia. Non avevo mai condiviso una simile intimità con una ragazza. Immaginavo la pienezza dei suoi seni, meravigliosamente disegnati dal suo costume da bagno. Il suo odore, il suo alito, il calore del suo corpo, erano un’ esplosione nel risveglio dei miei cinque sensi.
Sempre fissandomi, tirò fuori un pacchetto dalla sua borsa da mare e si accese una sigaretta. Osservavo la sua bocca, il movimento delle sue labbra. Avviluppava la sigaretta con la lingua e la sigaretta non era più una sigaretta!
Fu allora che prese la sigaretta e delicatamente, in silenzio la avvicino alle mie labbra accarezzandole con la punta delle sue dita. Voleva che fumassi con lei e che mischiassi la mia saliva con la sua. Voleva farmi capire come nasce il desiderio fra una donna ed un uomo.
Furono poche boccate di fumo accompagnate da una imperiosa erezione. Ero eccitato e allo stesso tempo imbarazzato; non fu la mia prima esperienza sessuale ma fu comunque la mia prima intensa esperienza erotica. Questo ricordo, anche se sono trascorsi tanti, è ancora molto vivo e pregnante nella mia memoria.
Ho iniziato a fumare davvero solo a sedici anni. Seguirono lunghi anni di tabacco ad oltranza intervallati da anni di astinenza. Riprendevo, mi fermavo, riprendevo mi fermavo e così via.
Ero furioso con me stesso: “Ma sarai coglione o no ? mi chiedevo. Riesci a disintossicarti del tutto dal fumo e prima di rendertene conto ci ricaschi? Ma perchè?
Immaginiamo anche che questa prima sigaretta si ricolleghi ai miei ricordi più profondi, incisi nella memoria emotiva e collegati al piacere, la mia famosa Maddeleine di Proust. Che sia l’elemento scatenante, poi la nicotina creandomi dipendenza fisica e psichica provvederebbe al resto.
Lo sai bene quanto sia tossico vero? Ammoniaca, Cloro, Cianuro didrogeno, acroleina, diossido di titanio… Il carosello del peggio. Hai un bel saperle certe cose, ma poi ogni volta ci ricaschi.
Ho smesso da una settimana. Neanche una singola sigaretta. Penso che ognuno debba trovare il suo metodo. Medicine, sostitutivi, terapie alternative o altro, io ne ho una sola: la mia volontà. Peccato sia così spesso cangiante e mutevole.
Adesso ogni volta che il desiderio di fumare mi tortura, inspiro profondamente, come se dovessi prepararmi per un immersione in apnea, poi espiro sempre intensamente.
A pieni polmini, si, a pieni polmoni, e mi interrogo: “Ma perchè respiri così?”
La mia spiegazione, forse è un pò stravangante, ma io ci credo: ” respiri così perchè è il primo gesto che hai compiuto venendo al mondo, uscendo dal ventre di tua madre quando ancora i tuoi polmoni erano puri.
Tornare all’essenziale, al primo gemito, per riprogrammare la mia memoria e queste associazioni piacevoli che mi spingono a ricominciare a fumare.
E’ un idea, non so quanto giusta o sbagliata ma puoi provare.
E poi l’aria è ancora una di quelle rare cose che ancora non ci fanno pagare!
Comunque anche se sembra davvero che hai compreso che si tratta di una droga, che così facendo innietti la morte nel tuo organismo, che intuisci da solo le cause e gli effetti, non è escluso che fra qualche giorno non ti precipiterai nuovamente in tabaccheria ad elemosinare tabacco con lo stesso fervore di un pellegrino alla mecca.
Allora mi ricordo di questa frase, valida per molte situazioni:
“Il fatto di aver fallito ad ogni tentativo precedente non significa che non riuscirai nel prossimo!”
“