Non finisce di stupirmi come ancora oggi per donare il sangue, tra le avvertenze che ne impediscono la donazione, si trovi essere stati sottoposti a trattamenti di agopuntura.
Ora non vorrei sembrare suscettibile ma se gli aghi sono sterili e monouso (e lo sono da innumerevoli anni), come è che non basta? Come è che se fai un prelievo di sangue oppure una qualunque terapia iniettiva non sei considerato ugualmente a rischio?
Che un medico possa usare una siringa già usata non sfiora l’anticamera del cervello e giustamente non ha nessun senso a meno che non sia un criminale ma che un medico agopunture possa usare un ago già usato per fare un trattamento di medicina non convenzionale invece si?
Ma mi domando e dico: sul serio? Accade ancora oggi di avere pazienti trattati malissimo dai centri di donazione del sangue per aver omesso di indicare il loro trattamento di agopuntura e mi succede spesso di dover scrivere un certificato che dichiara che la mia paziente ha usato solamente aghi sterili monouso.
Non ha nessun senso pensare che un agopunture possa usare degli aghi infetti senza dargli del criminale. Diverso è se gli strumenti sono da sterilizzare, come il tronchesino dall’estetista oppure la sonda dal dentista allora magari può esserci una mancanza di adempimento dell’adeguato compito di sterilizzazione per distrazione ma si tratterebbe comunque di un incidente. Eppure di estetista e di dentista non si fa menzione come impedimento alla donazione.
Non ci sono neanche dati scientifici e nessun numero che convalidi questa idea, del rischio infettivo post agopuntura. Si tratta di un’idea empirica oltre che datata, inglobata in modo acefalico nel cosiddetto pensiero scientifico moderno.
Un’idea retrograda e direi tendenziosa che non può non portare dubbi e incertezze su quello che invece ritengo senza alcun dubbio la forma di medicina più efficace e priva di rischi nello stesso tempo. Una medicina non convenzionale che dovrebbe invece essere consigliata molto più frequentemente di quanto non sia comunemente proposta da medici di base, reumatologi, ortopedici, gastroenterologi, allergologi, ginecologi, neurologi, andrologi come una validissima alternativa all’utilizzo di farmaci oppure all’aumento degli stessi per migliorare i sintomi non sufficientemente coperti dalla terapia.
Sto parlando dell’ansia, degli attacchi di panico, delle sindromi vertiginose, della dismenorrea, dell’infertilità di coppia, del colon irritabile, della gastrite, della lombosciatalgia in gravidanza, dell’insonnia, della fibromialgia, della vulvodinia, delle disfunzioni erettili, dell’asma e della spalla congelata, questo solo per fare alcuni esempi classici dove l’agopuntura potrebbe fare la differenza ma nella maggioranza dei casi viene totalmente ignorata.
Sono molti i lavori scientifici specializzati che dimostrano l’efficacia degli agopunti e il loro complesso meccanismo di azione.
Sarebbe il momento questo per fare un salto di qualità nella formazione dei medici e nell’apertura dei loro orizzonti. Il Medio Evo è finito da un bel pezzo!
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