Andropausa per alcuni studiosi è considerato un termine improprio. In effetti l’andropausa dove per “pausa” si dovrebbe intendere il concetto di sospensione da parte delle cellule testicolari della produzione di testosterone, non è fisiologica.
Nell’uomo diversamente che per la donna la produzione di testosterone da parte dei testicoli diminuisce gradualmente e progressivamente con gli anni, ma non si sospende. A 80 anni un uomo sano può essere ancora fertile e con una produzione di testosterone pari a 4 mg/die.
Questo non toglie che i livelli di testosterone possono abbassarsi in modo eccessivo anche precocemente dopo i 40 -50 anni e questo fenomeno aumenta di incidenza con l’avanzare degli anni. L’andropausa o meglio sarebbe definirla “androinsufficienza” esiste e come la menopausa può generare dei disturbi molto simili, disturbi del tono dell’umore, alterazioni della qualità del sonno, aumento del grasso corporeo e cambiamento della sua localizzazione, riduzione della massa magra, riduzione del desiderio sessuale e ovviamente della prestazione sessuale.
Si riducono le erezioni spontanee al risveglio e con soli stimoli visivi, l’erezione può essere raggiunta e mantenuta con più difficoltà, l’orgasmo può essere di minor intensità, la quantità di seme ridotta e il tempo refrattario più lungo. Attenzione però che questi sintomi non siano semplicemente il risultato di uno stato di stress prolungato e della presenza di una partner abituale con la quale ormai vi sia decisamente scarso interesse e magari anche scarsa intesa.
L’attività sessuale e il desiderio sessuale da soli producono una attivazione ormonale e un aumento della produzione di testosterone. Non è un caso se la cosiddetta crisi di mezza età colpisce la maggioranza degli uomini. La ricerca di una nuova compagnia femminile sembrerebbe il risultato di una esigenza del tutto fisiologica e sana. Sono moltissimi gli uomini che cambiando partner semplicemente ringiovaniscono di 20 anni. Alcuni neurofisiologi lo ritengono una svolta su base biochimica e bioumorale importantissima che se bloccata per motivi ideologici può portare ad un precoce invecchiamento e decadimento delle prestazioni su diversi piani.
Oggi la terapia più consigliata in caso di andropausa non è quella di favorire e non condannare nuove storie sentimentali e sessuali ma piuttosto di proporre una sostituzione o correzione ormonale. Fra i trattamenti più in uso negli USA troviamo il gel al testosterone. E’ giusto considerare che non ci sono dati accertati sull’ innocuità della terapia e sul bilancio benefici controindicazioni, inoltre è necessario stare molto attenti a non trasmettere il testosterone per via transdermica attraverso il contatto cutaneo con altre persone, in particolare a bambini e donne.
L’attività motoria se non estrema e regolare si sa aumenta la produzione di testosterone, la contenuta presenza di grasso periaddominale è anch’essa responsabile di una limitata riduzione del testosterone. Il controllo dei livelli di stress da solo riducendo il cortisolo non contrasta la produzione del testosterone. Da questi noti e semplici dati si evince che lavorare in modo completo sulla dieta, sul movimento, sul rilassamento e soprattutto sulla conservazione dell’interesse sessuale siano da soli atti terapeutici e preventivi che devono per primi essere consigliati e proposti prima di arrivare alla terapia sostitutiva.
La fitoterapia cinese poi è un ottimo strumento terapeutico di grande utilità per sostenere i disturbi della menopausa ma anche per ritardare o limitare l’androinsufficienza o andropausa. Non parlo di semplici fitocomposti come la bromelina o lo zinco che non hanno da soli la capacità di aumentare la concentrazione di testosterone ma di cure molto più importanti volte a ripristinare un equilibrio bioumorale e globale del paziente.
E’ molto frequente nel maschio adulto avere disturbi sessuali legati non tanto a una situazione di deficit inteso come vuoto ma piuttosto a una situazione infiammatoria ovvero di eccesso e di stasi. Sono infatti numerossissime i pazienti che soffrono di prostatite cronica anche senza saperlo e di ipertrofia prostatica, entrambe situazioni che generaro calore locale.
La prostatite è come dice la parola uno stato infiammatorio della prostata, non sempre dovuto a una infezione vera e propria. Infatti le forme croniche sono prevalenti e rispondono poco alla terapia antibiotica. Per ipertrofia prostatica invece si intende un ingrandimento della prostata la cui origine è ancora sconosciuta anche alla medicina occidentale più all’avanguardia.
Entrambe queste patologie sono estremamente diffuse nell’uomo adulto e aumentano nell’età evolutiva alla stessa stregua dell’incidenza della cistite, della vaginite, della cistosi ovarica e del fibroma uterino della donna in età fertile. Presumibilmente si tratta di disturbi la cui origine potrebbe essere simile. In medicina cinese pur essendo i sessi diversi di parla di stasi e calore del basso, la cui causa può essere alimentare, esterna come da infezione, ma anche interna da tensione di tipo emozionale e viscerale.
Non è un caso se per evitare la prostatite si consiglia di eliminare cibi che generano calore, ma spesso non è sufficiente. Ecco che diventa utile un lavoro più preciso e mirato attraverso specifiche ricette fitoterapiche cinesi studiate appositamente per togliere il calore e a muovere l’energia in basso riducendo anche il fenomeno della stasi che aumenta il calore proprio attraverso il ristagno.
La fitoterapia e l’agopuntura associate, sono tecniche estremamente efficaci per raffreddare quadri di calore anche importanti e cronicizzati e lavorare anche sullo stato emozionale e sullo squilibrio emotivo e ormonale sottostanti. E’ però sempre necessaria una valutazione complessiva del paziente e dei suoi polsi prima di iniziare una terapia.
Certo è che spesso i fitoterapici più conosciuti per stimolare la virilità e il così detto” yang di rene” spacciati come innocui integratori sono prodotti la cui azione è riscaldante e quindi in molte situazioni addirittura controindicati. L’utilizzo di queste sostanze non è controindicato in senso assoluto ma andrebbe prima convalidato da una diagnosi corretta del paziente e non solo dai sintomi di deficit erettili o di eiaculazione precoce, cosa che purtroppo è consuetudine da parte della maggioranza dei non addetti ai lavori.
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1 Comment
E’ vero!
Ricordo un mio collega, di circa 50 anni, che dopo essere stato mollato da un’ amante molto piu’ giovane e’ invecchiato subito.