In questi giorni è di attualità soffermarsi sulla crescente età e peso dei bambini “passeggiotrasportati”, che dire a riguardo? Certamente è un fatto che fa pensare e soprattutto preoccupare.
Sono anni che osservo questo problema e mi stupisco nel vedere bambini over quattro annoiati e stanchi nei loro passeggini supertecnologici che sembrano più lettighe da sultano o da regina di saba.
Ma adesso che il dibattito è aperto mi sento di schierarmi dalla parte di queste mamme. Forse i signori uomini e i genitori di un tempo che fu non sanno quanto oggi una donna con figli e lavoro, debba semplicemente correre per rimanere al passo.
Le richieste sono sempre di più e senza aiuto a pagamento o da parte dei parenti la vita può trasformarsi in un incubo. Non c’è spazio per i normalissimi tempi che richiede un bambino.
Un raffreddore, una febbre, un qualsiasi intoppo, assolutamente normale per un cucciolo di uomo in crescita, può diventare un dramma per le ore di lavoro perse e le persone da attivare.
Fare la spesa o una qualunque commissione con il bambino a piedi o passeggiotrasportato, fa la differenza, magari anche di più di un ora! Il lavoro porta via da un minimo di cinque a un massimo di dodici ore al giorno, poi esiste il tempo dei trasporti da luogo a luogo, il tempo per le faccende di casa, incluse spesa, pulizie, preparazione dei pasti, naturalmente nella maggior parte dei casi il tempo personale e il tempo sociale sono quasi assenti.
Il problema è proprio questo; non cè’ tempo! Non c’è tempo per camminare al loro fianco senza procurar loro una lussazione del gomito, non cè tempo per giocare con loro, non c’è tempo per ascoltarli. Ed è proprio questa assenza di tempo a renderli forti e potenzialmente tiranni; i bambini infatti imparano già da piccolissimi ad usare con molta abilità il senso di colpa nei confronti dei loro genitori che per loro non hanno mai abbastanza tempo.
Ecco che i genitori non riescono più a gestire normalissime azioni, i tempi per mangiare, i tempi per andare a letto, i tempi per stare insieme si trasformano in pantomime dove i genitori perdono quasi totalmente il loro ruolo educativo e diventano pericolosamente marionette nelle mani dei figli.
Che fare? Lavorare di meno sembrerebbe la parola magica ma se il lavoro è necessario per sopravvivere siamo intrappolati. Le nostre esigenze non sono più quelle di una volta e neanche le famiglie lo sono più. Le donne lavorano come e anche più degli uomini, le separazioni dei genitori sono frequenti, i nonni spesso sono a loro volta separati e magari stanno vivendo una nuova vita di coppia o nuovi interressi o magari hanno problemi di salute o di personalità.
Sarebbe necessario unire le forze e creare ambienti educativi ad hoc. Il programma televisivo “S.O.S tata” mi sembra un ottima iniziativa ma non basta. Parenti disponibili… unitevi!
Sarebbe utile creare ambienti a conduzione totalmente famigliare, dove a turnazione varie tipologie di parenti nonno, nonna, zie, mamme, papà, vicini di casa possano tutti contribuire all’interno di un ambiente famigliare domestico conosciuto e idoneo.
Anche i figli più grandi freschi di studi potrebbero partecipare, per esempio facendo fare i compiti ai più piccoli, a pagamento ovviamente, facendosi la paghetta. Tutti a turnazione, secondo uno schema settimanale prestabilito, magari all’interno dello stesso condominio o quartiere, se possibile addestrati e seguiti da persone addette ai lavori, educatori o tate.
Insomma bisogna aguzzare l’ingegno e alle nuove problematiche famigliari rispondere con nuovi sistemi educativi e una visione allargata della famiglia. Tra amici quindi non solo andare in vacanza insieme ma anche trovare case dove abitare abbastanza vicini per condividere questa possibile esperienza comune.
I bambini si sentirebbero al centro dell’attenzione ma potrebbero avere l’opportunità di conoscere varie figure diverse non solo per età, ma con caratteri, professioni e competenze varie, tutti guidati dallo stesso comune principio educativo; crescere insieme e, se possibile, nel migliore dei modi.
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1 Comment
E’ proprio in seguito alle esigenze delle mamme casalinghe e lavoratrici che nacque diversi anni fa la Banca del Tempo in Romagna, una “banca” in cui si depositano e si prendono a prestito servizi in ore e non altro. Una sorta di baratto riconosciuto da una organizzazione che ormai ha i suoi circuiti in tutt’italia, un’occasione di scambio umano e non solo…
VALERIA MILANO