Quando si parla di aspettative tutti pensano a cose strane ed importanti, ma le aspettative di cui ho già parlato come il peggior nemico della salute mentale e fisica, sono il più delle volte ben camuffate in ogni atto della nostra vita quotidiana, ed è per questo che non siamo abituati a riconoscerle.
Le prime aspettative nelle quali ci imbattiamo sono quelle dei nostri genitori, per alcuni queste sono il primo grosso ostacolo da superare. Le seconde sono spesso quelle del nostro o della nostra compagna; per cui un certo lavoro, una certa posizione sociale, un certo stipendio sono il peso che molti soprattutto uomini devono portare con fatica sulle spalle. Per la donna l’aspettativa disillusa è più rivolta alla possibilità di fare figli e di essere una buona madre, ma pesa sempre di meno con il passare degli anni, attraverso la rivalsa sociale nel campo del lavoro.
Ma le aspettative più nascoste e morbose sono quelle rivolte nei nostri confronti. Siamo noi, i più grandi giudici e controllori di noi stessi, non ci diamo mai tregua. Non ha importanza cosa facciamo. Avete mai notato che spesso ci capita di dover dimostrare quanto siamo stanchi, quanto una cosa ci interessa, quanto ci impegnamo, quanto siamo bravi?
Questa attività anche se poco vista è una vera schiavitù, dobbiamo per forza piacere e compiacere gli altri, ma lo facciamo non perchè utile, ma solo per paura di perdere l’approvazione altrui o di noi stessi. Capite che è una dipendenza, una dipendenza nascosta molto bene dentro di noi, che ci rende sommamente infelici.
E’ solo quando ci sentiamo veramente amati che qualcosa cambia, allora possiamo sentire che non serve dover dimostrare niente, si cessa di aver bisogno dell’approvazione degli altri. Sentiamo dentro di noi una sicurezza, un senso di appartenenza, sappiamo profondamente che qualunque cosa succeda noi ci alzeremo in piedi.
Sentirsi amati significa sapere che non vi è nulla che si possa fare per perdere questo legame, è sapere che ogni difficoltà verrà affrontata con l’aiuto dell’altro senza giudizio e senso di colpa. Avete presente i marines?: è sapere che ovunque sei nel mondo, se ti succede una disgrazia vengono a cercarti e ti riportano a casa e non si danno pace finchè non ci riescono.
Questa sensazione dovrebbe iniziare da bambini attraverso l’amore incondizionato dei propri genitori, per poi consolidarsi con il compagno o la compagna e con gli amici più intimi ed infine esiste la possibilità di sentire questo amore anche nei confronti di se stessi e nei confronti del creato o del divino.
Sentire e vivere questo sentimento, consente di sentirsi più forti perchè anche se soli si percepisce l’energia e la forza dello stare insieme, consente di sentirsi completi e liberi di non dover dimostrare niente a nessuno, se non per un’utilità riconosciuta. Non solo è bellissimo ma ritengo che solo attraverso questa esperienza sia possibile crescere e diventare dei veri adulti.
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3 Comments
Appena terminato di leggere questo post mi sono chiesta se sentirsi amati può veramente contribuire a liberarci dalle aspettative che rivolgiamo nei nostri confronti o se, piuttosto, non è vero il contrario: ossia fino a quando non avremo imparato ad emanciparci da queste aspettative “nascoste e subdole” difficilmente saremo in grado di percepire, riconoscere, dare valore all’amore altrui che ci viene donato.
Forse sto sbagliando qualcosa, ma ritengo che il senso di inadeguatezza induca spesso a cercare nell’amore del prossimo delle conferme che valiamo qualcosa piuttosto che un senso di appartenenza.
Con il risultato poco incoraggiante di disperdere quell’energia e forza dello stare insieme in un mare di dubbi, incertezze, paure e conseguenti delusioni.
Mi piacerebbe leggere altri pareri a questo proposito…
Un grato saluto a Cathe e a tutti voi.
Mi sembra un osservazione più che giusta, se non ci liberiamo dalle aspettative, rischiamo di non sentirci amati anche quando lo siamo! non lo riconosciamo. Grazie Valeria
non mi aspetto..mai niente da nessuno …però lo pretendo…quello che viene è in più…. 🙂