Troviamo in diversi articoli di psicologia, la verifica che praticare giardinaggio abbia effetti terapeutici positivi e tangibili sulla popolazione che la pratica.
Come amante del giardinaggio non posso non approvare e non riconoscerlo ma credo possa essere utile analizzare e guardare da vicino cosa può succedere emotivamente e fisicamente quando ci apprestiamo a lavorare con la Terra e le Piante.
La prima cosa da considerare è che la Terra è bassa e per lavorala bisogna inchinarsi e flettere le ginocchia e questo ci pone già in una condizione ottimale sotto il profilo mentale. La Natura ci riporta al nostro posto, ci conduce senza esitare e senza tergiversare dritti dritti al nostro centro, fisico, psichico e spirituale. Il tutto in un nanosecondo.
Questa veloce centratura ci consente di alzare lo sguardo e vedere anche se per poco tempo l’orizzonte e non solo il labirinto della nostra mente. Questa magia istantanea è dovuta ad un innalzamento e non a una cancellazione del labirinto della mente ma ci consente comunque di coglierne le uscite e soprattutto l’inutilità e la perdita di tempo nel restarvi intrappolati per ore e magari giorni, mesi, anni.
Certo che il giardinaggio è terapeutico: metti le mani nella terra, nelle piante, osservi, ascolti, entri dentro di te non attraverso la tua mente che ti mente ma attraverso l’equilibrio e la saggezza della Natura. Imparerai ad aspettare il tempo giusto, imparerai a prenderti amorevole cura solo per il piacere di farlo, imparerai che le erbacce crescono più velocemente …scusate molto più velocemente dell’erba o delle piante che desideri coltivare. Come i pensieri automatici e tossici esse si ripresentano puntualmente con o senza il nostro permesso, e a noi spetta il compito di rimuoverle sistematicamente.
Rimuovere i pensieri tossici, i pensieri meccanici, i pensieri inutili è un lavoro che non si deve mai smettere di fare. Non si arriva a un punto in cui non serve più. Magari si potrà arrivare a un punto in cui ce ne saranno di meno, ma solo perchè avremo lavorato bene prima. A quel punto bisogna comunque vigilare e non lasciarsi sorprendere. Mai abbassare la guardia.
Sul fronte fisico invece devo avvisare gli appassionati che. sul mio lettino, di lombosciatalgie e cervicobrachialgie figlie del giardinaggio ne vedo ogni anno diversi casi. E’ giusto sapere che la passione va ben dosata, cesoie per potature, accensione della tagliaerbe, sollevamento di sacchi di terra o vasi o di un annaffiatoio pesante, il passaggio del rastrello, e semplicemente il sistematico abbassarsi a raccogliere qua e là le erbacce non sono un lavoro leggero. Se poi lo aggiungete a una vita sedentaria, a una mancanza di tono muscolare, a una discopatia cervicale, lombare o tendinea preesistente e infine a una brezza fresca sul sudore e ad altre fatiche domestiche il gioco è presto fatto.
E’ necessario fermarsi in tempo ai primi segnali, non importa se il prato non è finito, importa ascoltarsi, potremo riprendere la prossima volta, farci aiutare magari. Lo so non è affatto semplice, la tentazione di dire “ma si ci sono quasi“, “non ho bisogno di disturbare nessuno” è forte soprattutto per alcune personalità ma spesso può nuocere anche gravemente alla salute.
Buona continuazione ma vigilate mi raccomando.
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