Come ho già scritto in precedenza l’agopuntura, in quanto terapia medica, non possiede vere e proprie controindicazioni e, anche se ancora poco conosciuta e riconosciuta, è indicata nelle più svariate situazioni patologiche.
E’ utile non solo nelle patologie ansiose o a sfondo psicosomatico ma può essere una valida cura e sostegno in molteplici patologie croniche degenerative tanto quanto nelle situazioni acute soprattutto se accompagnate da importanti quadri dolorosi.
Inoltre nelle patologie gravi come quelle neoplastiche può aiutare il paziente a sopportare il peso della chemioterapia. Infine è una terapia utilissima nella prevenzione delle patologie ovvero per mantenere il più a lungo possibile un buono stato di salute.
Parlare oggi giorno del rischio infettivo degli aghi da agopuntura che sono, non solo sterili ma anche monouso e sottilissimi è davvero ridicolo oltre che vergognoso. Vuole dire non essere aggiornati e non sapere di cosa stiamo parlando. Non ho mai visto un solo punto infettarsi ma neanche arrossarsi, non stiamo parlando di cento anni fa quando l’agopuntura si faceva su pelli sporche con aghi vecchi e mal sterilizzati.
Per favore cerchiamo di restare con i piedi per terra, infezioni da camera operatoria e da punture intramuscolari ne esistono ancora ma sono rarissime. Ebbene le infezioni da agopuntura sono proporzionalmente da considerare eventi da fantascienza la cui entità non supera quella di un graffio microscopico. Non sfruttiamo questa paura umana per parlare di quello che non si conosce, abbiate almeno un pò di onestà.
Esiste però una controindicazione alla tecnica dell’agopuntura che deve essere segnalata; il paziente la deve “accettare”. In caso contrario sopporta malamente l’inserzione degli aghi che vive come una sorta di tortura capace solo di aggiungere sofferenza alla sua già poco accettata sofferenza sia essa fisica che psichica.
Ho detto più volte che l’agopuntura non agisce sulla psiche come molti credono ma sul corpo fisico; il rifiuto della cura non è solo un atteggiamento psichico ma si trasforma in ostacolo fisico. Un trattamento di agopuntura può essere considerato un circuito elettrico capace di fare circolare aria fresca nella “casa corpo” riattivando l’iniziativa di ordine e pulizia degli abitanti della casa assopiti e asfittici.
La tensione psichica del rifiuto diventa facilmente tensione fisica o muscolare e questa si traduce in una sorta di chiusura delle porte del nostro circuito elettrico o della casa-corpo impedendo all’aria di circolare e quindi di riattivare gli abitanti. Anche se è una semplice immagine o metafora la mia spiegazione vuole fare capire che stiamo ancora nel mondo fisico, magari non visibile ma decisamente non solo mentale.
E’ come se gli aghi reclutati al lavoro dovessero continuare ad aprire sistematicamente le porte per passare e fare il loro dovere. Come poterete capire il trattamento risulta meno efficace non per il mancato effetto placebo che tanto piace decantare in caso di agopuntura e che dobbiamo considerare presente in qualunque terapia si pratichi ma per la presenza di un ostacolo vero e proprio prodotto dalla tensione del paziente.
La tensione mentale e fisica presente durante la seduta come ha sempre spiegato il mio maestro ostacola direttamente il lavoro degli aghi. Quello che accade è che in questo modo il risultato viene rallentato mentre il paziente facilmente sospende anzitempo la sua cura vanificando completamente il risultato.
Che fare in questi casi? E’ utile e corretto provare comunque; sono molti i pazienti che arrivano in questa condizione ma, seduta dopo seduta, iniziano a rilassarsi e il risultato inevitabilmente arriva. E’ importante in questi casi una maggiore attenzione: più cura che la posizione non crei tensione, che la presenza di altre persone non dia fastidio, che la temperatura sia sufficientemente calda, che si usino pochi aghi e molto sottili magari accompagnando la terapia con un massaggio o una chiacchierata.
In alcuni casi però queste attenzioni non bastano, il paziente neanche le vede, ha solo fretta di finire e in alcuni casi è quasi arrabbiato per il dover sopportare la puntura degli aghi. Per questi pazienti l’agopuntura è decisamente controindicata anche se potrebbe aiutarli a stare meglio.
Non è necessario crederci come molti sostengono, la fede tenetela pure per questioni più importanti ma serve una condizione diversa, per curarsi e per guarire serve soprattutto una accettazione di sè e del proprio problema oltre che una dolcezza e determinazione non solo del medico ma anche del paziente.
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