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Per il nuovo ci vuole il vuoto

Sembra scontato ma capire questo concetto è di fondamentale importanza in quanto tutto, ma proprio tutto sulla terra, si muove seguendo questa Legge. Il vuoto tende a riempirsi e il pieno tende a svuotarsi. Ogni sistema vivente e non vivente dipende da questa Legge.

I Cinesi parlano di yin e yang come due principi intimamente legati e dipendenti l’uno all’altro, configurati in un cerchio che indica proprio il movimento inniterrotto da uno verso l’altro.

Ogni sistema per vivere deve necessariamente avere un nutrimento, quindi riempirsi dall’esterno e liberarsi o svuotarsi verso l’esterno; quando questo meccanismo cessa avviene la stagnazione e il graduale deterioramento fino alla morte.

Pensate al corpo umano deve respirare, bere e mangiare; nessuna di queste attività  possono prescindere dalla sua vita ma lo stesso vale per il sistema urinario e intestinale, funzioni meno nobili forse ma di vitale importanza affinché la macchina corpo funzioni.

Questo meccanismo input-output, avviene anche nelle relazioni umane; il padre o la madre nutrono il figlio e il figlio quando diventarà padre nutrirà suo figlio: è naturale, e anche nelle più comuni relazioni esiste sempre uno che da e uno che riceve e questi ruoli possono essere fissi oppure fluidamente interscambiabili.

In psicologia si dice che è importante per chi ha un ruolo fisso di sostegno nei confronti del prossimo avere a sua volta un contenitore ovvero poter a sua volta contare sul sostegno di qualcun’altro.

Il dare-avere che gli esperti nel settore dell’economia ben conoscono, è un delicato equilibrio in continuo movimento; nel mondo emozionale la cosa diventa interessante in quanto l’uomo tende a trattenere a se il passato, accumulando oggetti che non userà mai più per paura di restare senza, inoltre è abituato a trattenere le emozioni, in particolare quelle negative, forse per ricordare chi ci ha fatto soffrire o chi abbiamo tanto amato.

Ecco che dal punto di vista emozionale il sistema si ingolfa e non siamo pronti per il nuovo. Quando viviamo un’emozione stringiamo i pugni per non perderla ma così facendo le  mani non possono più aprirsi, non possiamo più prendere. Non siamo vuoti e non siamo disponibili al nuovo.

Questo meccanismo avviene anche con la mente; quando abbiamo appreso qualcosa siamo convinti di sapere e così non siamo più disposti a lasciare entrare altre nozioni. Molte volte non leggiamo e non ascoltiamo, cioè non lo facciamo veramente, perchè già crediamo di sapere.

Il mio Maestro ha sempre detto ” entrate nelle cose, toccate, poi lasciate andare, imparate a voltare pagina” ,  mi ricordo ancora un pomeriggio in cui ci fece ascoltare pezzi di musica bellissimi e prima che ogni singolo brano finisse cambiava brano, per la prima volta capii quanta sofferenza riuscivo a produrre attraverso l’attaccamento, ad ogni pezzo mi lasciavo andare ad ogni cambiamento vivevo la sofferenza della perdita e così via per ore, ma quanta sofferenza inutile!

Dobbiamo imparare a svuotarci, è come  se soffrissimo tutti di stitichezza, psicologicamente e mentalmente. Possiamo agire sulle nostre emozioni, comprendendo che le emozioni negative assumono un fascino del tutto particolare e insidioso, perchè essendo più forti, direi dense, ci danno la sensazione di sentire noi stessi. Ma non è così! Sentiamo solo un falso, un golem che pretende di essere noi, fingendo di essere al nostro servizio mentre invece si serve di noi.

Per purgarci da questo il lavoro è un po’ difficile. Occorre sintonizzare in qualche modo il nostro pensiero solo su cose belle, dichiarando una guerra senza quartiere al fascino malato del negativo.

Oppure più semplicemente lasciare andare queste emozioni, osservandole come se fossero un piccolo bambino capriccioso che pesta i piedi gridando “Io esisto!”.

Vabbè, esisti, e allora? Tanti saluti a casa.

Un modo più semplice, direi propedeutico a quello sopra, è quello di intraprendere una bella, sana e faticosa attività fisica, di quelle che ti fanno sudare come una bestia. Va bene tutto, purchè si tratti di esercizi dinamici, che implichino cioè molto movimento.

E’ un buon inizio, e dopo una trentina di minuti, ci troveremo a guardare il moccioso di cui sopra cominciare ad allontanarsi con la coda tra le gambe!

Buttiamo via i nostri scheletri nell’armadio, ed allo stesso modo, svuotiamo gli armadi di casa da tutte quelle cianfrusaglie inutili che, non si sa perchè, campeggiano vittoriose tutte le volte che apriamo le ante alla ricerca della nostra camicetta preferita.

