Trattare e non sottovalutare il dolore è una cosa importante; il dolore non solo fa male ma è a sua volta causa di dolore. Il dolore, se protratto, genera un circolo vizioso in grado di rinnovare il dolore stesso. Potremmo dire che il dolore si autoalimenta, è come un robot che prende iniziative personali.
Il meccanismo con il quale il dolore si mantiene può essere spiegato considerando che ogni dolore produce un assetto posturale scorretto chiamato antalgico, ovvero un modo automatico di muoversi assunto dal corpo per non sentire dolore. Questo modello automatico di movimento assunto dalla macchina corpo per evitare il dolore è responsabile a sua volta di tensioni e accorciamenti muscolotendinei in quanto si allontana dalla normale funzionalità (vedi causa esterna o meccanica del dolore).
Inoltre questo assetto errato, quando protratto per lungo tempo, può produrre un’infiammazione locale, (vedi la natura chimica o infiammatoria del dolore).
Infine come un problema intestinale può influenzare il rachide lombare, anche un problema lombare può a sua volta influenzare la funzionalità intestinale. Per esempio, i casi di lombalgia acuta da caduta o movimento errato si accompagnano spesso e non a caso a stitichezza. In ultima analisi, ma non di poca importanza è il considerare che il protrarsi del dolore può generare alterazioni emotive che a loro volta possono ripercuotersi sulla normale funzinalità dei visceri (vedi natura interna o energetica del dolore).
Ecco che un dolore cronico o continuo presenta molto spesso tutte le componenti sopracitate nello stesso momento.
Si rende così difficile capire veramente cosa abbia generato il problema e soprattutto cosa lo mantenga, a meno che non si voglia fare gli indovini.
Rivolgendoci ad uno specialista ortopedico, verrà posta maggior attenzione sull’aspetto degenerativo delle strutture coinvolte nel dolore. Con Rx , RM, TAC o Ecografia verranno evidenzi alterazioni tissutali; discopatie, tendinopatie, artrosi che peraltro sono spesso presenti anche nei soggetti asintomatici.
Rivolgendoci ad un fisiatra, posturologo, chinesiologo o osteopata verrà posta maggior attenzione all’assetto posturale scorretto.
Rivolgendosi a un agopuntore e osteopata verrà posta maggiora attenzione all’aspetto energetico e sugli organi interni.
Rivolgendosi a uno psicologo verrà posta maggior attenzione alle tensioni emotive.
Il mio modo di affrontare il dolore cronico parte in prima istanza dalla riduzione del dolore stesso attraverso l’utilizzo dell’agopuntura. In questo modo, indipendentemente dalla causa che lo ha generato, è possibile ridurre tutte le conseguenze che il dolore genera a catena; come si suol dire… si fa pulizia.
Molte volte accade che il dolore si sposti; per esempio un dolore all’inguine può trasformarsi in un dolore al rachide lombare, oppure da un dolore alle spalle può comparire uno stato maggiore di insonnia o di ansia. Questa modificazione ci consente di capire meglio l’origine del dolore.
Il secondo percorso, attuabile a seconda delle necesità, prevede un’attenzione alla correzione posturale mediante esercizi fisici autogestiti e consigli ed eliminazione di punti trigger attraverso la miofibrolisi.
Quando è molto evidente la componente infiammatoria o viscerale, in genere suggerisco una dieta che riduca l’irritazione intestinale e modifichi lo stile di vita.
Infine utilizzo la fitoterapia nelle patologie complesse anche per prolungare l’effetto dell’agopuntura riducendo i trattamenti.
L’importante, come dice il mio maestro, è avere più frecce al proprio arco per riuscire a colpire le diverse componenti del dolore.
Quando il problema è squisitamente meccanico suggerisco di insistere sugli esercizi con l’aiuto di un fisioterapista o posturologo e se veramente irrimediabile tramite la terapia conservativa, allora consiglio la valutazione chirurgica.
Quando il problema è squisitamente emotivo e correlato a problematiche irrisolte, suggerisco esercizi di rilassamento guidati e il sostegno da parte di uno psicoterapeuta.
Il dolore cronico è davvero incredibilmente complesso e non smette mai di sorprendermi; alcune volte, quando sono evidenti gravi lesioni degenerative artrosiche e posturali, il dolore riesce a scomparire quasi del tutto in tempi relativamente brevi. In altri casi, quando il dolore compare in soggetti più giovani e sembrerebbe più funzionale e meno fisico, occorre molto più tempo.
In ogni caso, quali che siano le origini, quando si tratta un dolore cronico, solo un lavoro multidisciplinare consente di affrontare il problema in modo completo e risolutivo.
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2 Comments
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I suoi articoli sono ionteressantissimi!
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