Recentemente, parlando del più e del meno con una giovane donna incontrata in piscina, dove cerco di andare a nuotare per mantenermi in movimento e rinfrescarmi allo stesso tempo, siamo arrivati a parlare dei suoi dolori cervicali.
Mi ha meravigliato come questa persona, quando le ho suggerito di provare con l’agopuntura, mi abbia risposto convinta:” ma io ho delle protrusioni discali!” e poi ha aggiunto “ma l’agopuntura non agisce solamente come panacea contro il dolore?”
Questa è una idea divulgata comunemente, l’unica cosa per la quale viene riconosciuta l’agopuntrura; per la sua azione anestetica o antidolorifica. La conclusione è quindi che usarla quando esiste un problema fisico non ha senso! Questo è un errore grossolano sia di valutazione della causa del dolore, che della possibilità di curarlo.
Il primo grande errore sta nel considerare il dolore come il frutto diretto della patologia riscontrata dagli esami strumentali; discopatia, artrosi, tendinite, trauma pregresso. Certo, queste problematiche non vanno negate anzi, possono essere la causa primaria del disturbo doloroso ma il ragionamento non deve fermarsi qui.
Il dolore, come ho già spiegato, ha diverse componenti ma soprattutto produce sempre un arresto della circolazione energetica e sanguigna locale; ecco perchè risponde all’agopuntura; ma non fermiamoci, questo rallentamento è a sua volta responsabile di un malfunzionamento distrettuale.
Se si parla di muscoli o di tendini, la cattiva circolazione produce delle aree che potremmo descrivere come dei nodi, niente di rotto, niente di irreparabile, solo che le fibre che costituiscono il muscolo e i tendini non scorrono più liberamente una sopra l’altra. In termini tecnici si parla di punti trigger perchè sono punti che, da soli, possono riprodurre il dolore in assenza della causa che inizialmente può averlo scatenato.
E’ semplice; è necessario prima di tutto districare la matassa, in quanto se la si lascia a se stessa non potrà che ingrandirsi e produrre altri nodi, fino a quando il dolore sarà così forte e diffuso da non poter più essere diagnosticato con semplicità. Non sarà più sufficiente mantenere una postura corretta, una buona attività motoria ed evitare di stressarsi per quanto possibile.
Volendo fare un paragone è come se in presenza di calcoli alla colecisti, noi pensassimo a mangiar bene e usassimo sostanze in grado di drenare la bile e far funzionare al meglio il fegato. Non basta più, bisogna togliere o sciogliere i calcoli, perchè a questo punto essi possono solo ingrandirsi.
Questi nodi nelle fibre muscolari e tendinee non sono visibili con le comuni indagini strumentali a meno che non siano così cronicizzate da aver prodotto delle calcificazioni, tuttavia esistono e vanno trattati.
Ecco perchè oltre all’agopuntura che migliora la circolazione energetica e sanguigna nel distretto colpito, associo la tecnica della miofibrolisi che sfrutta l’utilizzo di strumenti variamente formati in grado di lavorare in profondità sui tessuti miofasciali, riordinadoli e allinendoli, eliminando così i nodi e l’ingorgo energetico che essi stessi possono causare.
Il dolore sparisce in modo duraturo; certo rimangono l’artrosi o le tendenza alle discopatie o gli esiti cicatriziali di un pregresso trauma o intervento chirurgico, con i quali è necessario affrontare in modo serio un discorso di prevenzione attraverso posture e movimenti corretti, esattamente come per l’alimentazione e la cura del proprio fegato dopo la rimozione dei calcoli della colecisti.
Le discopatie come risposta ad una vita sedentaria o movimenti scorretti, così come l’artrosi come risposta all’età che avanza e ai microtraumi ripetuti sono patologie estremamente diffuse e si riscontrano nell’ oltre 80% della popolazione che si presenta a visita. L’agopuntura e la miofibrolisi, oltre ad una corretta educazione posturale e motoria, sono un valida strumento terapeutico a cui ricorrere soprattutto quando il dolore tende a cronicizzare.
1 Comment
Grazie per l’informazione Cathe, appena le mie finanze me lo permetteranno verrò a curare la mia ventennale discopatia da te. Dall’anno scorso, dopo il mio Cammino di Santiago è comparso un fastidioso problema (anche se non doloroso) alle cervicali (mi scricchiolano le vertebre o, forse, possono essere dei nodi ai tendini). Probabilmente è dovuto allo zaino sempre storto che portavo sulla schiena (era la prima volta che viaggiavo con uno zaino e, a lungo andare, mi ha causato questo problema). A presto.