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Troppo poco sesso

Oggi si parla molto di sesso e si pratica sempre di meno. Il sesso sembra diventare una idea, un fatto virtuale.  Anche tra i giovani l’attività sessuale, che dovrebbe essere fervida, è davvero molto ridotta.

Al di la della difficoltà di incontrare la persona giusta e delle problematiche di rapporti uomo donna, all’interno di una copia consolidata, indipendentemente dall’età, il sesso è davero vissuto in modo marginale. A ben guardare i nemici del sesso sono molteplici.

Il primo, forse il più compreso nemico è il tempo, quel maledetto tempo che non si trova mai! E che mai si troverà senza volerlo cercare. Qui fanno da padroni  il lavoro e la stanchezza, chi a fine giornata non si sente come se li fosse passato un camion adosso? E al mattino non farebbe un patto con il diavolo per restare ancora pigramente tra le lenzuola?

Ma poi esiste un altro vero nemico: i pensieri negativi e  le preoccupazioni;  quelli  non danno alcuna possibilità alle nostre idee sessuali di farsi avanti! E  su questo argomento credo valga la pena di approfondire in un secondo tempo quali siano i metodi utili per limitare il brusio della mente e l’incedere aggressivo dei pensieri negativi.

Infine esiste l’abitudine che ammazza il sesso e la mancanza di spontaneità, sembra che io dica affermazioni contradittorie ma non è così. Per abitudine non voglio dire che essendo abituati a vedersi nudi girovagare in casa o dormendo fianco a fianco, questa spontanea intimità distrugga il desiderio sessuale, no di certo.

E’ l’abitudine a fare sempre le stesse cose durante l’atto sessuale, che impoverisce il desiderio.

Si tende a ripetere e ripetere, entrando in ruoli fissi, senza elasticità,  senza fantasia,  senza lasciarsi veramente andare al proprio sentire; si indossano maschere e non si lascia che l’altro ci veda per quello che siamo veramente.

Sicuramente il pudore, il falso pudore insegnatoci dalla morale del “si fa così che sta bene” anche se non condiviso, è comunque penetrato molto più profondamente in noi di quanto non si pensi.

L’educazione al sesso, in realtà, manca completamente. Quante cose si possono fare con il corpo? Quanti modi diversi ci sono di provare piacere e di donare piacere?  Le abbiamo mai provate, le abbiamo mai richieste? Cosa ci piace veramente?

E allora mi chiedo perchè non guardare film a luci rosse con la curiosità di imparare cose nuove? Perchè non usare l’autoerotismo per conoscersi meglio?

Perchè non provare con le persone che amiamo davvero e che stanno al  nostro fianco da tempo, a chiedere e fare quello che si trova nei nostri desideri nascosti?

Forse allora potremmo concederci il lusso di toglierci  le maschere, dandoci la possibilità di toccare e di essere toccati veramente.

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5 Comments

  1. Paolo ha detto:

    Quanto è tutto vero quello che dici…
    E che sofferenza si prova quando si ha a fianco qualcuno che non lo capisce; è come se mancasse l’aria, come se si dovesse spostare un’intera montagna.
    I tradimenti accadono solo per questo.
    Paolo.

  2. Cathe ha detto:

    Non credo si tratti di vero tradimento ma di una boccata d’aria! ma soprattutto non rinunciare non rinunciare mai anche se è faticoso
    cathe

  3. Stefano ha detto:

    Il problema di noi “non addetti ai lavori” è che a volte riceviamo messaggi in contrasto tra loro magari suffragati da rigorosi studi scientifici.

    Di conseguenza non sappiamo come comportarci.

    Si veda ad esempio il seguente articolo:

    http://www.corriere.it/salute/09_gennaio_26/tumore_prostata_sesso_giovani_ad2f88ee-ebbd-11dd-92cf-00144f02aabc.shtml

    Stefano

  4. Franz ha detto:

    Ciao Stefano,
    ti capisco perfettamente. Il problema secondo me è proprio in quei “rigorosi studi scientifici” che citi.
    Prendo ad esempio proprio quello indicato. Questo signore che ha condotto lo studio, presenta una marea di dati. Leggendoli attentamente, e trasformando le percentuali in numeri reali, viene fuori una cosa divertente.
    Tralasciando il fatto che non sappiamo la significatività del campione statistico, ovvero se gli 800 casi erano omogeneamente distribuiti per residenza, fascia sociale, abitudini alimentari etc. etc, dalla semplice analisi aritmetica delle cifre, risulta che la differenza tra i “Don Giovanni” come li chiama l’autore e gli altri, si riduce all’8% di 409, cioè 32 casi di differenza, il che mi sembra un po’ pochino per affermare che se trombi troppo ti viene il cancro alla prostata. Diciamo quanto meno che ha la stessa valenza del detto secondo cui se ti fai troppe pippe diventi cieco!

    • Cathe ha detto:

      In effetti le statistiche possono creare malintesi ed è facile poterle utilizzare per fini non prettamente nobili ne scientifici. Bisogna stare molto in guardia e anche noi del mestiere come dici tu, prendiamo delle grandi cantonate, farmaci prima elogiati per la loro inocuità da studi scientifici per l’appunto si rivelano tossici o potenzialmente dannosi dopo anni di utilizzo a cuor leggero. E capitato e continua a capitare.