Ormai si può dire che il vizio posturale inizia a prendere forma già durante la prima infanzia, quando il corpo, ancora in crescita e poco strutturato dal punto di vista muscolare, inizia ad affacciarsi alla ribalta della vita sociale ed il bambino incomincia ad affrontare le sue prime guerre, le sue prime paure, i suoi primi insuccessi.
Viene definita postura una posizione del corpo mantenuta per lungo tempo attraverso la contrazione tonica di numerosi muscoli, chiamati muscoli antigravitari. I muscoli antigravitari agiscono attraverso vie riflesse, contrastando in modo prolungato la forza di gravità. La posizione seduta e la posizione eretta, sono due tipiche posture. Si parla di vizio o difetto posturale quando sono presenti posture scorrette.
Queste, quando non costituzionali, nascono nella maggior parte dei casi come risposta ad un’insicurezza o instabilità emotiva che si traduce sul piano fisico con un’iniziale incapacità a contrastare efficacemente la forza di gravità. Questo stato psicofisico produce in alcuni distretti una progressiva debolezza muscolare, talora accompagnata da accorciamento o ispessimento del tessuto muscolare o tendineo.
Inoltre, occorre ricordare che la postura è anche fortemente condizionata proprio dall’aspetto squisitamente meccanico. Ed è proprio da questo che deriva la frase titolo di questo articolo: avete mai osservato un banco di scuola? Al confronto, i banchi dei primi del ‘900 erano più ergonomici: almeno il piano di appoggio era inclinabile! Oggi, dopo più di un secolo, sembra quasi che delle nostre conoscenze tecniche non ci importi nulla!
I bambini crescono, rapidamente alcuni, altri di meno, ma certamente non hanno tutti la stessa altezza. I più piccoli non toccano con i piedi il pavimento e i più grandi si devono incastrare nel banco e incurvare per poter leggere o scrivere.
Come si può pensare che un bambino alle soglie del 2010 debba passare oltre la metà della sua giornata seduto su una sedia da medioevo, con davanti un banco altrettanto obsoleto?
E’ così difficile pensare a sedie e scrivanie regolabili in altezza, o ad utilizzare i più elementari concetti ergonomici per realizzare oggetti adatti a stimolare la muscolatura paravertebrale al mantenimento della posizione seduta corretta?
Sono tutte nozioni acquisite e ben conosciute queste ma, non si sa perchè, ne sugli aerei, ne sui treni ne tanto meno negli ospedali o nelle case di cura, esiste il minimo principio di ergonomicità applicato alle sedie o alle poltrone in uso; al contario, sembrano ideate apposta per dare lavoro ai medici: le ditte costruttrici che vincono gli appalti sono sovrane dell’antiergonomia!
Per gli obesi poi non parliamone; si fanno tanti discorsi sulla discriminazione nei confronti dei portatori di handicap (che vogliamo chiamare diversamente abili), ma mai uno che pensasse al profondo disagio e imbarazzo nonchè alla scomodità che può vivere un bambino o un adulto obeso su queste sedie o poltrone. Ma ci vuole tanto ad avere su ogni treno o aereo o classe un sedile regolabile anche in larghezza? Vi sembra così da fantascienza?
Ma torniamo ai bambini: è possibile che nell’era del computer queste creature siano costrette a portare zaini che pesano anche fino alla metà del loro peso? La lezione potrebbe essere seguita su schermo con minima spesa da parte della scuola, gli appunti e i compiti potrebbero essere scritti su fogli di classificatore senza avere bisogno di libri ne di quaderni. E dopo la terza media non mi dite che ogni ragazzo non possiede già un pc portatile.
Dobbiamo restare al passo con i nostri tempi, non possiamo comportarci come se alcune scoperte non esistessero. Dobbiamo voltare pagina: oggi non è già più ieri!
Credo che l’aspetto economico sia francamente risolvibile se metessimo i figli in quanto presente e germe del nostro futuro al primo posto e non al l’ultimo e soprattutto non rimanessimo cosi romaticamente ancorati al nostro glorioso passato.
E’ come se un padre di famiglia spendesse tutti i suoi soldi per la sua antica e bella casa da ristrutturare, per se stesso, per la bisnonna, la nonna, la zia e altri parenti e poi non nutrisse e non vestisse i suoi figli.
A me non sembra normale.
3 Comments
[…] qui un articolo scritto da Catherine Bellwald sul suo blog, Unoduetre.eu, e segnalatomi dall’amico Francesco Amato. Tratta del problema della postura riguardante gli […]
Sono madre ed insegnante, quindi quotidianamente a contatto con bambini che assumono spesso posture scorrette nei banchi, magari pensano che siano comode ma sono certamente scorrette. Pensate all’alunno che scrive con il viso di fronte alla lavagna e le gambe di lato, o a quello che curva la schiena perchè è stanco di stare dritto dopo essere stato seduto due ore di seguito. Sicuramente gli spazi scolastici e i banchi non aiutano il benessere dei ragazzi: classi sempre più numerose in pochi metri quadrati, banchi che rimangono uguali nonostante la crescita dei bambini, ecc… Il sogno di avere classi spaziose, accoglienti, colorate e banchi ergonomici penso sia irrealizzabile viste le difficoltà in cui annaspa la Scuola oggi. Siamo noi adulti che dobbiamo aiutare i nostri figli ad evitare o limitare quei comportamenti, quelle posture pericolose per il loro fisico. Permettere qualche minuto di pausa tra un’ora e l’altra di lezione, specie se i bambini sono piccoli,potrebbe essere un rimedio perchè si scarichino di un minimo di tensione e tornino ad assumere posture corrette; un gioco, un salto, un esercizio intercalato tra una spiegazione e l’altra alleggeriscono lezione e corpo. Ciao!
Mi sembra una buona osservazione, in effetti il corpo dei piccoli è elastico e diventa rigido attraverso le tensioni emotive. Buona cosa sarebbe anche dare uno spazio maggiore agli esercizi fisici e all’ educazione al rilassamento. Grazie.