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Il metodo Pilates, la Danza e lo Yoga: mondi diversi

Ho iniziato Danza Classica  a 11 anni, molto tardi quindi rispetto al solito, ma l’amore per questa disciplina mi ha preso sempre più e crescendo era diventata una vera passione, tanto che all’università praticavo fino a 2-3 ore al giorno. Ma poi quel mondo alle soglie del professinismo mi era diventato stretto,  le ostilità si toccavano con mano, dovevo fare una scelta; Medicina o Danza, e così ho abbandonato la Danza, come si lascia un grande amore, da un giorno all’altro senza voltarmi in dietro!

Per anni non sono riuscita a guardare neanche uno spettacolo di danza, era troppo doloroso. Pensandoci ora mi viene da sorridere. La Danza è stato il mio primo strumento di lavoro su questo corpo, e devo riconoscere che mi ha dato molto,  ha contribuito a rendermi forte dentro e dolce fuori, precisa quando serve ma anche capace di cogliere la perfezione dell’istante, ma soprattutto costante e determinata nel conseguimento degli obiettivi da raggiungere.

Si, posso dire che il formarsi del mio carattere è stato fortemente guidato da questa disciplina: è per questo che consiglio a tutti i ragazzi che arrivano in studio di cercare uno sport che possa dare loro la stessa passione, seguendo la loro indole e magari valutando fisicamente quale attività sia più idonea al miglior sviluppo armonico sia fisico che mentale;  equitazione, scherma, arti marziali, danza, ginnastica artistica, corsa, nuoto, attività di squadra…

Anche se in India lo Yoga si inizia da bambini, da noi comunemente questa disciplina  viene intrapresa in età adulta. Personalmente ho iniziato a 17 anni a praticare lo Hata Yoga, nel fior fiore della mia adolescenza, ed è stato molto utile per moderare la tempesta ormonale e l’aspetto emotivo di quel periodo.

Direi che questo è stato un incontro ancora più importante, un innamoramento immediato, che continua a sedurmi e affascinarmi come e più del primo giorno.

Ho potuto imparare ad ascoltarmi, a respirare e, cosa preziosissima, a entrare nello sforzo con il minimo sforzo.  Le posture mantenute a lungo consentono di arrivare al proprio limite, accarezzarlo e guardare oltre, toccando le poprie intime e profonde resistenze.

Nello Yoga è possibile, superando queste resistenze, sperimentare uno stato di espansione interno che assomiglia al piacere che si può avvertire dopo un amplesso; il corpo si espande come se non avesse più limiti fisici. Non credo vi sia niente di paragonabile nelle altre attività motorie, infatti lo Yoga non è solamente una attività motoria ma una scienza antichissima atta a sviluppare l’interiorità dell’individuo.

Oggi ho 44 anni ma ho ancora la scioltezza di quando ne avevo 18; anzi, se è possibile anche di più e questo forse è già un buon motivo e per consigliare questa affascinante e complessa pratica.

E’ solo da poco, anzi pochissimo che mi sono avvicinata al metodo Pilates. Un po’ per necessità, poichè molti pazienti mi chiedevano se praticarlo e non conoscendolo ero costretta a rimanere sul vago, dando indicazioni personali da applicare alle problematiche individuali, e un po’ per curiosità personale.

Questa attività motoria, nata per riabilitare i reduci di guerra all’inizio dell’ultimo secolo, è arrivata in Italia da circa 30 anni e ha conosciuto un grande successo nel mondo della danza, la prima palestra del fondatore della tecnica era proprio vicino ad una scuola di ballo, e anche se i ballerini professionisti inizialmente lo usavano per risolvere problematiche è poi diventato uno strumento tecnico per migliorare le proprie prestazioni fisiche.

La cosa che più mi ha colpito di questo metodo è come la presenza delle macchine consenta di lavorare in modo preciso sul corpo, strutturandolo sia sul versante della tonificazione e rinforzo, sia su quello dell’allungamento muscolare e tendineo, sfruttando principi di meccanica applicata attraverso l’utilizzo di tiranti, molle, sbarre e oggetti vari: palle, cerchi, cuscini.

E’ semplicemente geniale la ricerca dell’ottimizzazione del lavoro sul singolo muscolo e della perfetta simmetria del corpo, si capisce che il fondatore aveva un’ottima conoscenza non solo della funzione dei singoli muscoli ma soprattutto dell’applicazione e del lavoro pratico. Era in effetti un grande sportivo, un uomo che aveva praticato diverse discipline fra cui lo Yoga.

Ma lo Yoga e il metodo Pilates non sono affatto la stessa cosa e non vanno confusi,  Pilates non è  un nuovo modo di fare Yoga più alla moda: è un metodo a se’ stante, molto ricco e strutturato, con posizioni che richiamano lo Yoga ma anche molte altre discipline e che utilizza la respirazione in tutti gli esercizi. Ma niente a che fare con il Pranayama dello Yoga.

Il Pilates in seduta individuale può avvicinarsi a sedute di fisioterapia, ovvero è in grado di guidare il soggetto alla correzione di vizi e problematiche fisiche specifiche. Le sedute individuali di Yoga possono sciogliere problematiche più profonde attraverso un lavoro interno e quindi arrivare anche al fisico. In entrambi i casi si presuppone la presenza di insegnanti capaci e preparati.

Un’attività non esclude l’altra, anzi direi che sono complementari. Un po’ come per l’omeopatia in raffronto ad agopuntura e fitoterapia cinese: l’una proviene dal recente secolo, il ricco ‘900, le altre portano con se’ un sapere molto più antico; non sono affatto incompatibili, anzi direi che potendo vale la pena di usarle entrambe.

Because two it’s meglio che one!

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