Buttare il vecchio per far posto al nuovo, ricordate? Insomma: vogliamo farle ‘ste pulizie di Pasqua, o no?

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3 Comments

  1. anna ha detto:

    Grazie,Cathe! Sono una tua collega che ti è grata perchè dai voce a quanto anch’essa ha nel cuore. Un giorno una paziente, che è venuta da me dopo un lungo pellegrinaggio nei vari studi medici e da tutti i Colleghi era ritenuta
    quanto meno”strana”, mentre l’aiutavo a considerare una guarigione, mi ha
    detto testualmente:” Dottoressa, e poi come faccio?” Vedendo la mia espressione allibita, ha continuato:” Noi delle nostre malattie ci facciamo una corazza”. Non solo lei, credo e neppure solo delle malattie, ma come dici tu anche delle emozioni più… dense. Ormai però esiste solo un’alternativa: o svuotarsi o morire. La vera schiavitù la portiamo dentro e cerchiamo tutte le scuse per non liberarci da questo peso insopportabile
    perchè ci siamo assuefatti alla schiavitù e il solo pensiero di essere
    davvero liberi perchè integri e armoniosi fa scattare dentro di noi una
    miriade di paure incoffessate.
    Il vuoto del cuore che è necessario non è chiaramente lo XU cinese,cioè il
    vuoto che esprime una carenza o l’eliminazione pura e semplice di vari
    orpelli, bensì il KONG che indica il silenzio interiore, la vacuità, la libertà da qualunque condizionamento egoistico per cui la persona può svolgere compiutamente il mandato del Cielo per cui è stata creata,con il suo cuore povero ossia umile, puro perchè vuoto, mite perchè semplice e libero dall’egoismo. A tutti questi attributi è legata la condizione di beatitudine che è una gioia essenziale, profondissima, immensa, in cinese
    espressa dall’ideogramma XI, in cui è presente il pittogramma di un cuore che ha infranto i suoi legacci e pertanto il suo ritmo si può accordare alla dinamicità vitale e dirompente dell’universo.
    Grazie ancora, Cathe… e scusa se mi sono dilungata.

  2. valeria ha detto:

    Carissime,
    grazie dei vostri contributi. Personalmente ho sperimentato quanto attaccamento avevo nei confronti dei vecchi vestiti anni ’80 che ancora conservavo nell’armadio, perchè caso mai, perchè erano belli. Così ho dovuto pregare una persona a me vicina quel momento, che tutto questo attaccamento non lo aveva, di aiutarmi a fare piazza pulita. E’ stato dolorosissimo, ma molto, molto efficace. Qualcosina ho tenuto, ma ciò che consideravo molto caro e incredibilmente dopo un mese circa mi arriva un bel sacchettone di vestiti da una parente, che non poteva indossarli perchè non più della sua taglia e così ci ho guadagnato in qualità e moda!
    E poi…dopo il trasloco addirittura ho regalato mobili, dato via libri, buttato vecchi appunti delle superiori e delle medie. Lì è stato veramente forte…ma ora sto meglio e cerco di tenere l’essenziale, di qualità e ben ordinato e magari di farmi consigliare da amici che hanno l’occhio per l’arredo su come conservare le cose che ho e su come arredare la mia futura casa, che spero di avere presto, arredata con armonia, eleganza, essenzialità, fiori e secondo i principi del feng shui, ma questo è “futurismo”. Difficile invece liberarsi di amori passati o recenti, ferite ancora aperte, ma il nostro corpo sapiente lavora e ci pensa con qualche bell’influenza, raffreddore e altro. Ieri, a proposito percepivo dietro un mal di stomaco che durava da giorni che forse, dopo averlo ascoltato e accudito e accolto, forse potevo permettermi di stare bene e vivere meglio e per me!! E così…pronta la serata culturale con amici questa sera.
    Di una cosa sono sicura iniziato il processo poi continuarlo non è difficile e lasciare spazio al nuovo fa entrare un NUOVO DI UNA QUALITA’ MIGLIORE dalle relazioni agli oggetti ed è quello che mi sono imposta per la mia vita.
    Tenersi lontano da SITUAZIONI PERICOLOSE è per me, ma non credo solo per me, un vero esercizio di consapevolezza, vista la mia incredibile capacità di tuffarmi nei guai…degli altri, che poi diventano i miei. Ancora però ringrazio le persone che mi hanno aiutato ad arrivare qui, Maestri, un medico come Catherine ed esseri che mi si sono avvicinati e che hanno prima di me fatto una gran bella pulizia e che mi hanno insegnato qualcosa e che porto con me dentro per sempre. Ora VIVO!
    P.s. Scusate se mi sono dilungata, ma mi ha avete proprio colta nel vivo delle dinamiche della mia vita!! Vi auguro allora buona pulizia e…buon vuoto e…meditare sarà più semplice.