Mi è capitato recentemente un caso di una giovane donna con spalla congelata, in fase acuta, anzi direi iperacuta.
Il dolore era insorto gradualmente e subdolamente da alcune settimane e diventato nelle ultime 24 ore quasi insopportabile con completa incapacità di muovere anche di pochi gradi l’articolazione della spalla.
Un dolore cosi vivo, anche a riposo, da togliere il sonno nonostante l’assunzione di antidolorifici.
Il quadro era senza dubbio di spalla congelata che si differenzia dalle altre patologia della spalla proprio per la presenza di una brusca impotenza funzionale.
Nella spalla congelata l’articolazione della spalla appare rigida e ultra dolente anche alla mobilizzazione passiva e per di piu’ su tutti i piani di movimento; al paziente non è più possibile svolgere le normali mansioni e anche il sonno è disturbato dal dolore che peggiora con il riposo oltre che con tutti i movimenti più banali dell’arto superiore.
Come spiegare scientificamente questi casi di blocco funzionale? In termini ortopedici vengono chiamati periartriti scapoloamerali acute ovvero condizioni di infiammazione delle strutture fibrose periarticolari, talora accompagnata nel tempo da ispessimento tessutale visibe all’ecografia e risonanza magnetica e da possibile formazione di aderenza della capsula articolare, caso in cui si parla di capsulite adesiva.
Non vi è un evento scatenante conosciuto, infatti non vi è un trauma o un infezione esterna, può essere presente una condizione favorente caratterizzata da una tendinopatia cronica di base più o meno grave o da un pregresso trauma. Ma cosa scatena l’evento acuto e oserei dire debilitante?
In termini chimici è una lieve infiammazione con scarso gonfiore e talora minimo rialzo della temperatura. In termini fisioterapici Mc Kenziani si può parlare di un derangement ovvero di alterazione del movimento corretto aspecifico. In termini energetici si puo parlare di un blocco della circolazione locale di sangue ed energia.
Il caso in questione è inoltre caratterizzato da stanchezza cronica di fondo, frequenti dolori articolari multipli migranti, episodi ricorrenti di spalla congelata alternando i lati, con frequenza di circa un episodio all’anno, sempre insorgenti dopo estrema stanchezza o tensione emotiva protratta.
In medicina Cinese si parlerebbe di una costituzione di milza debole con tendenza alla stasi di fegato di fondo e con calore umidità accumulati nella spalla come risposta ad un probabile risalita incontrollata dello yang di fegato.
Cinese vero? Esattamente! E’ un linguaggio del tutto incomprensibile per i pazienti ma anche per i medici non esperti nel capo della medicina cinese. E allora come lo spieghiamo in parole semplici senza passare per pazzi visionari? Potremmo dire che si tratta di un dolore acuto di tipo infiammatorio di origine interna che definirei viscerale.
Ci nutriamo di cibo ma anche di emozioni e di aria quindi attenzione non solo a selezionare i cibi ed evitare luoghi con troppo smog e preferibilmente a non fumare ma è utile anche evitare e cercare il più possibile di stare lontano dalle emozioni negative educandovi a pulire e selezionare anche quelle.
In questo caso la costituzione di fondo aggravata dalla stanchezza estrema e dai precedenti disturbi articolari delle spalle sono stati determinanti.
Quello che suggerisco è considerare questa patologia come più energetica e interna rispetto alle altre, (motivo per cui risponde molto bene all’agopuntura). Il trattamento della spalla congelata in assenza di manovre osteopatiche e di agopuntura è estremamente doloroso e lungo.
Se trattato solo con fans ( farmaci antiinfiammatori) e ginnastica, richiede una riabilitazione che prevede almeno 6 settimane di fisioterapia, spesso con sedute estremamente dolorose e un recupero articolare molto lento, si parla in media di tempi di recupero completo fino a un anno circa nei casi trattati solo con i soli farmaci.
La paziente nonostante una fobia per gli aghi è comunque ricorsa nel mio studio soprattutto perchè in prossimità della partenza per le ferie tanto attese. Ho eseguito 3 trattamenti di agopuntura ravvicinati, uno al giorno e prescritto una ricetta di fitoterapia mirata al dolore della spalla, ottenendo un recupero articolare pari al 90% ( escursione articolare iniziale passiva non oltre i 40 ° e finale oltre i 170°) con un controllo piu che soddisfacente della sintomatologia dolorosa sia a riposo che durante la mobilizzazione.
La paziente è quindi partita per le vacanze con le sue erbe e con gli esercizi di autotrattamento ottenendo un completo recupero della condizione funzionale precedente alla fase dolorosa e di blocco articolare in una settimana, favorita oltre che dal trattanmento di agopuntura e fitoterapia anche dal mare e dal sole.
Certamente vale la pena farsi una domanda sull’efficacia quasi miracolosa del trattamento e quindi sulla natura della patologia.
Forse bisognerebbe considerare la possibilità che uno squilibrio interno, che abbiamo semplicemente chiamato viscerale, possa essere responsabile non solo di disturbi così detti psicosomatici ma anche di disturbi fisici veri e propri con una connotazione anatomica rilevabile con esami, disturbi troppo spesso considerati come semplici problemi meccanici o ortopedici.
Questa patologia è chiamata spalla congelata proprio perchè è il sintomo e non la causa ad essere stata individuata. La sua natura è sconosciuta ma certamente va ricercata in una sfera non esclusivamente anatomica.
Da osservare in particolare il fatto che colpisce maggiormente il sesso femminile e l’età adulta tra i 30 e 50 anni, questo per indicare che non vi è una probabile causa degenerativa che lo collocherebbe in età più avanzata e neanche una causa prettamente fisica che vedrebbe impegnato analogamente, se non maggiormente, il sesso maschile.
La spalla in medicina cinese è correlata sia con gli intestini che con l’organo fegato e quindi con le patologie che abbiamo chiamato viscerali. E’ una cosa da tenere in considerazione anche per le altre patologie della spalla sempre più frequenti, prima di procedere sistematicamente all’intervento chirurgico.
3 Comments
Gentile Sig. certo è non solo possibile fare entrambe le terapie contemporaneamente ma è anche la miglior cosa fattibile. La mobilizzazione nonostante sia indispensabile è spesso causa di dolore acuto e può causate essa stessa contratture antalgiche, l’associazione delle terapie consente risultati più veloci sia sul dolore che sul recupero funzionale. Cordiali saluti
Il problema è che la gente legge e crede……informatevi prima di chi vi mette le mani addosso….solo fisioterapisti laureati……quando riusciremo finalmente a fare un ordine certa gente dovra scomparire……
La bravura di un fisioterapista non sta certamente solo nel fatto che abbia o meno una laurea breve o una omologazione con essa, la bravura sta nella manualità ovvero nell’esperienza e sensibilità del professionista oltre che nell’avere seguito il più possibile corsi iperspecialistici in Italia e all’estero. Resta il fatto che la spalla congelata è per qualunque fisioterapista un lavoro molto difficile e delicato che sia laureato o no.